Le Rubriche di ATNews - Il Tri-angolo di Mengozzi

Il Tri-Angolo di Fabio Mengozzi: Prometeo in musica

Più informazioni su

Settimo appuntamento del 2022 con la rubrica mensile che arricchisce le proposte per i lettori di Atnews.it.


PROMETEO IN MUSICA

Quello di Prometeo, il titano che osò sfidare gli dèi, rubò il fuoco e lo donò agli uomini, è fra i più noti antichi miti greci. Amico del genere umano, eroe illuministico, Prometeo incarna l’indomita ribellione all’autorità, lo slancio liberatorio verso il progresso, la sfida all’ingiusta prepotenza. L’apice dell’interesse per Prometeo si raggiunse nel periodo romantico quando illustri filosofi, scrittori, musicisti e artisti ne subirono il fascino. Una tendenza proseguita sino ai giorni nostri. Tra i tanti letterati che hanno trattato di questa figura ricordiamo Wolfgang Goethe, George Gordon Byron, Percy Bysshe Shelley, Vincenzo Monti e Giacomo Leopardi.

Il mondo musicale non fu da meno, anzi furono parecchi i compositori che si ispirarono a Prometeo ed al suo mito. Fra questi Ludwig van Beethoven è indubbiamente il più importante. Nel 1801 il grande compositore diede alla luce il suo primo ed unico balletto “Le creature di Prometeo” la cui “Ouverture” è divenuta un celebre brano di repertorio. Poco meno di due decadi dopo, Franz Schubert immortalò la figura di Prometeo in uno dei suoi Lieder cui seguirà, a metà secolo, il famoso poema sinfonico di Franz Liszt. Non va dimenticata, se non altro per un curioso aneddoto, la cantata “Les noces de Prométhée” del francese Camille Saint-Saëns eseguita all’Esposizione Universale di Parigi del 1867: fu infatti in quell’occasione che il sarrusofono, un nuovo strumento a fiato sino a quel momento utilizzato negli organici bandistici, venne per la prima volta introdotto in orchestra in sostituzione del controfagotto.

Si giunge così al Novecento, che si apre con l’esecuzione della tragédie lyrique “Prométhée” di Gabriel Fauré e in cui l’attenzione per il titano non cessa, sino ad approdare al capolavoro di Luigi Nono “Prometeo. Tragedia dell’ascolto” i cui testi, tratti da autori quali Eschilo, Sofocle, Euripide, Pindaro, Esiodo, Goethe, Hölderlin, Nietzsche, Rilke e Benjamin, sono stati curati da una nota personalità del mondo della cultura quale il filosofo Massimo Cacciari. La prima esecuzione avvenne nel settembre del 1984 nella Chiesa di San Lorenzo a Venezia cui a distanza di un anno esatto seguì la prima milanese, entrambe affidate alla bacchetta di Claudio Abbado, un direttore d’orchestra particolarmente attivo nel promuovere la musica contemporanea. Alla realizzazione dell’opera parteciparono inoltre l’architetto Renzo Piano, il quale ideò appositamente un’arca lignea perfettamente funzionale all’estetica spaziale del suono coltivata dal compositore veneziano ed Emilio Vedova che si occupò degli interventi delle luci.

Fabio Mengozzi

“Il Tri-angolo di Mengozzi” prende spunto da un intervento sul nostro quotidiano del musicista astigiano di fama internazionale Fabio Mengozzi, compositore, pianista, direttore d’orchestra e docente di musica, in seguito ai fatti di Corinaldo (clicca QUI).

L’obiettivo della rubrica è quello, sempre nel massimo rispetto delle scelte musicali di tutti, di fornire con nozioni semplici un punto di vista alternativo da quello che offrono ogni giorno i media, di educare ed indirizzare i giovani alla musica profonda, spirituale, in modo da ampliare le possibilità di scelta nell’ascolto della musica.

 

Più informazioni su