Lettere al direttore

Daniela Borsa e Marco Castaldo: “Stranieri: ascoltare, educare, collaborare”

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Riceviamo e pubblichiamo


Stranieri: ascoltare, educare, collaborare.

Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di ascoltare le voci di alcuni stranieri che ormai fanno parte integrante della nostra società cittadina e che ci hanno raccontato la loro esperienza aiutandoci a comprendere quelle che secondo loro sono le criticità del mondo dell’immigrazione ad Asti.
L’aspetto della prima accoglienza degli stranieri ad Asti è considerato adeguato per il buon lavoro svolto da parte delle associazioni e delle cooperative impegnate in quest’ambito. Le procedure di riconoscimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari o per protezione internazionale possono tuttavia essere lunghe e quando si concludono in modo negativo comportano l’espulsione. Spesso però le persone non ritornano al loro paese andando ad aggiungersi agli immigrati irregolari.

La seconda fase, quella dell’integrazione sociale e lavorativa, presenta, invece, maggiori problematiche. Trovare lavoro non è facile e quando lo si perde, si perde anche il diritto alla casa in quanto non ci si può più permettere un affitto e automaticamente si diventa clandestini perché non si può più ottenere il permesso di soggiorno. La mancanza di punti di riferimento informativi è un grave problema perché questi dovrebbero fornire servizi di consulenza e di accompagnamento alle varie necessità degli stranieri per quanto concerne tutti gli aspetti della vita di comunità: lavoro, scuola, salute, diritti, ed anche spiegare i doveri che la legge italiana pone ai cittadini. Ottenere informazioni su servizi, agevolazioni e tutele è un diritto di tutti, a maggior ragione per coloro che non conoscono il territorio e, spesso hanno difficoltà anche con la lingua. Il Comune, con gli altri enti preposti e insieme a tutti gli attori del mondo civile e associativo devono coordinarsi per fornire informazioni, soluzioni, competenze, dialogando con le persone direttamente coinvolte, gli stranieri, che spesso, sono costretti a sopperire alle mancanze istituzionali attraverso il passa parola e le esperienze personali.

La difficoltà ad avere una casa genera problematiche legate anche alla sicurezza delle persone e dei luoghi. In alcuni quartieri e zone della città si sono formati dei veri e propri ghetti dove si concentrano differenti etnie straniere a causa dei bassi costi d’affitto delle abitazioni che, molto spesso, risultano anche degradate e quindi meno appetibili per un’utenza locale. Ciò determina convivenze difficili e un facile humus per attività illegali e comportamenti violenti come accaduto anche recentemente nei pressi della stazione ferroviaria di Asti. Questi episodi spesso vengono sedati degli stessi stranieri che li stigmatizzano come negativi perché li ritengono estremamente lesivi, non solo dal punto di vista del comportamento, ma anche per la rappresentazione, spesso strumentale, che ne danno i mezzi di informazione. Simili fatti risultano quindi estremamente negativi per lo straniero che è ben integrato nel tessuto socioeconomico della città e che vuole vivere una vita tranquilla e onesta.

L’accoglienza diffusa, pertanto, deve essere l’obiettivo da raggiungere per evitare fenomeni disgreganti ed ingestibili dal punto di vista della sicurezza.
Altro aspetto estremamente importante è l’integrazione dei ragazzi in età scolare, soprattutto negli ultimi anni delle elementari e durante le medie, dove si riscontrano gravi problemi legati all’impossibilità da parte dei genitori a seguire il percorso educativo dei figli in maniera adeguata perché gli adulti non dispongono delle conoscenze linguistiche e culturali necessarie. Accade spesso, infatti, che i ragazzi continuino gli studi per inerzia senza imparare e quindi abbiano poche possibilità di migliorare la propria condizione di vita e di integrazione. C’è da chiedersi, infatti, perché molti ragazzi stranieri di seconda generazione scelgano per la maggior parte scuole professionali dove spesso è carente l’indispensabile accompagnamento verso un’attività lavorativa qualificata.

È quindi necessario creare e ampliare il supporto extra scolastico, come ad esempio il doposcuola, ed integrare i percorsi scolastici del CPIA (Istituto Statale Istruzione per Adulti) per le donne che non conoscono bene la lingua italiana, e pertanto non riescono a seguire i figli a scuola, ed hanno difficoltà nella vita sociale quotidiana. Caritas e Noix de Kola, ad esempio, dispongono di una scuola di italiano per stranieri che lavora da anni in quest’ambito.
È essenziale dedicare risorse per migliorare i collegamenti tra l’ente locale e le istituzioni scolastiche, ridefinendo anche i rapporti tra l’ente pubblico e il volontariato – grande risorsa della città di Asti – affidando al primo il ruolo di coordinamento e al secondo il ruolo di ascolto e di supporto operativo.

Occorre, inoltre, attivarsi per una collaborazione sinergica con gli altri enti coinvolti nella gestione degli aspetti burocratici degli stranieri per sopperire alle criticità relative ai tempi per la valutazione e il riconoscimento della cittadinanza italiana da parte degli uffici della Prefettura della nostra città che sono più lunghi rispetto alla media nazionale.
Quello che è emerso maggiormente dall’incontro con queste persone è la legittima richiesta da parte degli stranieri di essere coinvolti direttamente nei processi di progettazione e realizzazione dei servizi rivolti all’inclusione e all’integrazione che riguardano tutti.
Jasmyn, una mamma di colore molto ben integrata ad Asti, dice che chi è disposto ad ascoltare con interesse le istanze dei “nuovi astigiani” è sicuramente in grado di dare risposte reali e adeguate alle loro necessità.
Noi ci siamo, Jasmyn, e non solo da ora, non vogliamo essere come coloro che sono magari presenti alle vostre iniziative, ma non si sono mai preoccupati di conoscere le vostre culture, tradizioni, lingue e aspirazioni.
Noi conosciamo la differenza tra “assimilazione” ed “integrazione”.

Daniela Borsa, Uniti Si Può
Marco Castaldo, Uniti Si Può, Articolo Uno

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