“Uomini liberi”: Castagnole Lanze legge Fenoglio e ricorda la Liberazione

Oggi con l'attrice Patrizia Camatel e la conversazione tra Lorenza Balbo e Laura Nosenzo

“Uomini liberi: Castagnole Lanze verso il 25 aprile” è il titolo dell’evento organizzato dal Comune per ricordare la Liberazione e i cento anni dalla nascita di Beppe Fenoglio.

Sarà proprio un racconto dello scrittore albese ad aprire l’incontro ospitato oggi pomeriggio, sabato 23 aprile, alle 18, nell’ex Chiesa Confraternita Battuti Bianchi. Ne “Gli inizi del partigiano Raoul” Fenoglio racconta di Sergio P. che “partì una mattina da Castagnole delle Lanze per andare a Castino ad arruolarsi in quell’importante presidio badogliano”.

Il presidio era quello di Piero Balbo (Poli), carismatico capo partigiano della II Divisione Langhe destinato a diventare il comandante Nord ne “Il partigiano Johnny” di Fenoglio. Balbo e Fenoglio erano amici: che cosa si può dire di loro che non sia già stato detto? E quali prove attesero Sergio P. (Raoul) nel momento decisivo della scelta partigiana?

In apertura, dopo il saluto istituzionale del sindaco Carlo Mancuso, la lettura de “Gli inizi del partigiano Raoul” a cura dell’attrice Patrizia Camatel (Casa degli Alfieri).

Sotto al titolo “Le parole che contano” seguirà la conversazione tra Lorenza Balbo, figlia di Poli, e Laura Nosenzo, giornalista e scrittrice, ideatrice dell’evento castagnolese. Letteratura, eredità della Resistenza e impegno civile dei giorni nostri saranno le parole chiave del dialogo tra le due ospiti.

Infine l’intervento (“La medaglia d’oro degli uomini liberi”) di Paolo Lanfranco, presidente della Provincia, ripercorrerà un momento importante della storia astigiana: il riconoscimento attribuito all’Ente dal presidente della Repubblica Scalfaro, nel 1996, per attività partigiana.

“Teniamo molto a questo evento, preparato negli ultimi mesi con particolare cura – spiega il sindaco Carlo Mancuso – Con il racconto di Fenoglio recuperiamo un’altra parte della vita partigiana di Castagnole dopo i racconti del libro ‘Io c’ero’ che, l’anno scorso, hanno visto protagonisti due nostri concittadini, Teresa Ebrille e Giuseppe Dova, e ci hanno fatto scoprire la storia inedita del partigiano Albino Mereu. Vicende toccanti di persone coraggiose che ci hanno reso uomini liberi: con questa definizione vogliamo continuare a parlare di valori ereditati dalla Resistenza e di impegno civile, in un momento in cui la tragicità della guerra torna a manifestarsi a poca distanza da noi”.

Ingresso libero all’incontro con il rispetto delle precauzioni sanitarie da Covid-19.

Nelle foto: Lorenza Balbo con una delle carte d’identità false usate dal padre durante la Resistenza (immagine tratta da “Io c’ero” di Laura Nosenzo e Loredana Dova); sotto la locandina dell’evento

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