L’ IIS Andriano di Castelnuovo Don Bosco ha incontrato il CUAMM per conoscere il loro lavoro medico nelle aree più difficili del pianeta

Il CUAMMCollegio Universitario Aspiranti Medici Missionari– è presente da 70 anni nel continente africano. All’IIS Andriano di Castelnuovo Don Bosco le studentesse di 4AS, indirizzo socio-sanitario, hanno incontrato Luciana Sarà, infermiera, e Lucina Vivalda, vice-presidente di Medici con l’Africa CUAMM Piemonte, neurologa, entrambe in pensione. L’incontro ha rappresentato un momento di arricchimento importante per le nostre alunne, data anche la curvatura sanitaria dell’indirizzo di studi.

Il CUAMM non costruisce ospedali come Emergency, ma offre assistenza sanitaria e programmi di cooperazione a lungo termine in 43 paesi diversi e in 232 ospedali. Sono più di 2000 le persone coinvolte in queste attività e almeno 300 gli italiani che operano direttamente sul campo. I livelli di intervento sono tre: ospedali, centri periferici e villaggi. Le realtà presenti nei villaggi differiscono molto dalle nostre. Spesso, infatti, le strutture sanitarie sono lontane e bisogna percorrere molta strada a piedi anche solo per un consulto con medici o infermieri, su percorsi non asfaltati e a volte accidentati. Il lavoro di CUAMM è proprio quello di andare verso i villaggi, in modo che gli abitanti possano avere la possibilità di un parere medico sempre più vicino a casa. Si tratta di tessere una rete il più possibile fitta in modo da “raggiungere l’ultimo miglio”, avvicinarsi sempre di più alle persone che hanno bisogno di cura e assistenza medica.
La vita nei villaggi si svolge ancora nelle capanne costruite con terra e mattoni. C’è una grandissima differenza rispetto alle grandi città. L’istruzione costa molto, non tutti hanno la possibilità di accedere a percorsi formativi. Sono quindi pochi i diplomati e i laureati. Sicuramente molti hanno sviluppato competenze in modo personale indipendentemente dalle qualifiche.
Luciana racconta che in Tanzania, tornata dopo anni prima del lockdown, ha trovato molti cambiamenti: strade asfaltate, grattacieli, ecc. Tuttavia, appena al di fuori dalla città, basta allontanarsi di qualche chilometro e si ripiomba nella capanna di fango.

Le studentesse hanno anche posto alcune domande: tra queste se  il CUAMM lavora anche in paesi in guerra e com’è una giornata tipo.

In Sudan, dopo una guerra durata 50 anni, CUAMM è arrivata nel 2006. C’erano ospedali distrutti, e man mano si è cominciata la ricostruzione. In Etiopia, dopo tanti anni di pace, c’è stato un conflitto molto sanguinoso. Il CUAMM lavora anche dove ci sono calamità naturali: per esempio, dopo il ciclone in Mozambico, molte persone si sono spese per darsi da fare a ricostruire. In una giornata ci sono tante situazioni diverse, in ogni caso il personale medico vive praticamente in ospedale. C’è poi chi va nei dispensari, quindi deve percorrere un tragitto in auto, e poi incontrare la gente del villaggio. Soprattutto le donne sono molto attive e vogliono migliorare la loro vita per i figli, quindi il rapporto con loro è molto importante. Si fanno degli incontri sull’igiene infantile, data l’alta mortalità dei bambini durante e dopo il parto. I travagli sono spesso lunghi e difficili.
CUAMM si occupa anche di formazione. E’ attivo nelle università italiane e nelle scuole per infermieri e ostetrici per formare personale africano. Lo scambio tra Africa e Italia è continuo.