Calenda: “Asti deperisce perchè chiusa in sé stessa, è un peccato di cinismo mascherato da superbia”

Il leader di Azione a Palazzo Ottolenghi per presentare il candidato a sindaco Marco Demaria

“Ho avuto modo di passeggiare a lungo per Asti. E’ una bella città, ma ho come l’impressione che sia una di quelle città chiuse in sé stesse per paura di mettersi in gioco. E’ il destino che hanno tutte le grandi civiltà quando pensano di essere arrivate al massimo della loro ascesa. Così è anche Roma. Ma questo è un peccato grave, perché è un peccato di cinismo mascherato da superbia. Bisogna rompere questa chiusura e tornare a progettare e a guardare il futuro”.

Così Carlo Calenda, leader di Azione, ha sintetizzato il suo pensiero sulla situazione della nostra città nella sua tappa astigiana per presentare la candidatura di Marco Demaria a sindaco di Asti, per una coalizione che vedrà insieme Azione, + Europa, Volt e Italia Viva.

In una sala degli specchi di Palazzo Ottolenghi gremita, il leader di azione e il candidato a sindaco hanno illustrato la loro visione della città.

“Asti in Azione supporterà Marco Demaria con una lista civica – ha affermato Calenda –  il civismo è la parte migliore della politica rimasta. E’ il metodo giusto per interfacciarsi con i problemi della gente ed è il metodo che abbiamo utilizzato per la mia candidatura a sindaco Roma. Oggi mi sono preso mezza giornata per visitare Asti: è difficile parlare di una città se non te la giri a piedi: sono rimasto straordinariamente colpito sia che dalla sua bellezza che da una storia di municipalismo fortissimo. Un valore che noi condividiamo con forza”. 

Il populismo porta ad un’anarchia morale e civica

Calenda ha quindi fatto una disamina della situazione politica attuale: “Noi ad Asti ci presentiamo con una lista civica e una forte valenza politica: alle prossime elezioni politiche ci sarà una coalizione di destra per 4/5 sovranista,  con una classe dirigente disastrosa, è una coalizione di sinistra formata per la metà dal Movimento 5 stelle, dai Verdi e dalla Sinistra Italiana. Sono partiti che dicono no a tutto, movimenti che inneggiano all’uno vale uno, in una situazione sempre più difficile.  Per fare politica bisogna prepararsi, sapere quello che si dice. Invece abbiamo due populismi contrapposti: a sinistra una pioggia di sussidi, a destra un liberi tutti senza nessuna regola. No al Green Pass, no alle sanzioni alla Russia. Questa politica conduce all’anarchia morale e civica. Il grosso problema è che le persone serie di questo paese non stanno insieme. Non è più tempo per gli scappati di casa, di quelli che vanno in giro con la maglietta di Putin. Serve un polo riformista e pragmatico. Da questo nasce l’idea di Azione: bisogna prepararsi, progettare, parlare di nucleare, di efficienza energetica. di infrastrutture, di una visione del nostro paese per i prossimi anni. Invece qui affondiamo mentre discutiamo sempre degli stessi argomenti, ancorati alle nostre ideologie. Noi siamo le uniche persone al mondo che discutono se vale la pena di fare un termovalorizzatore: ma stiamo scherzando?”

Asti ha elementi di chiusura e conservatorismo

E’ poi tornato sulle questioni cittadine: “Per quello che ho visto oggi, credo che Asti abbia tutte le caratteristiche per non essere seconda ad Alba. Ma questa città ha elementi di chiusura e conservatorismo, la strada da percorrere è quella di fare un lavoro con Alba per portare ad un turismo culturale serio, che porti ricadute sul territorio. Non al turismo della bottiglietta d’acqua. Bisogna saper costruire una città che sappia attrarre.

Sosterremo Demaria sindaco perché è una persona colta. Perché per fare politica bisogna essere colti, bisogna conoscere le cose per attuarle al meglio per il bene pubblico. Abbiamo scelto Demaria perché ha una solida preparazione nel campo culturale. La cultura deve essere un volano per questa città”.

Marco Demaria: “Ho apprezzato l’approccio “laico” di Azione alla politica

E’ toccato poi a Marco Demaria presentarsi agli astigiani: “Mi sono iscritto ad Azione da un paio di anni: di azione mi piace l’approccio ad  una filosofia politica “laica”: quello di affidarsi prima di tutto allo studio dei problemi da parte di persone competenti in materia e poi mettere in atto una politica ponderata, perché la politica serve e deve essere al servizio di tutti. 

“La proposta della mia candidatura è stata difficile da vagliare, perché sono alla mia prima esperienza – prosegue – mi avvalgo però di  un grande team di persone che hanno esperienza politica e amministrativa. Voglio proporre ad Asti un buon programma, una buona amministrazione e una visione positiva per i prossimi dieci anni. La visione è importante per il territorio, e può portare Asti oltre ad un certo tipo di stagnazione.”

“Alla nostra città non basta essere bella: se non c’è progettualità, non c’è comunicazione e non c’è attività sociale e politica, la città resta stagnante e adagiata guardandosi il proprio ombelico. Io penso invece che ad Asti si possa vivere molto bene Dobbiamo alzare solo un po’ lo sguardo e impegnarci per cogliere risultati diversi”.

Cultura come volano del territorio

“Voglio fare una campagna elettorale fatta di proposte ma anche di gestione dell’ordinario – continua il candidato a sindaco – serve uno spirito di servizio e collaborazione. Dobbiamo capire che avere un territorio come il nostro è utile per noi, per il nostro futuro. Cultura e turismo devono essere i nostri cavalli di battaglia, abbiamo ancora fatto troppo poco su questi argomenti”. 

Attenzione per le frazioni

“Le frazioni hanno le loro esigenze diverse da quelle del concentrico, di un paese che guarda alla città ma che cerca risposte diverse rispetto a quelle della città. Se la politica cittadina si fa solo dall’ottica di piazza San Secondo e piazza Alfieri sbagliamo prospettiva. Sarà mia cura di andare nelle frazioni, per ribadire che dopo le elezioni ci sia un dialogo aperto con le loro istanze perché in un mondo come quello attuale è ridicolo che un comune come Asti abbia ancora dei satelliti”

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