Oltre 32 milioni di euro per la sanità astigiana: daranno vita a 5 case e 1 ospedale di comunità e due centrali operative

Interventi anche di ammodernamento tecnologico e antisismico. Il presidente Cirio e l’assessore Icardi: «Oggi nasce la medicina territoriale in Piemonte: dal 2014 non si investiva su nuovi posti letto» Il vicepresidente Carosso e l'assessore Gabusi: «Dopo anni di tagli, la Regione torna a investire sul nostro territorio»

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La Giunta regionale ha approvato oggi il piano di potenziamento del sistema sanitario attraverso le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altri finanziamenti.

Per la provincia di Asti l’investimento complessivo è di oltre 30 milioni di euro, che serviranno per 5 Case di comunità (per un totale di 6 milioni di euro), 1 Ospedale di comunità (2,5 milioni di euro ad Asti presso l’ex maternità) e 2 Centrali operative territoriali (una ad Asti sempre presso l’ex maternità e l’altra a Canelli, per un totale di 200 mila euro), a cui si aggiungono per l’ammodernamento tecnologico 6,7 milioni per l’Ospedale di Asti e altri 17 milioni per l’adeguamento sismico.
In particolare alle case di comunità di Asti, Canelli, Villafranca e Calliano, che ricadono nella competenza dell’Asl di Asti, si aggiunge anche la casa di comunità di Castelnuovo don Bosco che ricade nella competenza dell’Asl To5.

«Oggi nasce la medicina territoriale in Piemonte – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio -. La pandemia ha dimostrato la grave mancanza di un sistema ramificato in grado di curare i cittadini a casa propria o attraverso servizi di prossimità. Con questo enorme investimento di oltre 32 milioni di euro per Asti, ma che supera 430 milioni per tutto il Piemonte, lo potremo finalmente fare. In alcuni casi le risorse serviranno per potenziare strutture già esistenti e in altri casi per riaprirle o realizzarle ex novo. È un momento storico, perché dal 2014 i posti letto del servizio sanitario in Piemonte hanno sempre subito tagli e riduzioni, mentre oggi per la prima volta torniamo a incrementarli attivandone mille in più. Nelle prossime settimane condivideremo questa proposta con il Consiglio regionale e con i territori per arrivare al più presto all’approvazione finale del Piano e renderlo immediatamente operativo».

«Si tratta di un investimento – osserva l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi – che va a rafforzare in modo significativo l’assistenza sanitaria di prossimità, attraverso strutture intermedie come Case e Ospedali di comunità, oltre che Centrali operative territoriali, con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di presa in carico del paziente che garantisca il migliore rapporto di continuità assistenziale nel percorso di cura tra ospedale e territorio e viceversa».

L’obiettivo è di giungere all’approvazione definitiva del Piano entro la fine di febbraio.

«Dopo anni di tagli, la Regione torna a investire sul nostro territorio – sottolineano il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore Marco Gabusi -. Veniamo da due anni di pandemia che hanno messo in evidenza le conseguenze di decenni di tagli subiti dalla sanità della nostra provincia. Oggi invece gettiamo concretamente le basi per offrire ai cittadini astigiani le migliori cure, non solo in ospedale ma anche a casa propria, dando vita a una vera medicina di territorio»

Le Case di Comunità sono strutture in cui opera un’équipe multiprofessionale di medici di famiglia, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e che può ospitare anche assistenti sociali.

L’Ospedale di Comunità è una struttura della rete territoriale a ricovero breve, destinata a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica, intermedia tra la rete territoriale e l’ospedale (di norma dotata da 20 a massimo 40 posti letto).

La Centrale Operativa Territoriale è uno strumento organizzativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico del cittadino/paziente e di raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza.

«È importante che l’opportunità della riorganizzazione della Sanità sul territorio venga colta al meglio delle possibilità – continua Icardi -, chiudendo il cerchio con i nuovi investimenti che abbiamo già messo in campo per la costruzione dei sei nuovi ospedali del Piemonte a Torino, Ivrea, Vercelli, Savigliano, Alessandria e Cuneo, insieme al cantiere già avviato del Parco della Salute e della Scienza di Torino».

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