L’andamento della congiuntura economica in Piemonte tra tensioni geopolitiche internazionali e shock energetico

Più informazioni su

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 201ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2022 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2021 e ha coinvolto 1.761 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 100.912 addetti e un valore pari a circa 34,1 miliardi di euro di fatturato.

Il 2021 è stato l’anno del rimbalzo. Dopo un 2020 che aveva visto l’economia regionale affrontare le sfide imposte dalle misure adottate per contenere la pandemia, subendo un calo produttivo del 5,9%, nel 2021 la continuità produttiva del comparto manifatturiero, associata a una ripresa intensa del commercio internazionale, ha prodotto un incremento a doppia cifra della produzione industriale piemontese, accompagnato da crescite intense anche di fatturato e ordinativi.

Analizzando le performance trimestrali emerge come, dopo la variazione positiva del 5,0% registrata nel periodo gennaio-marzo 2021, l’incremento medio trimestrale si sia attestato al +25,1% nel II trimestre, anche a causa del confronto con il periodo più duro del lockdown (aprile-giugno 2020). Il III trimestre 2021 ha segnato uno sviluppo del 4,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, mentre negli ultimi tre mesi il tessuto manifatturiero regionale ha segnato una variazione produttiva tendenziale del +6,8%.

La crescita media della produzione manifatturiera per l’intero 2021 è stata pari al 10,3%, segnando non solo un’inversione di tendenza sul 2021, ma anche mostrando un risultato migliore rispetto a quanto evidenziato negli anni pre-pandemici.

Il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, commenta: “Le imprese piemontesi sono riuscite a vincere le sfide poste da un 2021 ancora caratterizzato dalla pandemia, registrando una buona performance della produzione industriale. Lo scenario di guerra Russia-Ucraina con cui ora ci dobbiamo però confrontare e le conseguenti tensioni geopolitiche ed economiche internazionali, l’alto prezzo del petrolio e la crisi energetica unite ai costi elevati di altre materie prime costringono il nostro sistema imprenditoriale a mettersi sulla difensiva. Per evitarlo e per proteggere le imprese dai pesanti contraccolpi occorre – da subito – promuovere misure che, a più livelli, riescano a calmierare da un lato il caro bollette e dall’altro l’aumento dell’inflazione”.

Come UniCredit – sottolinea la Regional manager Nord Ovest Paola Garibotti –,abbiamo registrato nel 2021 una grande vivacità dell’economia reale. Lato corporate abbiamo concluso l’anno scorso nel Nord Ovest oltre mille operazioni di finanziamento per un totale erogato di oltre 1,1 miliardo di euro. Per quanto riguarda le piccole aziende UniCredit nel nord ovest ha erogato quasi mezzo miliardo in 6.500 operazioni, numeri significativamente superiori al pre-pandemia: nel 2019 infatti furono 6371 operazioni per 356 milioni. Gli imprenditori oggi ci chiedono informazioni e un aiuto nell’intercettare i fondi del Pnrr. Per questo scopo il Gruppo ha costituito una task force dedicata e strutturata per supportare le mission del PNRR. La task force coinvolge aree di business, fabbriche prodotto del Gruppo, gestione dei rischi e strutture dedicate ad accompagnare le imprese nell’accesso ai fondi europei grazie a strumenti di finanziamento dedicati alla realizzazione di progetti innovativi e sostenibili. Inoltre per dare un sostegno sempre più reale alle esigenze dei clienti, UniCredit è pronta a far partire il piano di nuove assunzioni concordato con i sindacati: è previsto l’inserimento di 350 nuove figure professionali entro giugno a livello nazionale. Le assunzioni che verranno realizzate ci consentiranno di rafforzare ulteriormente la nostra vicinanza ai territori in modo socialmente responsabile e ci aiuteranno a favorire un ricambio generazionale, anche in vista dei nuovi investimenti digitali che ci attendono. In linea con gli obiettivi di rilancio di Unicredit Unlocked tra i focus del piano figura inoltre proprio la semplificazione delle attività di gestione del credito grazie ad investimenti incentrati soprattutto nei settori digital&data. Inoltre di fronte ai recenti rincari UniCredit mette a disposizione un pacchetto di misure eccezionali (un plafond nazionale di 3 miliardi di euro) per le Pmi del Paese che stanno subendo un ciclo di rialzi senza precedenti dei costi dell’energia e delle materie prime o che hanno registrato contrazioni nei ricavi derivanti da vendite estere. In quanto banca attenta alle esigenze del sistema produttivo, con questa iniziativa offriamo nuovi strumenti di sostegno per le esigenze di liquidità delle PMI dei settori maggiormente colpiti dai rincari (manifatturiero, metalmeccanico, trasporti, edilizia, ecc.) che rischiano una ulteriore compressione del proprio capitale circolante”.

“I numeri presentati oggi raccontano, ancora una volta, come le imprese piemontesi siano state capaci di rialzarsi e tenere accesi i motori nonostante i durissimi colpi subiti dalla pandemia – commenta Andrea Perusin, Direttore regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo -. La nostra recente analisi di clima tra i gestori di relazione conferma questa prova di forza e rivela anche la capacità delle aziende di reagire alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e all’aumento dirompente dei costi dell’energia, seppure con diverse velocità e strategie: il prezzo resta la leva principale, soprattutto nei settori più colpiti dai rincari delle commodities, ma è interessante osservare come molte aziende del manifatturiero si stiano muovendo verso la revisione di processi e prodotti, il potenziamento dei magazzini, l’accorciamento delle filiere di fornitura. Pur se influenzata dalla dimensione aziendale, l’attenzione è puntata in modo trasversale sulla digitalizzazione, sui temi della sostenibilità, sulla valorizzazione delle persone, sulla maggiore presenza nei mercati internazionali, in piena coerenza con le missioni del PNRR, di cui tuttavia soprattutto le imprese più piccole non colgono ancora appieno vantaggi e potenzialità. Resta cruciale il tema degli investimenti, su cui persiste l’urgenza di accelerare, integrando le risorse pubbliche con quelle private: nel 2022 era atteso un rimbalzo per la maggior parte dei settori, ma certamente la tragica irruzione del conflitto in Ucraina – dove Intesa Sanpaolo sta continuando a fare tutto il possibile per assistere le proprie persone e più in generale la popolazione, anche attraverso un’iniziativa volta alla donazione di 10 milioni di euro a sostegno di misure di solidarietà e accoglienza – apre ora uno scenario di nuove incertezze, sfumando il cauto ottimismo della ripartenza post pandemica. In questo frangente storico, teniamo dritta la barra e manteniamo il forte impegno nel sostenere gli investimenti, soprattutto quelli strategici in innovazione tecnologica, digitalizzazione, transizione green e intensificazione delle filiere: i 400 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI, stanziati da Intesa Sanpaolo per moltiplicare gli effetti dei fondi previsti dal PNRR certificano il nostro contributo allo sviluppo delle imprese e alla ripresa strutturale del Paese. Inoltre, abbiamo messo a disposizione nuove misure finanziarie immediate per supportare le PMI energivore e quelle il cui fatturato potrebbe risentire maggiormente di un calo delle esportazioni, specie verso Russia e Ucraina”.

Concentrando l’attenzione sull’ultimo trimestre del 2021 si evidenzia come la crescita della produzione industriale (+6,8%) sia stata accompagnata da un andamento positivo degli ordinativi interni (+6,4%) e da una lieve flessione degli ordinativi sul mercato estero (-0,9%). Il fatturato totale ha segnato un +13,6% e la componente estera ha mostrato un incremento ancora più sostenuto (+19,9%). Il grado di utilizzo degli impianti è salito dal 62,7% del IV trimestre 2020 al 71,6%.

Tutti i principali settori della manifattura regionale mostrano nel IV trimestre 2021 una crescita della produzione industriale. La performance migliore appare quella della filiera tessile (+17,1%). Tale risultato dipende dal confronto con un IV trimestre 2020 in cui le industrie del tessile e abbigliamento registravano ancora un calo intenso (-16,2%). Evidenziano una variazione superiore alla media regionale del periodo anche le industria del legno e del mobile (+9,2%), quelle meccaniche (+7,7%) e il comparto alimentare (+7,5%). Un dato in linea con quello piemontese complessivo appartiene al comparto dei metalli (+6,9%).

Le imprese dell’elettricità e dell’elettronica segnano un incremento della produzione del 6,5%, le industrie chimiche e della gomma plastica seguono con un +4,7%.

La variazione positiva meno intensa appartiene a uno dei protagonisti della manifattura piemontese: il comparto dei mezzi di trasporto (+3,4%), settore maggiormente penalizzato dai vincoli di fornitura e che già nel IV trimestre 2020 (periodo con cui ci si confronta) cresceva del 3,9%. Focalizzando l’attenzione su questo settore, si rileva come la performance positiva del IV trimestre 2021 risulti il frutto di una stazionarietà nella produzione di autoveicoli (0,7%) e di una crescita del comparto dell’aerospazio (+10,7%).

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale emerge una ripresa diffusa a tutte le classi dei livelli produttivi. Le micro dimensioni (0-9 addetti) registrano una crescita del 5,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le piccole imprese (10-49 addetti) e le medie aziende (50-249 addetti) mostrano un aumento, rispettivamente pari a 6,4 e 8,4 punti percentuali. Le imprese di grandi dimensioni (oltre 250 addetti), infine, registrano una crescita tendenziale della produzione del 7,0%.

L’ottima performance mostrata a livello complessivo regionale nel IV trimestre 2021 deriva da incrementi di intensità differenziata dei vari territori.

Biella segna la crescita più elevata (+15,3%), risultato imputabile alla ripresa della produzione delle industrie del tessile e abbigliamento. Nel Verbano Cusio Ossola il rilancio produttivo si attesta al +9,2%, grazie alla filiera tessile e alla metalmeccanica. Gli stessi settori sostengono anche l’aumento della produzione di Novara (+8,4%). Cuneo, grazie alle dinamiche positive del tessile e della meccanica, segna un +6,4% rispetto all’analogo periodo del 2020. Il capoluogo regionale chiude il IV trimestre 2021 con una variazione tendenziale positiva del 6,3%: bene a Torino soprattutto alimentare, tessile, elettricità ed elettronica e metalli. Anche Alessandria manifesta un risultato positivo (+5,9%), grazie alla crescita a doppia cifra del comparto orafo. Asti, sostenuta dal comparto alimentare e dalla metalmeccanica, realizza un +5,2%. La performance espansiva meno intensa viene registrata da Vercelli (+4,8%), dove l’aumento evidenziato dalle imprese della rubinetteria/valvolame e del tessile e abbigliamento viene attenuata dalla dinamica negativa espressa dalla chimica/plastica.

A fronte di un consuntivo 2021 decisamente positivo emerge però già un netto deterioramento del clima di fiducia degli imprenditori piemontesi per i prossimi mesi. Tensioni geopolitiche internazionali, shock energetico, costi elevati delle materie prime, evoluzione del quadro pandemico e vincoli nelle forniture rendono incerte le possibilità di consolidare la ripresa.

Più informazioni su