Regione Piemonte: fondo per il ristoro danni del Terzo Reich

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“Nessun indennizzo può cancellare le responsabilità storiche e sanare i crimini commessi. La mancanza di giustizia è un’ulteriore offesa per la memoria storica”. Le parole del presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia fanno da preambolo all’ordine del giorno appena approvato per l’accesso al Fondo per il ristoro dei danni subìti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità del Terzo Reich, nella Seconda Guerra Mondiale.

L’atto d’indirizzo è un esplicito invito al Governo nazionale a rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso al risarcimento, estendendo altresì la riapertura dei termini anche agli ex deportati e loro eredi la cui richiesta è stata respinta da sentenza passata in giudicato, che aveva dichiarato l’immunità dello stato tedesco sulla base di una legge dichiarata successivamente incostituzionale.

L’ordine del giorno, presentato in nome dell’Aula, sollecita anche deputati e senatori a modificare le modalità di accesso ai risarcimenti recepite in sede di conversione del decreto legge 36/22 dello scorso 30 aprile (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che all’articolo 43 istituisce un Fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per lo specifico ristoro di questi danni.

Secondo quanto previsto dal decreto, la data per la presentazione di nuove richieste era lo scorso 31 maggio, pena la decadenza. L’ordine del giorno approvato chiede quindi di modificare il lasso di tempo per avviare la causa legale. Anche perché un termine così ristretto, oltre ad essere di dubbia costituzionalità, non favorisce i ricorrenti.

I reduci viventi sono ormai molto pochi e pertanto solo gli eredi sinora hanno potuto accedere a questo Fondo in un contesto di carenti comunicazioni, tempi strettissimi, burocrazia e costi legali.

 

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