La musica sopravvissuta alla deportazione: il Maestro Francesco Lotoro ospite di “Vecchie e nuove R-esistenze”

“UN CANTO SALVERA’ IL MONDO. 1933 -1953:
LA MUSICA SOPRAVVISSUTA ALLA DEPORTAZIONE”

Il percorso “Vecchie e nuove R_esistenze:.. Ancora Riconnessioni_9” – promosso da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano, Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna, Israt, Casa dellaCasa della Resistenza e della Deportazione di Vinchio, con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano”  e Aimc di Asti – prende l’avvio con un nuovo importantissimo appuntamento.

Giovedì 24 marzo 2022 alle 18 (Meet), il Maestro Francesco Lotoro presenterà “Un canto salverà il mondo. 1933-1953: la musica sopravvissuta alla deportazione” (Feltrinelli). Introdurrà l’incontro Martino Anibaldi. “Da più di trent’anni Francesco Lotoro, pianista e compositore, recupera la musica scritta nei Campi di concentramento e nei luoghi di cattività civile e militare tra il 1933, anno dell’apertura del Lager di Dachau, e il 1953, anno della morte di Stalin e graduale liberazione degli ultimi prigionieri di guerra detenuti nei Gulag sovietici. Questo libro racconta la sua ricerca, che con un instancabile lavoro di recupero, studio, revisione, esecuzione e registrazione ha portato alla costruzione di un archivio di ottomila opere di musica concentrazionaria, diecimila documenti di produzione musicale nei Campi (microfilm, diari, quaderni, registrazioni fonografiche, interviste a sopravvissuti) e tremila pubblicazioni universitarie, saggi di musica concentrazionaria e trattati musicali prodotti nei Campi. È l’impresa epica della costruzione di un archivio straordinario e unico al mondo. Un viaggio nella Musica e nella Storia che svela un modo nuovo di raccontare i capitoli più bui del Novecento: indagando le strategie del genio creativo e dell’emozione attraverso le quali una vicenda umana può entrare in una partitura e da qui oltrepassare le maglie del suo tempo per  ccedere all’eternità. “La musica prodotta in cattività,” scrive Lotoro, “aveva poteri taumaturgici, rovesciava letteralmente le coordinate umanitarie dei siti di prigionia e deportazione, polverizzava le ideologie alla base della creazione di Lager e Gulag. Forse non salvava la vita, ma sicuramente questa musica salverà noi.” Un grande pianista e compositore è impegnato da oltre trent’anni in un’impresa epocale: costruire un archivio della musica sopravvissuta alla deportazione e ai Campi di prigionia”.

Nato nel 1964 a Barletta (Italia), Francesco Lotoro è pianista, compositore e direttore d’orchestra oltre ad essere docente di pianoforte presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Per diversi anni è stato docente di pianoforte presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Come compositore è autore di molte opere. Ha trascritto varie opere di Johann Sebastian Bach per 2 pianoforti: il “Musikalisches Opfer”, i “Concerti di Brandeburgo”, la “Deutsche Messe” e i 14 “Canoni BWV1087”. Inoltre, ha lavorato alla ricostruzione del “Weihnachtsoratorium” per
solisti, coro e pianoforte di Friedrich Nietzsche. È autore di numerosi volumi di musicologia. Nel 1995 ha fondato l’Orchestra Musica Judaica. Negli ultimi 30 anni, è stato instancabilmente impegnato nel recupero, studio, revisione,
archiviazione, esecuzione, registrazione e promozione di migliaia di opere di musica concentrazionaria. Ha recuperato oltre 8.000 partiture – spesso prodotte in una condizione di privazione dei più elementari diritti umani, nei campi di concentramento, sterminio e prigionia civili e militari di tutto il mondo tra il 1933 (apertura della KZ Dachau) al 1953 (morte di Joseph Stalin e amnistia per i prigionieri dei Gulag), cioè dall’ascesa del nazionalsocialismo alla fine dello stalinismo sovietico – 12.500 documenti di produzione musicale nei campi (microfilm, diari, quaderni musicali, registrazioni fonografiche, interviste con musicisti sopravvissuti) e 3000 pubblicazioni universitarie, saggi di musica concentrazionaria e saggi musicali prodotti nei campi. Un archivio unico al mondo creato viaggiando e incontrando ovunque autori e custodi di queste preziose testimonianze d’arte intrise di umanità. È autore – come pianista, organista, direttore – dell’Enciclopedia in 24 volumi CD KZ Musik (Musikstrasse – ICML), contenente 407 opere scritte in cattività civile e militare durante la seconda guerra mondiale, e dell’Antologia della musica concentrazionaria. Attualmente sta lavorando all’edizione dell’Enciclopedia Thesaurus Musicae Concentrationariae, un’opera monumentale in più volumi dedicata alla musica scritta nei campi di concentramento e a tutti i relativi compositori. Questa immensa eredità artistica e umana che Francesco Lotoro è riuscito a raccogliere, è alla base della Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria, creata nel 2014 dal musicista con un piccolo gruppo di altri soci fondatori a Barletta, la città pugliese dove verrà creata la Cittadella della Musica
Concentrazionaria, il più grande hub al mondo dedicato alla musica prodotta nei Campi; un luogo in cui il sogno di Lotoro diventa storia, tesoro artistico, culturale e spirituale di tutti.

Martino Anibaldi studia presso il Corso di laurea in Musicologia (sede di Cremona) presso il Dipartimento di Musicologia e di Beni culturali dell’ Università di Pavia.

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Per informazioni: polocittattiva_formazione@icsandamiano.it