Lettere al direttore

Linea Asti-Chivasso: “Si chiede una riapertura reale del servizio”

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Riceviamo e pubblichiamo.


Buongiorno egregio direttore,

sono residente da 20 anni nel comune di Brozolo, sono stato abbonato (fino alla sospensione della linea) ferroviario dell’area trasporti metropolitani ,anello includente appunto la Asti Chivasso, usufruendo del treno, sempre, come mezzo alternativo al veicolo privato. Con il passaggio ai bus, (un vero spezzatino di appalti a marchi aziendali eterogenei) ho scelto la mobilita’privata per gioco forza.

Oggi ritengo sensato, logico, vista la mole di denaro pubblico europeo speso per l’aggiornamento ed il recupero della tratta in questione, il ripristino ad uso di servizio pubblico, per i cittadini ( non un indefinito servizio “turistico ” per giochi di” trenini gastronomici “oppure” trenini nostalgia del tempo che fu “con vaporiere a carbone ad altissimo impatto ambientale).

La questione della bassa utenza della linea nasce dal servizio sempre carente negli ultimi anni, ma comunque effettuato fino all’ultimo giorno, con le motrici diesel moderne denominate “minuetto”, efficienti, silenziose, duttili, a vocazione doppia, o elettriche, o endotermiche, a seconda della linea percorsa.

La volontà distruttiva dei collegamenti ferroviari locali nasce da un mix/groviglio di piccoli e miseri interessi, su cui non voglio pronunciarmi per dignità comunicativa di vostro lettore e cittadino; di fatto un treno porta molte persone con impatto ambientale basso anche se diesel: oggi sulla tratta tra Cavagnolo e Chivasso ad esempio al mattino, nella fascia oraria 7- 7,30 vedo a volte tre bus in fila  anche dello stesso marchio. Le voglio ricordare che l’utenza esiste, prova ne è che quando era il treno a viaggiare, nelle fasce orarie importanti viaggiavano due motrici attaccate, per fare stare nel treno studenti (tantissimi) e lavoratori pendolari.

Quindi le ragioni del basso afflusso da pù parti dette non sono reali. Certo con il tempo, facendo morire i servizi le utenze calano, al contrario, se si recuperano cose direi scontate per un paese civile, un treno regionale, le utenze pian piano ritornano.

Questo è il mio punto di vista sulla Chivasso-Asti (e sulla Casale-Asti), recuperare significa cancellare l’equazione banale, scontata, miope dei tempi del signor Cota, ovvero “taglio i treni e risano il bilancio regionale”.

Spero di trovare nel suo giornale un portavoce a favore di questa ferrovia ripristinata in servizio ordinario.

La ringrazio per la lettura, buongiorno.

Lettera firmata

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