Maina, ci si avvia verso una triste (e scontata) conclusione?

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“Interlocutorio”: lo definisce così Luca Quagliotti (segretario CGIL) l’incontro che si è tenuto oggi per decidere il futuro della Casa di Riposo Città di Asti.  “La cordata guidata da Andrea Amalberto non ha ancora formalizzato la proposta di acquisto”.

La cordata, che vede al suo interno anche i gruppi Malabaila e Hacke, rimane l’ultima scialuppa di salvataggio di una nave che sembra inesorabilmente andare verso la deriva.

La struttura è sommersa dai debiti, circa 8 milioni pregressi, e afflitta anche da una cronica mancanza di standard indispensabili per una struttura residenziale. Servono interventi per il coefficentamento energetico e la riqualificazione di molte aree che sono ormai fatiscenti. Il conto sfiora i 20 – 25 milioni di Euro.

La sensazione è che le proposte su cui si sta lavorando in questi giorni siano molto lontane da questi numeri. Se così fosse, il finale della storia pare già scritto, con la chiusura della struttura, le ricadute sul piano occupazionale e il sorgere di un altro, l’ ennesimo, contenitore vuoto in città.

Il tavolo è stato riconvocato per i primi di settembre dove si capirà la reale entità delle cifre messe in campo per tentare un salvataggio della struttura. Salvataggio che pare diventare ogni giorno che passa sempre più improbabile.

 

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