Global warming e dove trovarlo: nel fine settimana temperature record anche per il mese di luglio

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Da sabato prossimo, secondo le previsioni meteo, il termometro schizzerà su valori assurdi per il mese di maggio: punte di 35 e 36 gradi, temperature degne di un’ondata di calore in pieno luglio ma che arrivano,  per la prima volta, in un mese ancora primaverile. E’ solo uno dei segnali inequivocabili del riscaldamento globale, con segni percepibili anche nella nostra realtà locale. E se fino a qualche decennio fa gli over 32° potevano essere l’eccezione in un contesto di un’estate calda, ora sembrano solo il prologo di quella che gli esperti già prospettano come una stagione bollente, degna di latitudini molto più meridionali.

In attesa di questa prima ondata di calore precoce, è già allarme per quello che l’estate potrebbe riservare ai raccolti e alle riserve idriche, stremate da un inverno che ha visto, non è il caso di dirlo, una siccità record.

Gli anni più caldi dal 1800 si concentrano infatti nell’ultimo decennio e comprendono nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Il caldo fuori scala porta con sé, ovviamente anche gli eventi atmosferici violenti: tornado o alluvioni lampo sono conseguenza di un riscaldamento eccessivo del nostro pianeta.  Sono aumentati infatti del 29% gli eventi climatici estremi in Italia tra nubifragi, trombe d’aria e grandinate che hanno causato danni e feriti in campagna e in città, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dell’European Severe Weather Database (Eswd) sui primi quattro mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una situazione che è costata all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne determinate da alluvioni e siccità.

In attesa di questa prima ondata di calore precoce, è già allarme per quello che l’estate potrebbe riservare ai raccolti e alle riserve idriche, stremate da un inverno che ha visto, non è il caso di dirlo, una siccità record.  Nonostante le recenti precipitazioni, però, il livello idrometrico di grandi fiumi come il Po resta basso, dopo aver raggiunto, nei mesi scorsi, il livello minimo da decenni, secondo il monitoraggio della Coldiretti.

La siccità e il caldo anomalo colpiscono in questo periodo le semine primaverili di mais, le coltivazioni di grano, foraggi, ortaggi e frutta, ma anche le piante di vite, soprattutto i nuovi impianti che per attecchire e crescere hanno bisogno di acqua.

“Si tratta della conferma dei cambiamenti climatici che sono accompagnati – sottolineano Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti e Diego Furia direttore Coldiretti Asti – da una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali, eventi violenti, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole, con sbalzi termici significativi”.

Fonte foto: www.it.depositphoto.com

 

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