Ambiente Asti: “Asti Futura, alcune proposte dall’iniziativa del 19 febbraio”

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Ambiente Asti in seguito all’incontro del 19 febbraio.


“Una Città come luogo non separato dalla natura ma ad essa complementare” (messaggio augurale per l’incontro di R. Ulivieri, sociologo, dal Senegal).
Dall’incontro che ha avuto come ospiti l’urbanista Augusta Mazzarolli e l’architetto Marco Pesce sono emersi molte idee per una possibile Asti Futura

Nell’incontro si è rappresentata una Città che deve divenire accessibile ed accogliente, rimuovendo gli ostacoli costruiti negli ultimi 15 anni, e comunque dopo il tentativo di industrializzazione secondaria. La Asti di oggi è caratterizzata da un traffico automobilistico denso e caotico, da periferie mal servite dai mezzi pubblici, da una quasi totale assenza di piste ciclabili sicure, da una decadenza dei servizi privati come il commercio di prossimità, da alcuni servizi pubblici lasciati in abbandono, da centinaia di alloggi sfitti, da un evidente scollamento tra il Capoluogo ed resto della Provincia. Scuole, trasporti pubblici, sanità, integrazione delle nuove residenzialità inevitabili e auspicabili, verde urbano e rifiuti: come intervenire in questi comparti? Come rimediare alla situazione attuale?

Innanzi tutto provando ad immaginare una possibile Asti di domani e dopodomani: occorre elaborare una visione condivisa in grado di guidare pianificazione e progettazione a medio/lungo termine, senza limitare lo sguardo al Capoluogo.

Affrontare i problemi restringendo lo sguardo al solo Capoluogo significa mancare del necessario approccio organico, sistemico, globale. La città è un organismo complesso, costituito da reti in perenne interazione tra loro, che si estendono all’intera Provincia ed oltre: senza una visione strategica del suo futuro le soluzioni per la città non potranno che essere parziali, inadeguate.

La Asti di domani dovrebbe evolversi verso quella che oggi viene definita la città di prossimità, la città dei 15 minuti, dove tutto ciò che serve quotidianamente ad un cittadino dovrà trovarsi a pochi minuti a piedi da dove abita. Ma accanto a questa prossimità funzionale non dovrà mancare anche la prossimità relazionale, grazie alla quale le persone abbiano la possibilità di incontrarsi, sostenersi a vicenda, avere cura reciproca e dell’ambiente, collaborare tra loro per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Il volontariato potrebbe portare un contributo fattivo alla cura e alla gestione condivisa dei beni comuni. Solidarietà e comunità alla base delle riforme urbane e sociali necessarie, in modo da favorire nuove forme di democrazia partecipativa.

Tutto ciò deve tenere conto della collocazione strategica di Asti, anche nell’ottica nella logistica prossima ventura. Di importanza fondamentale sarà il ripotenziamento della rete ferroviaria regionale, alla quale Asti potrebbe affiancare con una certa facilità una metropolitana leggera territoriale tecnologicamente innovativa, utilizzando alcune porzioni ferroviarie dismesse. Una Città ed un territorio trovano il proprio futuro nelle sedimentazioni del passato e nelle mutazioni del presente: molte idee potrebbero arrivare attraverso ricerche e riflessioni approfondite delle fasi storiche passate della città, alle quali sono intimamente legate le varie fasi espansive urbane.

Dotarsi di una visione e di una strategia richiede un grande sforzo da parte sia dei cittadini che dell’Amministrazione: occorre dotarsi di strumenti adeguati, occorre cambiare il paradigma con il quale si intende oggi il rapporto città/cittadino.

Oggi Asti è INADEMPIENTE rispetto all’adeguamento del proprio Piano Regolatore al Piano Paesaggistico Regionale: un adeguamento del PRGC attraverso una Variante Generale, pertanto, oltre che necessario rappresenterebbe un’opportunità imperdibile per immaginare e disegnare la città di domani, ed una grande occasione di partecipazione dei cittadini tutti per influire sul futuro della propria città e su quella dei propri figli e nipoti.

In pratica:
1) Organizzare un momento nel quale la città possa studiare sé stessa, la propria storia, analizzare le proprie criticità e risorse, per pervenire ad una visione condivisa del proprio futuro: ripensare a funzioni (lavoro, sanità, scuola), mobilità, trasporti, luoghi d’incontro e servizi nell’ottica della città dei 15 minuti, la città come integrazione tra ventine e area urbana.
2) Avviare il percorso verso l’adozione di un Regolamento per l’amministrazione condivisa dei Beni Comuni, strumento che consentirà la stipula di Patti di Collaborazione tra cittadini ed amministrazione per la cura e la gestione dei beni comuni urbani, una strada intrapresa da più di 250 comuni in Italia in poco più di 8 anni.
3) Pianificare il territorio attraverso la partecipazione.
4) Investire in mobilità sostenibile, nella rivitalizzazione delle ferrovie dismesse, con l’obiettivo far tornare la città di Asti, intesa come area urbana, periurbana e rurale, nodo vivo del territorio.

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