Ancora in crescita il numero di imprese straniere in Piemonte

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Al 31 dicembre 2021, le imprese straniere[1] registrate in Italia hanno raggiunto le 642.638 unità, il 10,6% delle imprese complessivamente censite presso i Registri delle Camere di commercio localizzate sul territorio nazionale. Le aziende guidate da stranieri costituiscono una quota ancora limitata dell’intero tessuto imprenditoriale, sebbene risultino in costante crescita.

A livello geografico, emerge come la Toscana si confermi la realtà con la maggiore incidenza di aziende straniere sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (14,7%), seguita da Liguria (14,6%), Lazio (13,2%), Emilia Romagna (13,0%) Friuli Venezia Giulia e Lombardia (entrambe con il 12,9%).
Il Piemonte si trova in settima posizione, con un’incidenza delle imprese straniere sulle 428mila imprese aventi sede in regione pari all’11,4%, dato in crescita rispetto al 10,9% del 2020.

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio emerge come, al 31 dicembre dell’anno appena concluso, le imprese straniere registrate in Piemonte ammontassero a 48.676, risultando una realtà ormai strutturale del tessuto imprenditoriale regionale.
A fronte della nascita di 5.355 imprese straniere, si sono registrate solo 2.626 cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio), per un saldo positivo pari a 2.729 unità e un tasso di crescita del +5,9%, circa il quadruplo di quanto evidenziato nel 2021 dal tessuto imprenditoriale piemontese complessivo (+1,5%).

“La componente straniera delle aziende ha contribuito in misura significativa alla ripresa del tessuto imprenditoriale piemontese. Anche nel 2021 le imprese straniere hanno evidenziato una vivacità superiore a quella delle imprese regionali nel loro complesso, grazie a un numero di iscrizioni nettamente superiore alle cessazioni. Il nostro compito, come istituzioni, è contribuire alla nascita, allo sviluppo e all’internazionalizzazione anche di queste imprese attraverso politiche mirate di sostegno e affiancamento” dichiara il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Il settore in cui le imprese straniere risultano maggiormente presenti in valore assoluto è, anche nel 2021, quello delle costruzioni. Il comparto edile, che ha vissuto una situazione particolarmente favorevole nell’ultimo anno grazie agli incentivi, ha evidenziato per la componente straniera un forte incremento, registrando un tasso di crescita del +8,1%.
Tra gli altri principali settori di specializzazione delle imprese straniere troviamo il commercio, che ha vissuto nel 2021 un’espansione del +3,6%, gli altri servizi, con un incremento del +7,7%, il turismo, cresciuto del 2,5%, e le attività manifatturiere (+4,3%).

Le imprese straniere assumono, nell’81,3% dei casi, la forma di imprese individuali, nel 10,3% si costituiscono come società di capitale e nell’7,3% si strutturano come società di persone; solo l’1,1% assume altre forme. Confrontando le imprese straniere con quelle totali, si evidenzia per le prime una maggior predilezione per la forma della ditta individuali e un peso decisamente inferiore per le forme della società di persone e della società di capitale. Fonte: Unioncamere Piemonte su dati InfoCamere

Analizzando i dati relativi alla natimortalità di queste imprese in base alla forma giuridica, emerge come le società di capitale registrino il tasso di natalità più alto (+13,4%), a fronte di un tasso di mortalità decisamente più contenuto (+2,2%): ne consegue un tasso di crescita decisamente positivo (+11,2%). Anche le imprese individuali evidenziano un elevato tasso di natalità (12,1%) parzialmente controbilanciato da un sostenuto tasso di mortalità (6,2%): il tasso di crescita appare quindi più ridotto (+5,9%). Le società di persone manifestano un minor dinamismo, registrando analoghi livelli di natalità (+4,5%) e di mortalità (4,3%), ne risulta un tasso di crescita piatto (+0,3%). Le altre forme, infine, segnano un tasso di crescita nullo (0,0%).

Analizzando l’imprenditoria straniera in base al territorio d’insediamento emerge come, anche nel 2021, circa 6 imprese straniere su 10 di quelle registrate in Piemonte trovino la propria sede legale in provincia di Torino; seguono i territori di Alessandria e Cuneo, con quote pari rispettivamente a 9,5% e 8,7%.
Le realtà provinciali in cui le imprese guidate da immigrati rivestono un’importanza maggiore sul relativo tessuto imprenditoriale sono Torino (13,4%) e Novara (11,9%); Cuneo (6,4%) e Biella (6,8%) sono, al contrario, quelle in cui la presenza di stranieri alla guida delle imprese del territorio è inferiore.

In termini di dinamica i tassi di crescita più elevati appartengono a Torino (+6,3%) e a Cuneo (+5,9%). Un ritmo di crescita lievemente inferiore rispetto a quello medio regionale viene registrato da Biella (+5,8%) e Vercelli (+5,6%). Alessandria registra un tasso di crescita del (+5,3%), analogo a quello evidenziato dal tessuto imprenditoriale straniero di Novara (+5,2%). I tassi di crescita meno elevati, infine, risultano quelli di Asti (+4,1%) e Verbania (+3,0%).


[1]L’algoritmo di calcolo utilizzato da InfoCamere per la definizione delle “imprese straniere” considera le seguenti condizioni. Per le sole società di capitale si definisce straniera un’impresa la cui partecipazione di non nati in Italia risulta complessivamente superiore al 50 per cento mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite e quindi: percentuale delle cariche + percentuale delle quote maggiore di 100. Per le società di persone e le cooperative: percentuale dei soci non nati in Italia maggiore del 50 per cento. Per le altre forme societarie: percentuale degli amministratori non nati in Italia maggiore del 50 per cento. La condizione di non nati in Italia non ha un diretto collegamento con quella di cittadinanza. Secondo la definizione adottata di nati in Italia, non risultano compresi tra gli “stranieri” i cittadini stranieri nati in Italia mentre sono inclusi i cittadini italiani nati all’estero.

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