Maurizio Rasero a 360° sul Palio. “Il 2022 un’incognita, poi tutto dovrà cambiare”

Più informazioni su

Maurizio Rasero, uomo di Palio per nascita, sindaco per elezione. Al primo cittadino a cui nessuno può contestare il suo pedigree di paliofilo è toccato guidare la manifestazione negli anni più burrascosi di sempre, con la prima interruzione alla storica corsa capitata dal 1967. Con lui abbiamo trattato il quadro attuale del Palio, alla vigilia di un’edizione che sarà cruciale sotto tanti aspetti. Un quadro con luci e ombre e uno sguardo gettato verso l’imminente futuro.

Rasero, partiamo dal Capitano del Palio, Michele Gandolfo. Cosa ne pensi delle recenti polemiche?

E’ una situazione dove non voglio neanche perdere del tempo per commentare. Se il Capitano vuole intraprendere la strada polemica, faccia pure, io lavorerò perché quella del 2022 sia la migliore delle edizioni. Poi se vogliamo entrare nel dettaglio, stiamo assistendo alla trasformazione del Capitano del Palio in un ruolo molto diverso rispetto a quello che ero abituato a vedere da bambino. Oggi non è più un giudice imparziale ma una persona che si siede a tavola con i comitati come se fosse tra amici. Poi, ripeto, credo che nessuna carica possa essere prorogata all’infinito. La cosa che mi fa strano è che io dico quello che penso, ma non ho mai votato contro un’elezione del Capitano del Palio, compresa l’ultima. E’ una persona che da parte mia e della mia Amministrazione ha sempre ottenuto una fiducia totale, e adesso si presta a fare delle sceneggiate sui giornali? Si concentri a fare il giro a cavallo, a non cadere e fare il suo. Una volta che ha fatto la galoppata e arriva a cavallo, avrà fatto il suo e lo ringrazieremo per questo.

Che Palio si aspetta Maurizio Rasero?

E’ un incognita totale. Sarà un’incognita relativamente alla vendita dei biglietti e a quello che capiterà in quei tre giorni. Se tutti insieme facciamo la nostra parte e remiamo nella stessa direzione credo che possa esserci un buon punto di partenza per il futuro. Però da qui a dire che sarà l’edizione migliore di tutti gli anni non possiamo dirlo perché non sarà così. Due anni di inattività pesano così come pesano in tutti i contesti sociali, penso dalle pro loco ai circoli per anziani. Mi auguro che la settimana del Palio, con i cenini nei rioni e tutte le altre iniziative dei comitati, riscaldino un po’ gli animi in maniera tale che potremo presentarci nel migliore dei modi al Palio del 4 settembre. Di sicuro il 4 settembre si correrà l’ultimo Palio organizzato in questo modo.

Nel 2017 Maurizio Rasero si presentò alla città come il primo sindaco arrivato dal mondo del Palio. Nella prima conferenza stampa, parlando dell’attività della Giunta, prendesti in prestito la metafora del Palio. Come è cambiato il rapporto tra Maurizio Rasero e il Palio dopo cinque anni, sicuramente difficili?

E’ difficilissimo essere un sindaco di Palio e spingere il Palio in una città dove ad un numero importante di cittadini non gliene frega nulla della manifestazione. Il mondo del Palio in questi anni non ha difeso il suo sindaco: prendo atto che da una parte c’è chi mi schiaffeggia, dall’altra non c’è abbastanza forza per tutelarmi. Si farà il Palio e tutto quanto, ci mancherebbe, ma fatemi parlar di altro.

Per te è stata una delusione? Ti saresti aspettato un mondo del Palio granitico dietro ad una persona che è vissuta in un borgo tutta una vita e e conosce i meccanismi?

Assolutamente sì, ma il Palio che viviamo oggi è radicalmente diverso al Palio degli anni ’70, quando sono cresciuto io. C’è più attenzione agli animali. Ci sono sul tavolo questioni radicalmente diverse, come quella dei cavalli purosangue o mezzosangue. Ora si spendono soldi su queste monte per far ridere i soliti noti. Non ci sono più le fondamenta di quel sistema che ho conosciuto e vissuto per anni. 

Da sindaco è cambiato il punto di vista?

Ci sono mille altri problemi nell’amministrare la città, persone che non arrivano alla fine del mese. E non hai la sensazione che il Palio sia la priorità per il cittadino. E si vede nella politica. Tra i candidati a sindaco, su sei astigiani, solo il sottoscritto aveva esperienza del Palio. Questo vuol dire che da quel mondo non arriva nulla alla classe che prende le decisioni in questa città. 

Ma dopo cinque anni, pandemia a parte, avresti sperato in un Palio diverso, con alla guida del Comune un sindaco paliofilo?

Sinceramente, cinque anni fa mi sarei aspettato molto di più. Poi c’è a dire che in mezzo è capitato di tutto. Mi sono ritrovato il cambio dai puri ai mezzi, poi due anni di pandemia, poi con la ripartenza, il rincaro generalizzato di tutto quanto. Sono stati anni dove prevedere e organizzare il futuro è stato quasi impossibile.

E’ un quadro non molto ottimista.

Però è da questo che si vede un sindaco paliofilo. Dopo tutto quello che è successo, un altro sindaco sarebbe riuscito a correre il Palio? Con tutte le manifestazioni collaterali? Con tutte le tribune montate? Sempre in piazza Alfieri? Noi faremo tutto quello che è sempre stato fatto. E poi speriamo nel buon Dio che ci regali belle giornate. Quelle non dipendono da noi.

Parliamo del Palio del 2023, che sarà radicalmente diverso da tutti i precedenti.

A ottobre 2022 chiamerò tutti a rapporto dicendo che ci sarà il rischio di non essere più in grado di organizzare il Palio. Quello che si sta vedendo in Camera di Commercio con le Sagre. C’è un problema sia economico che di risorse umane. Gli uffici comunali avevano una volta fior di persone che seguivano il Palio. Ora si contano sulle dita di una mano. Sono anni di transizione dove o si pensa a qualcosa di diverso o ci troveremo davanti un futuro molto difficile da gestire.

Questa transizione verso l’ente Palio sarà graduale  o netta?

Secondo me ci potrà essere una gradualità di questo tipo: per esempio, posto che al Comune di Asti il Palio costa una certa cifra, questa sarà messa a disposizione all’Ente Palio per i prossimi cinque anni. Quell’Ente poi dovrà saper gestire i fondi, ottimizzando le spese e andando a cercare chi avrà piacere di investire nella manifestazione. Vediamo in questi giorni che l’interesse da parte dei privati c’è.

Secondo te un Palio a ventuno non è più sostenibile?

Non lo so. Ora non è la priorità. Questo credo sia il tetto della questione, nei prossimi mesi dovremo gettare invece le fondamenta. Dobbiamo stabilire quale sarà il soggetto che si prenderà in carico il Palio. Dobbiamo pensare ad una pista di addestramento delle dimensioni di piazza Alfieri, perché lo stadio Censin Bosia non sarà più disponibile. Ci sarà da capire se questo sistema di approvvigionamento dei cavalli funziona così com’è oppure se serviranno delle modifiche. Il discorso è poi anche questo: ventuno accoppiate da corsa non arrivano, e in mezzo troviamo monte  pericolose per sé stessi e per gli altri. 

 I tempi per un Ente Palio operativo il 3 settembre 2023 sono strettissimi.

Si dovrà definire il tutto subito dopo il Palio per poi partire con i primi mesi del 2023.

 

 

 

Più informazioni su