Fondazione FS al lavoro per la riapertura dell’Asti-Chivasso: nuova veste per la stazione di Montiglio Monferrato

Sulla ferrovia Asti-Chivasso i lavori di ripristino della tratta, iniziati a metà gennaio, stanno proseguendo a ritmo serrato.

La linea è nuovamente attiva tra Chivasso e Montiglio Monferrato, dove sono in corso gli interventi di riqualificazione della stazione e dell’attiguo fabbricato merci. Verso Asti i lavori di pulizia e sfalcio hanno ormai superato la galleria di Cortanze e sono giunti a Montechiaro d’Asti.

Come dichiarato dal Direttore della Fondazione Fs, Ing. Luigi Cantamessa, l’intera linea, sospesa ormai da 10 anni, sarà riattivata nella prossima primavera e inserita nel progetto “Binari senza tempo” della Fondazione FS, che vede molte altre tratte già attive al transito dei treni storico-turistici in tutta Italia, comprese le piemontesi Ceva-Ormea, Novara-Varallo Sesia, Asti-Alba-Castagnole Lanze-Nizza Monferrato. La finalità del progetto è proporre un turismo innovativo, lento e sostenibile attraversando le aree interne delle province interessate, immersi nei paesaggi che circondano le strade ferrate.

In questo modo sembra quindi essere stata abbandonata l’idea, da tempo sostenuta dall’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi (e ancora rimarcata nel recente convegno svoltosi a novembre a Canelli in occasione della riattivazione del tratto ferroviario tra Alba e Castagnole Lanze), di ricoprire i binari della Asti- Chivasso con pannelli per realizzare una pista ciclabile. La proposta aveva fatto discutere dividendo l’opinione pubblica: se da un lato infatti aveva attirato l’attenzione di alcuni sindaci della zona, era stata bocciata da molte associazioni e da privati che invece auspicano la riattivazione integrale del servizio, anche ai treni ordinari, realizzando le piste ciclabili sulle strade secondarie e su quelle di campagna, lasciando alla ferrovia il ruolo di connettore e di collegamento.

La palla quindi passa agli amministratori locali il cui compito sarà quello di esprimersi in merito al futuro utilizzo della tratta, partendo da una premessa fondamentale: la ferrovia è una risorsa o un fastidio? A chiederselo è il Co.M.I.S. (Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile) a nome di Fulvio Bellora che afferma: “Nel secondo caso ovviamente non si aprirebbe nessun tipo di ragionamento mentre nel primo le opportunità da vagliare sono molte e tutte a favore dello sviluppo dei territori attraversati, per creare una nuova economia locale fatta di turismo lento e consapevole, attraendo persone interessate al rispetto della natura e della mobilità sostenibile di cui il connubio treno-bici ne sarebbe la perfetta sintesi. La ferrovia in questo rappresenta una grande attrattività turistica per i paesaggi attraversati e per alcuni inestimabili capolavori di stile Romanico quali abbazie, pievi e chiese.

“Aggiungiamo  – continua Bellora – i pregevoli manufatti al servizio della ferrovia, stazioni e caselli, che per la metodologia di costruzione sono unici su tutto il territorio Nazionale. Si potrebbero così creare percorsi ciclopedonali sulle strade di campagna per unire i siti Romanici di pregevole valore, i Santuari, le Big bench che sono state installate in vari luoghi attrattivi e panoramici oltre alle aziende che offrono ospitalità. Si realizzerebbero così delle nuove opportunità per rivitalizzare i territori del Nord Astigiano, per troppo tempo poco considerato, anche dai locali, dal punto di vista turistico, commerciale ma anche residenziale”.

[Nella foto la stazione di Montiglio Monferrato durante la riqualificazione]