Paolo Crivelli scende in campo: “Vogliamo inaugurare la stagione della mitezza” fotogallery

Sono qui per dare una visione nuova alla città”.

Con queste parole scende in campo Paolo Crivelli, candidato sindaco a capo di un’ampia coalizione che unisce PD, CambiAmo Asti, Ambiente Asti, Uniti si può, Articolo 1 e Europa Verde.

La mia candidatura a sindaco nasce dalla consapevolezza che viviamo in una città spenta, dove in questi anni si vive un declino e un isolamento impressionante. Per quarant’anni sono stato un medico e ho cercato di guarire i malati. Ora mi metto in gioco per guarire la mia città”.

Vicino a me c’è una squadra ampia, che considera la diversità una ricchezza – aggiunge – cercheremo di mettere a frutto questa scelta per creare un progetto innovativo per Asti. In tempi di pandemia, una cosa voglio anticiparla: vogliamo contagiare la città con il virus dell’entusiasmo e della partecipazione, con un particolare occhio ai giovani perché loro sono il nostro futuro”.

Inizieremo il giorno dopo le elezioni a fare il necessario, poi il possibile e un giorno vi sorprenderemo con l’impossibile. Un proverbio dice che non fa mai notte nei luoghi dove ci si prende cura uno con l’altro: oggi inauguriamo la stagione della mitezza”.

IL PROGRAMMA

Crivelli ha illustrato una bozza preliminare del programma articolata in 5 punti programmatici della coalizione: “Queste sono solo alcune considerazioni – afferma – ora invitiamo gli astigiani a un concorso di idee: con il contributo della società civile vogliamo scrivere un progetto insieme e sostuire “l’io” al “noi”.

Asti città verde: il grido del movimento Friday for Future non può rimanere inascoltato. L’aria di Asti è diventata irrespirabile: bisogna invertire subito la rotta. Non sarà facile, ma adotteremo le misure necessarie per non sforare i parametri. Investiremo sulle ztl, sulla mobilità pubblica, la viabilità. Il centro storico deve diventare una vera zona pedonale per  valorizzare le attività commerciali. Il suolo deve essere un bene che deve essere tutelato.

La città che si prende cura della salute dei cittadini: nei miei anni di medico ho percepito una politica sanitaria sempre più in declino. I problemi della nostra città nascono da un disinteresse della politica verso la salute pubblica. Vogliamo far rifiorire il rapporto con la Provincia e con la conferenza dei sindaci. L’ospedale è un bene comune che deve essere tutelato da tutti: questi anni di pandemia purtroppo ce l’hanno ricordato a caro prezzo.

PNRR: cercheremo di capire se ci sono ancora spazi di manovra per creare le condizioni di intervento con le giuste tempistiche. Correggeremo eventuali errori e metteremo in azione tutto quello che è stato progettato e che riteniamo giusto. Il lavoro sarà una preoccupazione primaria di questa amministrazione.Il Municipio sarà aperto a tutti quelli che non hanno una voce o a chi ha una preoccupazione e che dovrà ricevere una risposta.

Recupero dei luoghi abbandonati: la città è costellata di contenitori vuoti. Abbiamo alcuni progetti per recuperarli, tra questi creare una cittadella della cultura e dell’innovazione da mettere a sistema con l’università. Raccoglieremo tutte le idee in città e diremo chiaramente cosa abbiamo in mente di fare durante la campagna elettorale.

Asti città della cultura: la politica culturale della città deve giocare su due fronti. Il primo è formare i giovani e sostenere le piccole realtà culturali. Bisogna ripensare gli spazi per i giovani, dobbiamo sostenere grandi realtà come  l’UTEA e l’ISRAT. Bisogna lavorare sullo sport, che è sua cultura sia prevenzione della salute. Dobbiamo sostenere le società sportive e agevolare le famiglie che non possono pagare le quote societarie per i propri ragazzi.

Servizi sociali e sicurezza sociale: occorre un’integrazione concreta con tutti i soggetti che sulla provincia lavorano sul sociale, a partire da quelli istituzionali al mondo del terzo settore. Tutti questi soggetti devono costituire il consorzio sociale astigiano. Serve un piano di prevenzione della microcriminalità: bisogna comprendere che questo fenomeno è conseguenza del l’emarginazione sociale. Quindi bisogna intervenire con politiche di welfare: è una strategia confermata da tantissimi studi criminologici.