Lettere al direttore

Le Associazioni dei Pendolari piemontesi scrivono alla Regione: “Senza una pianificazione lungimirante del servizio non c’è futuro”

Nei giorni scorsi l’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi ha annunciato gli investimenti sulla rete ferroviaria della nostra regione.

Diverse associazioni di pendolari del Piemonte, dopo aver letto le dichiarazioni di Gabusi, hanno deciso di sottoscrivere una lettera aperta rivolta in particolare al presidente della 2^ Commissione Consiglio Regionale del Piemonte, Mauro Fava, e ai tutti i Consiglieri tutti sul futuro del sistema ferroviario locale. “Servizio ferroviario significa futuro sostenibile del Piemonte. Senza una pianificazione lungimirante del servizio, frutto anche di condivisione con gli utenti, non c’è futuro.” si legge nell’oggetto.

Di seguito il testo della lettera aperta.


Pregiatissimo Presidente, Pregiatissimi Consiglieri,
inviamo la presente per manifestare la nostra contraddizione in merito agli ultimi sviluppi relativi al Contratto per il Servizio Ferroviario Regionale in via di definizione.

Dalle parole pronunciate dall’Assessore ai trasporti Marco Gabusi in una recente seduta della vostra Commissione, riunita per il parere consultivo sul bilancio 2022-2024, apprendiamo con stupore ed enorme disappunto che il predetto contratto verrà sottoscritto a condizioni peggiorative rispetto a quelle del precedente ed a costi in proporzione più elevati.
Nelle dichiarazioni dell’Assessore leggiamo che “In questo bilancio e per i prossimi 10 anni abbiamo previsto di stanziare 15 milioni di euro, per un totale quindi di 150, sul trasporto ferroviario in forza del nuovo contratto di servizio con Trenitalia. Sono risorse che in passato non erano previste”.

A noi risulta una situazione diversa; il contratto in vigore fino al 2018, poi rescisso dall’attuale Amministrazione Regionale, prevedeva una spesa di € 140.000.000 circa ma erogava un servizio come fino a prima del Covid quindi con più corse durante la settimana, al sabato e nei festivi, le linee Bra Cavallermaggiore e Saluzzo Savigliano attive, ora sospese. Benché non soddisfacente era un’offerta discreta ma migliorabile, certamente da incrementare, mentre invece se le prospettive future fossero quelle delineate dall’Assessore Gabusi, si potrebbe parlare di un danno alla collettività in merito al servizio inadeguato a fronte di maggiori costi per le casse pubbliche.

L’Assessore dichiara poi che “Questi fondi serviranno a garantire servizi che già oggi sono presenti, ma senza queste risorse avremmo dovuto tagliare alcune tratte…”.
All’Assessore rispondiamo che quei fondi sarebbero dovuti servire all’implementazione del servizio pre-Covid, con in programma la riattivazione di un primo lotto di linee sospese.

Ci chiediamo e gli chiederemmo per quale motivo quando si tratta di ferrovie egli continui a ripetere, come in una stanca litania, che i fondi non ci sono ma soprattutto perché non si adoperi a trovarli. Eppure di soluzioni ce ne sarebbero molte, da una richiesta di ulteriori disponibilità dal Governo (richiesta che potrebbe trovare concordi moltissime altre Regioni italiane) ad una migliore pianificazione e ad una rinegoziazione degli accordi con Trenitalia che potrebbe portare ad un recupero di risorse. Evidenziamo peraltro che il Fondo Nazionale Trasporti, da cui le regioni attingono le disponibilità per il trasporto pubblico locale, verrà aumentato strutturalmente dagli attuali 4,95 miliardi di euro fino ad arrivare gradualmente fino a 5,35 miliardi di euro a partire dal 2026, come previsto dalla Legge di Bilancio 30 dicembre 2021, nº 234.

È chiaro che non siamo ancora di fronte ad un incremento adeguato rispetto alle mutate esigenze del trasporto pubblico a livello nazionale. Tuttavia è un segnale di inversione di tendenza che però se non viene colto predisponendo progetti e richiedendone i relativi stanziamenti, certamente questi non arriveranno mai, non pioveranno dal cielo. E se questi non bastassero ancora, occorrerebbe sollecitarne di ulteriori. Questo andrebbe fatto.
Siamo consci che tutto ciò richiede impegno e tempo, ma come vengono impiegati per trovare disponibilità finanziarie per le strade, perché analoga dedizione non la si dedica alle ferrovie?
E tale compito non compete forse all’Assessore? È quanto sta facendo?

Nelle sue dichiarazioni, l’Assessore continua dicendo che “I 15 milioni servono per garantire il servizio, che però non potrà tornare ai livelli pre-covid perché non è più sostenibile.” Non è sostenibile solo per chi vuole smantellare il Servizio Ferroviario Regionale, mentre la realtà è di una richiesta da parte dell’utenza di ritornare all’offerta pre-Covid, con un’ampia consistenza di quella inespressa in quanto obbligata, per le soppressioni in tempo di pandemia, ad utilizzare il mezzo privato. Sono passeggeri che il servizio pubblico perderà e che continueranno ad alimentare la congestione del traffico.

Riscontriamo quindi con rammarico che le scelte dell’attuale Assessorato non soddisfano affatto l’esigenza di ridurre il numero dei veicoli privati, l’inquinamento, i sinistri stradali e non vanno in alcun modo verso quella transizione ecologica che dovrebbe caratterizzare anche la politica della Regione, dimostrando scarsa lungimiranza, che invece dovrebbe accompagnare tutti i nostri Amministratori regionali, alcuni dei quali sembrano invece più preoccupati di inseguire il consenso tra gli elettori, mentre per la maggioranza siamo certi stia a cuore il futuro sostenibile di tutti i piemontesi. Ecco in cosa il Piemonte difetta, di progettazione e di visione del futuro, verso gli obiettivi non più rinviabili che dovremo raggiungere in campo ambientale e sociale.

Aggiungiamo infine che le dichiarazioni dell’Assessore sconfessano un orientamento espresso da Codesta Commissione, che prevedeva un processo partecipato con gli utenti finalizzato alla costruzione del Contratto di Servizio, a cui lo stesso Assessore in una comunicazione sembrava fornire un riscontro positivo, mentre la realtà è che non vi è stato alcun confronto.

Per tutto quanto sopra siamo a chiedere una ridefinizione delle costruende clausole del contratto per il Servizio Ferroviario Regionale, che dovrebbe essere frutto di un confronto aperto con le associazioni dei pendolari e dei cittadini, la cui composizione non può e non deve essere soltanto una mera pratica burocratica da risolvere negli uffici chiusi dell’Amministrazione e tra pochi attori, alcuni dei quali sono peraltro privi di esperienza che può derivare solo dalla quotidianità, fatta di ritardi, soppressioni, coincidenze mancate.

Concludiamo con la considerazione che quali che siano le cause delle mancanze dell’operato dell’Assessore, si delinea in modo evidente esserci stata fino ad oggi un’incompatibilità delle sue azioni con l’incarico ricoperto, che ha tra le sue funzioni il miglioramento del servizio e della mobilità sostenibile per lo sviluppo del territorio e non, evidentemente, il suo peggioramento.
Restiamo quindi in attesa di un riscontro, auspicando in una svolta, attesa da troppo tempo e da molti, nei rapporti tra amministrazione pubblica e cittadini, che deve avere il bene comune come unico fine.
Siamo inoltre a disposizione per essere auditi presso Codesta Commissione in merito a quanto sopra esposto.
Cordiali saluti.

Co.M.I.S. – Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile
Associazione Ferrovie Piemontesi
Associazione Pendolari e Trasporti Biellesi
Associazione Pendolari Novesi
Comitato Ferrovie Locali Comitato
Amici della Ferrovia Cuneo Ventimiglia Nizza
Gruppo Pendolari Cuneo-Torino
Coordinamento Pendolari Casale Monferrato