Stop al Bullismo, esperti e professionisti si interrogano su questo fenomeno sociale in crescita

6 ragazzi su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Tra i rischi maggiori sia i maschi che le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%) che con l’utilizzo della tecnologia può colpire anche in maniera anonima, 24 ore su 24, in qualsiasi luogo e con un pubblico potenzialmente enorme con una estrema difficoltà nel rimuovere i contenuti offensivi che restano on line nel tempo.

Oggi a Torino si è tenuto il convegno “Stop al bullismo e al cyberbullismo”, organizzato dal CSI Piemonte in collaborazione con l’Associazione Bullismo No Grazie e la Regione Piemonte.

L’incontro, che si è tenuto presso la Casa delle Tecnologie Emergenti e contemporaneamente tramesso on line, ha visto esperti e professionisti confrontarsi sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo che ogni giorno sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti e una diffusione preoccupante, come si apprende ormai quotidianamente anche dai mezzi di informazione.

Una ricerca dell’Osservatorio (in)difesa rivela che il 61% degli adolescenti italiani tra i 13 e i 23 anni è stato vittima di episodi di bullismo o cyberbullismo. Il 42,23 % esprime sofferenza per episodi di violenza psicologica da coetanei, mentre il 44,57% delle ragazze segnala un forte disagio nel ricevere commenti di carattere sessuale on line. Di contro, c’è un 8,02% di ragazze che ammette di aver compiuto atti di bullismo o cyberbullismo, e un 14,76% di ragazzi che ammette di avere fatto altrettanto.

6 ragazzi su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Tra i rischi maggiori sia i maschi che le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%) che con l’utilizzo della tecnologia può colpire anche in maniera anonima, 24 ore su 24, in qualsiasi luogo e con un pubblico potenzialmente enorme con una estrema difficoltà nel rimuovere i contenuti offensivi che restano on line nel tempo.

Perché le vittime sono prese di mira? In primo luogo per le caratteristiche fisiche, per la timidezza e per l’orientamento sessuale. Seguono poi l’essere straniero, l’estrazione sociale e l’avere delle disabilità.

I bulli e i cyberbulli perseguitano le loro vittime sui social network anche creando pagine “contro”, diffondono foto senza il consenso della persona, mandano messaggi aggressivi o minacciosi o rendono pubblici messaggi privati.

“Cosa possiamo fare per fermare il bullismo e il cyberbullismo? È una domanda che come padre mi sono posto più volte – ha sottolineato Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – l’antidoto migliore che abbiamo a disposizione è l’educazione: educare al dialogo, al rispetto, educare e formare i ragazzi e gli insegnanti per riconoscere e affrontare insieme la violenza in ogni sua forma. Il nostro grazie va tutte le realtà che ci aiutano in questo lavoro così importante”.

Per Elena Chiorino, Assessore Istruzione “È evidente che bullismo e cyberbullismo sono temi di cui non si discute abbastanza: si percepisce ancora troppo il pudore della denuncia, anche solo nel parlarne, sia in casa sia all’esterno. Ma il rischio del danno irreversibile è troppo alto e, mai come oggi, non ce lo possiamo permettere. L’intervento delle associazioni diventa fondamentale per sensibilizzare e supportare le famiglie per trovare il coraggio di denunciare episodi o presunti tali. Nonostante gli sforzi importanti che abbiamo messo in campo a livello regionale, sappiamo che è necessario fare di più: abbiamo raccolto progetti di rilievo, ma mancano all’appello ancora aree importanti come la città di Torino che non ha risposto alla nostra chiamata. È indispensabile unire le forze, consapevoli che la politica deve assumersi anche questa responsabilità insieme alla scuola, che è il primo luogo di formazione dell’ individuo, contemporaneamente alla famiglia”.

All’incontro hanno partecipato in qualità di relatori: Lisa Sella Vice Presidente Comitato UISP Ciriè Settimo Chivasso, Ylenia Serra Garante per l’infanzia e l’adolescenza Consiglio Regionale Piemonte, Stefano Callipo Presidente Osservatorio Violenza e Suicidio, Maurizio Siracusa Hacker etico, Marina Mancini coordinatrice PA social Sicilia e segretario nazionale Gus Gruppo Uffici stampa di Fnsi, Francesco Bacco Commissario Capo Polizia Postale e delle comunicazioni Piemonte e Valle d’Aosta, Pietro Pacini Direttore Generale CSI Piemonte.

L’incontro è stato moderato da Annalisa D’Errico Responsabile Comunicazione Unioncamere Piemonte e autrice di “Figli Virtuali. Percorso educativo alla tutela e alla complicità nella famiglia digitale”.