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La Giornata della Donna e la lotta contro stereotipi e pregiudizi

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In occasione della Giornata della Donna, che si festeggia tradizionalmente l’8 di marzo, si sente spesso parlare di stereotipi. Ma cosa significa?

Si tratta di un’opinione precostituita e generalizzata, di un pregiudizio che si applica a gruppi di persone senza valutare i singoli casi. Facciamo degli esempi concreti facendoci aiutare da alcune vignette realizzate da Mary Catherine Starr, artista, insegnante di yoga e mamma, che fanno capire come vengono immaginati i genitori nell’immaginario comune.

Un papà che fa la spesa con il proprio figlio viene descritto come un superpapà, mentre una donna che svolge la stessa attività è semplicemente una mamma. Un papà al parco che spinge il figlio sull’altalena è definito come un papà straordinario, mentre la mamma è ordinaria, cioè normale.

Generico febbraio 2022

Queste vignette hanno un fondo amaro di verità e  fanno riflettere sulla disparità che esiste tra uomo e donna nella nostra società. Questa diversa visione basata sul genere è molto dannosa per le donne prima di tutto, ma anche per gli uomini e per l’intera società. Una donna ancora oggi in Italia a parità di lavoro guadagna di meno di un collega maschio. Una donna fa più fatica a coprire ruoli di primo piano in politica o nelle aziende. Nella nostra provincia astigiana per esempio solo 26 comuni su 118 sono amministrati da sindache.

Non solo: le donne fanno più fatica a trovare lavoro e a mantenerlo perchè possono avere dei bambini e quindi può capitare loro di doversi assentare per accudire i figli. Il periodo Covid è stato per le donne molto difficile. Sono state principalmente loro a dover abbandonare il lavoro per seguire i figli durante lockdown e DAD: secondo l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) il 98% di chi ha perso il lavoro durante la pandemia è donna.

Per quanto riguarda situazioni più vicine ai nostri giovani lettori pensiamo invece ai giochi o alle attività sportive. Una bambina che gioca a calcio può ancora essere vista come una rarità e addirittura un bambino che pratica danza classica diventa facilmente vittima di scherno. I giochi fin dalla più tenera età sono indirizzati a maschi e femmine. E allora per le bambine ci sono lavatrici, aspirapolveri, bambole e per i maschietti macchinine, robot o supereroi.

Questi stereotipi tendono a presentare la donna solo come mamma e moglie che deve accudire marito e figli, mentre l’uomo come lavoratore che deve mantenere la famiglia senza necessariamente essere presente. Per quanto riguarda l’Astigiano un anno fa avevamo pubblicato un articolo su un padre che era stato  discriminato dall’azienda in cui lavorava perché aveva chiesto dei congedi di paternità, cioè dei permessi per poter seguire i figli.

Di recente invece ha fatto molto clamore la notizia di una donna che è stata assunta nonostante fosse stata incinta. L’imprenditore è stato presentato come un paladino delle donne e osannato da più parti. In realtà questo datore di lavoro ha semplicemente rispettato la Legge e più precisamente l’articolo 27 del decreto legislativo N.198 del 2006, che stabilisce “il divieto di discriminazione per l’accesso al lavoro attraverso il riferimento allo stato di gravidanza o maternità o paternità”. Non è lui che ha fatto qualcosa di speciale, ma sono le aziende che discriminano donne e mamme che vanno contro la Legge.

Le giornate come l’8 marzo servono per far riflettere soprattutto voi giovani lettori: il fatto che una donna incinta sia stata assunta o che diventi Presidente della Repubblica non deve più far stupire, così come un uomo che accudisce i figli non deve essere visto come un supereroe ma semplicemente come un papà.

[Fonte foto: https://it.depositphotos.com/]

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