Il Piemonte nel 2022 parla al femminile sul piano universitario e imprenditoriale

"Le donne continuano a pagare il prezzo più alto della pandemia in termini economici, sul fronte occupazionale e a livello familiare".

In occasione della giornata dell’8 marzo, l’assessorato al lavoro della Regione Piemonte, guidato da Elena Chiorino, presenta un’analisi dei dati che vedono protagonista la donna in Piemonte sul piano professionale, occupazionale e universitario. Un lavoro reso possibile grazie alla collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro e Ires Piemonte.

Donne e istruzione
Secondo il Rapporto Istruzione e Formazione professionale 2021 tra i giovani nella fascia di età 20-24 anni la quota con almeno un titolo di studio secondario, (inteso dalla qualifica alla laurea) è simile tra uomini e donne e si attesta all’84,4%. Ma non è sempre stato così. Tuttavia, se si osservano i diversi livelli di istruzione molte più donne proseguono gli studi dopo il diploma e ottengono un titolo di livello terziario. In Piemonte le donne raggiungono questo titolo in misura maggiore rispetto ai coetanei maschi. Nel 2020, nella fascia 30-34 anni, quasi 1 donna su 3 è laureata, contro 1 su 4 per i maschi. Per quanto concerne l’abbandono scolastico risulta essere un fenomeno più contenuto per le ragazze. Il tasso di abbandono, calcolato come quota di 18-24enni con il diploma di «terza media», si attesta nel 2020 al 10,7% per le donne e al 13,2% per i maschi.

Le migliori performance delle donne, invece, proseguono all’Università; più ragazze proseguono gli studi, il tasso di passaggio dalla scuola all’università è pari al 59,6% per le donne, mentre per gli uomini la percentuale si ferma al 48,5% (immatricolati per 100 diplomati, a.a. 2019/20), le iscrizioni all’università sono del 44,7% per le ragazze rispetto al 32,6% dei loro pari: per quanto concerne il raggiungimento della laurea le donne si attestano al 41,9% rispetto agli uomini che si fermano al 28,1%. In termini di scelte dei percorsi formativi le studentesse preferiscono ancora i percorsi liceali, mentre i ragazzi optano per i tecnici professionali: nel complesso il 62% delle ragazze è iscritta in un indirizzo liceale contro il 37% dei maschi. Sul totale degli immatricolati piemontesi all’università le donne rappresentano nel complesso il 54% del totale. Guardando agli estremi della distribuzione, le donne rappresentano il 92% delle immatricolazioni totali nei corsi del gruppo Insegnamento, mentre sono solo il 25% nei corsi di Ingegneria

Donne e occupazione
Le donne piemontesi hanno un tasso di occupazione più basso degli uomini, ma al crescere dei livelli di istruzione le distanze diminuiscono. Il “premio” dell’istruzione risulta relativamente più elevato per le donne. Nel 2020 l’occupazione femminile (25-64enni) con bassa istruzione è al 47,8% mentre quella delle donne con alta istruzione sale all’80,9%. In termini di distacco dagli omologhi maschi: la differenza del tasso di occupazione di chi ha bassa istruzione tra uomini e donne è di quasi 25 punti percentuali a sfavore delle donne. Questo gap diminuisce a 14 p.p. tra gli occupati maschi e femmine con media istruzione e si riduce per coloro che hanno un’alta istruzione a poco meno di 5 punti percentuali.

Donne e imprese: le attività a conduzione femminile nate con il Programma MIP
Dall’inizio della programmazione del programma MIP – Mettersi in Proprio promosso dall’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, dal 2017 fino a febbraio 2022 sono state ben 352 i Business Plan portati in validazione da donne di cui 212 sono imprese individuali/team imprenditoriali costituiti, mentre 43 sono attività di lavoro autonomo, con attribuzione di p.iva. Solo nel 2021 sono state 51 imprese costituite attraverso MIP di cui 10 attività di lavoro autonomo.

Le dichiarazioni dell’Assessore al Lavoro e Istruzione Elena Chiorino
Questi numeri ci confermano come il 2022 sarà l’anno della ripartenza per il Piemonte, ma anche come le donne continuino a pagare il prezzo più alto della pandemia in termini economici, sul fronte occupazionale e a livello familiare: una condizione di cui il Governo ha l’obbligo di farsi carico. Come Regione abbiamo avviato misure dedicate proprio per incentivare l’occupazione femminile, intese come investimento sulla famiglia e sulla natalità. L’obiettivo è costruire un welfare a misura di famiglia, con strumenti in grado di conciliare vita e lavoro: un esempio fra tutti il bando asili nido che ha coinvolto i Comuni e che ha permesso l’incremento degli orari a parità di tariffa, senza gravare sulle famiglie. In quest’ottica avrà un ruolo determinante anche la formazione: come assessorato abbiamo avviato una vera rivoluzione, con l’ambizione di far diventare il Piemonte un precursore della formazione proprio di quelle professioni che devono “ancora arrivare”, con un’attenzione particolare all’occupazione femminile.