Lettere al direttore

Fabrizio Bittner: “Lo Sport dimenticato…”

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Riceviamo e pubblichiamo


Lo Sport dimenticato.

In questa campagna elettorale, spicca, per l’ennesima volta, la totale assenza di trattazione del tema dello sport cittadino.
Pochi o nessun incontro, a seconda delle coalizioni, con temi trattati in maniera superficiale, senza una visione complessiva dell’attività sportiva di questo comune e senza prospettiva alcuna per il futuro, insomma una totale assenza di contenuti di politica sportiva.

Impianti sportivi cittadini risalenti agli anni ‘60/’70, carenti di manutenzioni negli anni, spesso abbandonati a se stessi, o privatizzati senza un piano organico delle assegnazioni, nel tempo dati ad amici e compari politici delle varie amministrazioni.
Una trascuratezza che dura da oramai 30 anni e che appartiene alla classe politica cittadina tutta, nessuno escluso.

L’ultimo impianto sportivo cittadino costruito è il Pala San Quirico, palestra di quartiere venuta alla luce grazie alle risorse della Fondazione C.R. Asti, all’inizio degli anni 2000, diventato per assenza di altre strutture simili il facente funzione Palazzetto dello Sport cittadino.

Dieci miliardi di vecchie lire recuperati dall’allora sindaco Florio con Assessore allo Sport Ferrante Marengo, ancora dai fondi dei mondiali di calcio di Italia ’90. 5 milioni di euro all’inizio degli anni 2000 nel frattempo ridottisi a meno, causa il paio di gare di progettualità e affidamento bloccate da qualche causa o ricorso al Tar. Tutto fermo da 22 anni. Soldi che non si sa che fine abbiano fatto, reprimende della Corte dei Conti alle varie amministrazioni nel tempo, per il mancato corretto impiego delle risorse e Palazzetto out, 22 anni nessuna amministrazione è stata in grado di porre la prima pietra.

Conseguente a ciò, probabilmente, l’86esimo posto nella graduatoria del “Il Sole 24 Ore” per indice di sportività della nostra Provincia: il discorso si può tranquillamente estendere al territorio provinciale, ovviamente Asti né è il riferimento politico e progettuale, per diversi motivi a tutti noti.

Altrettanto ovviamente la pandemia ha contribuito ad acuire il problema ma diciamo che si è insinuata su un terreno fertile. All’inizio degli anni 2000, quando lanciai l’idea, che poi si realizzò grazie all’impegno dell’allora presidente Maggiora, di aprire ad Asti un corso di laurea in Scienze Motorie presso l’Università locale, lo feci con l’intento e la visione che un’attività universitaria sul territorio avrebbe potuto portare alla città, in termini di cultura, competenza e professionalità, quel valore aggiunto utile alla crescita del movimento sportivo cittadino nel suo complesso.

Oggi Scienze Motorie, funziona, come la migliore università della materia, nel territorio piemontese e oltre, dicono, ma alla città non porta nulla, non saremmo all’ultimo posto nell’indice di sportività delle province di tutto il nord Italia, qualcosa non torna o molto è da rivedere e la questione sarebbe da analizzare nel profondo e con le competenze necessarie, che l’Università dovrebbe avere.

Di queste e altre valutazioni, in questa campagna elettorale non è stato proferito verbo, da nessuna delle parti, discorsi arruffati sull’Università, privi della conoscenza necessaria di “come” è strutturata l’Università cittadina. Università che negli anni doveva provare a darsi un reale sbocco futuro, anche attraverso l’ipotesi di un riconoscimento ministeriale per assurgere al ruolo di Università pubblica vera e non succursale e godere di fondi e benefici pubblici. Il percorso è lungo e complesso, certo, ma se nessuno lo inizia?

Quindi, dove e come ri-partire? Visto che di ripartenza di parla in ogni dove.

È un momento storico-politico dove ci sono nuovamente molte risorse pubbliche a disposizione grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i fondi però, oltre ad acquisirli, bisogna saperli usare, i bandi bisogna saperli fare, è sempre questione di competenze e progettualità.
Noi abbiamo ancora 5mln di euro nelle casse del Comune inutilizzati, forse, da 22 anni, di questo ne è responsabile tutta la classe politica cittadina.

Ho dato la mia disponibilità gratuita in passato, così come oggi, a ogni amministrazione ad affiancarla nella progettualità sportiva a beneficio del territorio, grazie anche al mio attuale ruolo nello sport nazionale, diciamo che non mi hanno mai ascoltato molto, ma non importa, si vede che chi ci ha amministrato aveva le idee più chiare delle mie.

Resta il fatto che forse qualcosa è da rivedere, buone elezioni a tutti.

Fabrizio Bittner
Presidente Federazione Italiana Pentathlon Moderno

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