Ambiente Asti: “Ecco i nostri punti per il futuro di Astiss”

Ben poco ci interessa la querelle tra soggetti che discutono sui giornali e di attacchi spesso privi di proposte e quindi le risposte conseguenti che non entrano nel merito” commenta così la lista Ambiente Asti sulla recente polemica nata sull’Università.  “Entriamo invece nel merito delle questioni e dibattiamo seriamente di Università” con il contributo di un nostro candidato”.

L’Università di Asti come polo di riferimento culturale, sociale, tecnologico
Proposte, in sintesi:
1) Promuovere la divulgazione della ricerca e della cultura scientifica ad Asti attraverso cicli di
eventi appropriati.
2) Ampliare le attività di orientamento degli studenti al fine di ridurre fenomeni di dispersione e
abbandono degli studi universitari.
3) Rafforzare l’interazione con gli atenei piemontesi, allo scopo di aumentare l’offerta formativa
sul territorio ed orientare meglio gli studenti astigiani.
4) Favorire l’incontro tra università e realtà del territorio, anche predisponendo luoghi appositi
5) Migliorare la capacità di attrarre fondi europei per innovazione e ricerca.
La nascita di un polo Universitario ad Asti ha portato una grande ricchezza. UniASTISS è diventato
negli anni un punto di riferimento per molte attività astigiane, e può costituire un importante punto
di partenza per obiettivi più ambiziosi.
Se guardiamo al ruolo che un’Università moderna ha oggi in molte città del mondo, vediamo che questo va ben oltre quello – seppur fondamentale – dell’alta formazione. L’università funge spesso come luogo naturale di raccordo tra scuola, ricerca, impresa e società civile. La vicinanza con l’Università di Torino, che per molti anni è stata vissuta come un elemento di difficoltà nei confronti di uno sviluppo robusto di un’università Astigiana, può invece essere sfruttata come fonte di risorse, modelli e possibili sinergie.
In Europa sono molte le città di piccola o media grandezza che, nonostante la vicinanza con città più grandi, hanno saputo costruirsi un’identità o rilanciarsi grazie proprio ad Università e Ricerca. Alcuni esempi dalla mia esperienza personale: Regensburg e Darmstadt in Germania, Grenoble in Francia, Oxford in UK.
Guardando ad Asti, sono diverse le possibilità che si aprono per un nuovo ruolo dell’Università:
– Università come cardine per la divulgazione ed il public engagement, ovvero il coinvolgimento della cittadinanza. Si tratta della cosiddetta terza missione dell’Università, cui viene dato sempre più rilievo, che punta a dare un impatto immediato, culturale e sociale, alla ricerca di alto livello. Esperienze come quella di Giovedì Scienza a Torino hanno mostrato come questi eventi divulgativi possano avere un ampio riscontro tra il pubblico, riempiendo (pre-covid) teatri importanti come il teatro Colosseo. Questo tipo di esperienza potrebbe essere replicata ad Asti, magari coinvolgendo almeno in una fase iniziale proprio chi si occupa di divulgazione a Torino, come la sopracitata associazione giovedì scienza o il centro Agorà Scienza, ma anche e soprattutto valorizzando le conoscenze e competenze astigiane, a partire dai diversi docenti universitari astigiani fino al coinvolgimento attivo di imprese innovative.
– Università come punto di riferimento per l’orientamento in uscita di studenti delle superiori. Da anni mi occupo delle iniziative di orientamento presso l’università di Torino e posso testimoniare come a queste venga data sempre più rilevanza sociale: uno studente ben indirizzato sceglierà probabilmente un percorso di studi che lo porterà a laurearsi bene ed in tempi brevi, mentre scelte sbagliate possono portare facilmente ad un abbandono degli
studi. Questo rischio è tanto più alto tanto più fragile è il background familiare (culturale, economico) di studenti e studentesse, contrastarlo significa contribuire a ridurre il divario sociale. Diverse iniziative in questo senso sono già state portate avanti dal polo UniASTISS, ma possono essere integrate e ampliate in un’ottica di più ampio respiro.
– Dall’interazione con gli attori del territorio e con gli atenei piemontesi possono nascere spunti per l’apertura di nuovi corsi di studio, lauree triennali magistrali o master, in un’ottica di crescita del polo Universitario, che porterebbe molti benefici alla città. Questi nuovi corsi devono avere o caratteristiche di forte legame con il territorio e le sue eccellenze o necessità, oppure un carattere di originalità che vada a coprire nicchie non ancora presenti nel panorama formativo, quindi in grado di attrarre studenti dal di fuori del territorio.
– Università come punto di incontro tra Ricerca e Impresa. Senza andare a scomodare situazioni geograficamente e culturalmente lontane da noi, si può guardare a quello che è successo negli ultimi anni a Torino: a fianco di realtà consolidate come l’ “incubatore d’impresa” sono nate o stanno nascendo strutture come la butterfly area, luoghi in cui le imprese incontrano le Università, condividendo progetti, conoscenze, tecnologie e strutture di ricerca. Ad Asti un punto di partenza sarebbe l’organizzazione di incontri di avvicinamento tra imprese e rappresentanti degli atenei piemontesi, per mappare in modo accurato la situazione sul territorio cittadino e provinciale e cercare interlocutori interessati, per poi puntare alla definizione di un luogo fisico in seno al polo universitario che faccia da riferimento. La promozione della partecipazione attiva delle aziende ai poli di innovazione promossi dalla Regione Piemonte costituisce un’altra importante opportunità.
– Università come luogo di naturale sviluppo della progettualità europea. Sono molte le possibilità offerte da programmi come Horizon Europe per le piccole e medie imprese, il che potrebbe attrarre parte degli ingenti stanziamenti europei per ricerca e innovazione verso il nostro territorio. Questo si aggiunge a bandi nazionali e regionali, generalmente meno ricchi, ma comunque interessanti. Per entrare a far parte dei grandi consorzi internazionali che partecipano efficacemente a questi progetti è fondamentale “fare rete”.
Si tratta come è evidente di proposte diverse, alcune di applicabilità e ricaduta immediata, altre decisamente più a lungo termine. Un obiettivo fondamentale è che non si tratti di iniziative organizzate una tantum, né “calate dall’alto”, ma di attività che devono riuscire a diventare nel tempo strutturali e strettamente intrecciate con la vita pubblica astigiana, fondandosi sulle competenze presenti sul territorio e alimentandole.
Lorenzo Maschio
professore universitario in chimica teorica dei materiali e dell’ambiente
presso l’Università di Torino.