Otto domande a Salvatore Puglisi: “Tra le mie priorità il decoro e il recupero della parte est di corso Alfieri”

Continuiamo i nostri colloqui con i candidati a sindaco con Salvatore Puglisi, candidato di Adesso Asti, una lista, come definita dallo stesso candidato, orgogliosamente 100% civica.

Nato a Milazzo Salvatore Puglisi ha vissuto buona parte della sua carriera lavorativa ad Asti. Entrato nell’Arma nel 1980 ha assunto il comando del Norm (Nucleo Operativo e Radiomobile) di Casale Monferrato (AL). Ad Asti ha guidato per un quadriennio il Reparto Operativo della Compagnia per poi passare al comando del Nucleo Investigativo e concludere l’esperienza astigiana come comandante della Stazione di Asti.

Nel corso dei tre decenni astigiani ha lavorato a tutte le principali inchieste portate a termine dall’Arma Astigiana.

Ecco le nostre otto domande per lui.


Nei primi canonici 100 giorni del mandato, quali dovrebbero essere le tre priorità su cui concentreresti subito l’azione di governo?

Non avendo esperienze politiche dirette, prima conoscerei il personale, sia quello interno, gli uffici, sia gli esterni, come il personale degli asili nido, per vedere quali sono le progettualità e quali sono i problemi o le carenze di personale. Il secondo punto è la sicurezza e il decoro della città che per me sono due elementi imprescindibili e che devono essere curati al meglio possibile, essendo il biglietto da visita della città. Il terzo punto riguarda la nostra RSA: io da sempre sono molto vicino alle esigenze degli anziani, quindi vorrei prendere visione di tutti quelli che sono i problemi della struttura per dare loro una risposta certa e celere. Perché non applichiamo il bonus del 110% agli edifici pubblici? Abbiamo molte idee sulla riqualificazione energetica dei palazzi. 

Iniziando questa campagna elettorale hai incominciato a parlare con diversi cittadini. Secondo te qual è il problema che percepiscono come più grave e a cui l’attuale Amministrazione non ha saputo dare una risposta?

Io non condanno nessuno delle precedenti Amministrazioni, perché tutti hanno lavorato bene secondo la loro sensibilità e le loro priorità. Oltre alla sicurezza e al decoro, ci sono alcuni punti, che io elenco nel mio programma, particolarmente sentiti dagli astigiani. Le “tante scatole vuote” in città, per esempio, oppure il problema degli affitti: vorrei fare un censimento degli uffici comunali che pagano un affitto, per cercare di spostare questi servizi in edifici vuoti e risparmiare il costo dei canoni di locazione. Un problema che mi sta particolarmente a cuore è quello della parte est di corso Alfieri: ne va del commercio al dettaglio che viene penalizzato e assistiamo a un depauperamento del territorio con troppi negozi sfitti. 

Il problema della sicurezza è sempre molto sentito dalla cittadinanza. In particolare, i roghi in via Guerra sono ancora una situazione irrisolta. Cosa si può fare per risolverla?

Teniamo conto che le direttive dell’Unione Europea prevedono il superamento del campo nomadi entro il 2024. Quello che si può fare, per ora, è un confronto tra la pubblica amministrazione e i residenti del campo Rom. Poi bisogna sostenere l’azione penale perché nel campo avvengono reati ambientali, reiterati e consistenti. Dobbiamo fare un’azione incisiva di investigazione, anche con il supporto di tecnologie fornite dall’Amministrazione. A chi mi chiede: “cosa servono cento telecamere ad Asti? Chi le guarda?” Non deve guardarle nessuno. Lo sguardo deve essere generalizzato, è un aspetto di deterrenza e all’occorrenza di investigazione. Le telecamere devono avere una funzione repressiva e possono aiutare le indagini anche della polizia municipale. Questo corpo deve essere il fiore all’occhiello dell’Amministrazione e deve essere autorevole ed impiegato in modo consono. In una comunicazione di reato, il Comune deve costituirsi sempre parte civile. Quindi prima si parla con il procuratore per valutare insieme a lui le condizioni per essere più incisivi e poi, man mano, vedere quali sono le condizioni per il superamento del campo.

Torniamo alla quotidianità. Qual é il giudizio sull’ordinaria amministrazione di questa Giunta (strade, pulizia, gestione del verde)? Cosa fare di concreto per migliorare Asti?

I parchi sono la priorità e devono essere fruibili da parte dei cittadini: per esempio il bosco dei Partigiani non ha i requisiti di sicurezza e dovrebbe essere chiuso al pubblico. Io proporrei per esempio un bel giardino botanico, illuminato e ben curato, che potrebbe essere anche un’attrazione turistica. Vorrei poi che le aree gioco siano inclusive nel vero senso della parola, con giostrine che possano essere fruite da tutti i bambini. 

Parliamo di te. Candidarsi a sindaco comporta un grande dispendio di tempo ed energie. A cosa hai dovuto rinunciare e cosa ti mancherà di più nei prossimi 5 anni se sarai chiamato ad amministrare la città?

Le rinunce fanno parte della mia pregressa esperienza, quindi sono abituato a farle, sebbene non nascondo che in otto mesi di “cantieraggio” (pensione, n.d.r.) ho apprezzato molto il tempo libero. Ma perché mi sono messo in gioco? Io credo che la città necessiti di un governo indipendente che non debba obbedire né alla destra né alla sinistra. Secondo me ci sono delle situazioni che non sono così insormontabili e, sulla base della mia esperienza, sperando di non peccare di presunzione, oggettivamente un’Amministrazione indipendente può fare molto per aiutare la città a risolvere molto dei suoi problemi. 

Qual è il luogo di Asti del cuore? Quello dove ti piace passeggiare anche solo per rasserenarti dopo una giornata difficile?

A me piace Corso Alfieri, i giardini pubblici e il parco Biberach. Anche nella zona di Viatosto mi piace andare a passeggiare volentieri.

Qual è l’ultimo film che hai visto? E se Asti fosse l’ambientazione di un film, a quale tipo di storia ti piacerebbe facesse da cornice?

Un film che mi piace molto è “Gli Intoccabili”. Quando sento la famosa frase “Tutto chiacchere e distintivo” cerco di non cadere in questo tranello ed essere additato così. Forse ad Asti mi piacerebbe una serie in costume ambientata nei cortili e nei giardini di uno dei tanti palazzi storici che possediamo. Comunque, nonostante le apparenze, non ci ambienterei mai un giallo. 

Sicuramente il giorno in cui sarai eletto sindaco ad Asti nascerà un bambino/a. Tra 5 anni starà per andare a scuola, incomincerà la sua vita nella nostra comunità. Cosa gli vorresti dire, e che città vorresti regalargli/le per il suo futuro?

Mi auguro, prima di tutto, che ci siano degli istituti di istruzione in grado di accompagnare tutto il suo cammino, partendo dagli asili nido. Vorrei poi un’Università più indipendente e meno “colorata”: alla Palazzina Comando mi piacerebbe far sorgere un museo del vino. Vorrei regalarle una città che abbia decoro e sicurezza: una città dove questa persona possa vivere in maniera sicura. Spero che nell’Asti del futuro ci possano essere delle occasioni di sviluppo economico anche grazie al sorgere di start up che le permettano di rimanere qui e non dover andare via.