Peste suina nei cinghiali, Cia Piemonte: “Rischio alto, la Regione intervenga subito”

Il ritrovamento nell’Alessandrino di un cinghiale morto a causa della peste suina alza il livello di allarme sulla proliferazione della fauna selvatica. La Giunta di Cia Piemonte si è riunita d’urgenza per analizzare il nuovo fattore di rischio e per chiedere nuovamente alla Regione misure d’urgenza.

“Controlli sanitari mirati sulla fauna selvatica, azioni incisive sul contenimento, blocco del commercio ella carne di cinghiale priva di tracciabilità sono i primi interventi da mettere in campo con urgenza – dichiara Alessandro Durando, presidente di Cia Asti e vice presidente di Cia Piemonte – la peste suina africana non si trasmette all’uomo e la filiera della carne dei nostri allevamenti ha un elevatissimo grado di sicurezza grazie ai controlli e ai sistemi di tracciabilità in vigore. Ma la fauna selvatica, da troppo tempo fuori controllo, rappresenta un problema non più sopportabile per il comparto agricolo”.

Non si tratta solo di cinghiali, ma anche di caprioli, daini, lupi. “I nostri territori sono continuamente devastati e le nostre coltivazioni distrutte – denuncia il presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini – non passa giorno che non ci siano attacchi di lupi ai nostri allevamenti. Non bisogna poi dimenticare le gravi, talvolta drammatiche, conseguenze degli incidenti stradali dovuti agli animali selvatici.
La Cia, già da lungo tempo, ha chiesto l’istituzione di un commissario straordinario che affronti questa emergenza regionale e nazionale. “Servono strumenti straordinari, se necessario anche legislativi, adeguati ad affrontare la situazione”, ribadisce Carenini.

Cia Asti e Piemonte hanno chiesto alla Regione di aprire un tavolo di confronto su questi temi, convocando tutte le parti interessate, incluso il mondo scientifico rappresentato dalla sede torinese dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.