Celebrazioni del 25 aprile ad Asti, Paolo Monticone: “Sempre per la pace, ma a fianco della Resistenza ucraina” fotogallery

La guerra in Ucraina entra in maniera prepotente all’interno delle celebrazioni del 25 aprile, che si sono tenute questa mattina ad Asti, tornate finalmente al normale programma pre-  pandemia.

La mattinata è iniziata con la messa, celebrata dal Vescovo di Asti, Marco Prestaro che ha celebrato la messa in ricordo dei caduti  al sacrario dei caduti per la Liberazione nel cimitero di viale Don Bianco.

Un importante momento si è tenuto invece davanti alla Provincia, dove è stata svelata la lapide commemorativa del conferimento alla Provincia di Asti della medaglia d’oro alla Resistenza, in occasione della cerimonia svoltasi 25 anni fa alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. “E’ un momento molto importante – ha ricordato il presidente della Provincia Paolo Lanfranco al momento dello svelamento della lapide – che ci ricorda come l’impegno per la libertà è stato un impegno comune da parte di tutta la società astigiana, di un territorio definito “contadino per eccellenza“.

La manifestazione è poi proseguita ai giardini pubblici, con un momento di raccoglimento davanti al cippo dei caduti per la Resistenza. Quindi il corteo è proseguito per piazza Primo Maggio, per un altro momento di commemorazione per poi arrivare in piazza San Secondo, dove si sono tenuti gli interventi del presidente dell’ANPI, Paolo Monticone, del sindaco Maurizio Rasero, di Domenico Massano della rete Welcoming Asti e del vescovo di Asti Marco Prastaro.

Monticone: “Non strumentalizzate l’Anpi”

Accorato l’appello da parte del presidente di ANPI di Asti, Paolo Monticone: “In questo momento qualcuno si arroga il diritto di dire cosa avrebbero pensato i partigiani della situazione che stiamo vivendo – ha affermato nel suo intervento – noi, che raccogliamo la loro eredità, invece pensiamo di non avere tutte queste certezze. Posso riferire solo il pensiero di una nostra iscritta, una partigiana anziana ma ancora lucida che ci ha detto: “Io ho partecipato alla Resistenza perché non ne potevo più della guerra”. Ed è proprio per questo motivo che è nata la Resistenza: i partigiani hanno preso le armi non per conquiste territoriali, ma per riportare la pace nel nostro martoriato paese. Noi siamo e saremo sempre per la causa della pace, così come lo siamo per la Resistenza. E la Resistenza oggi la porta avanti chi è stato invaso, il popolo che si trova sotto le bombe”.

Rasero: “Sappiamo da che parte stare”

Ha citato invece Piero Calamandrei il sindaco di Asti, Maurizio Rasero: “Oggi festeggiamo, senza distinguo di parte, una festa di libertà. E Calamandrei diceva che la libertà è come l’aria, una cosa che diamo per scontata ma che ci ricordiamo quanto è importante solo quando ci viene a mancare. Oggi siamo a fianco del popolo ucraino senza se e senza ma: sappiamo da che parte stare in maniera ferma e convinta, sapendo chi è l’invasore e chi è l’invaso. Festeggiamo questo 25 aprile tendendo alta la bandiera della libertà”

Massano: “Mi chiedo se l’articolo 11 è ancora attuale”

Domenico Massano, responsabile della rete Welcoming Asti che tutti i sabati continua con il suo presidio in piazza San Secondo per la pace in Ucraina si chiede invece se davvero la pace è un valore condiviso da parte della società italiana: “I padri costituenti usarono, nell’articolo 11 della nostra Costituzione, il verbo “ripudiare” nei confronti della guerra. Questo perché ritennero che si trattasse di sottolineare sia una denuncia che una condanna. Mi chiedo se questo dettato costituzionale sia ancora valido e perseguto con convinzione nella nostra attuale società italiana”.

Prastaro: “Il modello della pace è quello della cura reciproca”

Ha concluso gli interventi il vescovo di Asti, Marco Prastaro, che ha ricordato il pensiero della Chiesa sulla questione: “Come dice il Papa – ha ricordato – la risposta alla guerra è  creare un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato. Il nuovo modello è quello della cura: la soluzione è lavorare insieme per la pace. Dobbiamo vivere nella cultura dell’accoglienza”.

La giornata si è conclusa con la commemorazione di Vittorio Dan Segre, partigiano della brigata ebraica, ai giardini Gilberto Barbero di strada Fortino, a cura dell’Associazione Italia Israele e dell’Associazione Italia 2000.