Lettere al direttore

“La sanità astigiana non ha bisogno di propaganda, ma di fatti da rivolgere ai cittadini e agli operatori che ci lavorano”

Più informazioni su

Riceviamo e pubblichiamo


Cari politici astigiani,
la vostra attenzione alle problematiche infermieristiche e alle condizioni lavorative ci lusinga, anche perché raramente i politici se ne occupano, ma pensare che serva una pandemia per fare emergere criticità storiche è allarmante.

La lettera scritta dai sindacalisti di Nursind e lo sciopero del 28 gennaio, sono iniziative apprezzabili perché segnalano le tante criticità a cui devono far fronte gli Infermieri e non solo. Gradiremmo però contestualizzare meglio la nostra situazione locale, perché a fare manifesti propagandistici sono bravi tutti, i politici, i sindacalisti, i manager delle aziende…Però la sanità astigiana non ha bisogno di propaganda ma di fatti da rivolgere ai cittadini e anche agli operatori che ci lavorano, oltre ad essere abitanti di questa città, sono fruitori dei servizi sanitari e a loro volta, si prendono cura della salute dei concittadini.

Ecco perché ci pare doveroso chiederci dov’ erano i sindacalisti dell’ASL AT, nessuno escluso, quando pochi mesi fa firmavano un accordo aziendale ulteriormente peggiorativo delle condizioni lavorative: hanno trasformato le progressioni economiche orizzontali in un’ iscrizione ad una piattaforma dalla compilazione incomprensibile che si è trasformata in una roulette russa, dove tanti operatori non sono riusciti a partecipare e altri ne sono stati esclusi per cavilli; hanno stravolto la normativa del Contratto Nazionale sullo straordinario non riconoscendo i primi 15 minuti (in un mese diventano almeno 5 ore e in un anno 60) e bisogna lavorare almeno 30 minuti in più, perché si possa parlare ancora di straordinario; hanno accettato che le ore pregresse di straordinario, relative al primo anno di pandemia, venissero annullate e per poco non ci riuscivano; hanno permesso di usare i fondi contrattuali per pagare la carenza di personale quando ogni anno l’ Università, laurea infermieri che vengono però assunti da altre ASL.

Insomma, questi sono i sindacati che ritengono di tutelare e rappresentare gli Infermieri e tutti gli altri lavoratori dell’ASL AT. In piena pandemia dopo tutti i sacrifici fatti, nelle varie ondate pandemiche, ai vari livelli professionali, è così che siamo stati valorizzati e ringraziati. I sindacalisti, non si devono ricordare della nostra tutela, solo in previsione delle elezioni RSU che si terranno fra pochi mesi. L’accordo che hanno firmato è stato umiliante e dannoso per tutti i lavoratori di questa azienda.

Il Direttore Generale, da quando è arrivato, gennaio 2021, in piena pandemia, si è occupato più di tagli che di semina e non ha sicuramente contribuito a farci sentire operatori apprezzati, ci siamo sentiti spolpati e ancor più massacrati di prima. In piena pandemia le scelte aziendali sono state di ridimensionamento e non di ampliamento e valorizzazione.
Ricordiamo ai nostri politici locali che degli operatori della sanità, essendo linfa di questo sistema e risorsa della nostra città, non bisogna ricordarsene solo in prossimità di elezioni amministrative ma ogni giorno dell’anno.

A volte la memoria è corta ma negli ultimi 20 anni l’ospedale astigiano ha perso posti letto, nel 2015 abbiamo rischiato di perdere reparti come Malattie Infettive che ora, in emergenza pandemica, è il polmone di questo ospedale, abbiamo rischiato di perdere molti servizi con un ridimensionamento delle attività ospedaliere e territoriali che rispondono ai bisogni di salute degli astigiani. Insomma, la politica di depauperamento nei confronti della nostra sanità locale è sotto gli occhi di tutti, ecco perché questa risposta vuole essere, sì di denuncia ma costruttiva, al fine che ognuno si prenda le proprie responsabilità, al fine di tutelare la sanità astigiana, garantendo ai cittadini una sanità di eccellenza che abbia prospettiva nel tempo e non diventi un “déjà-vu Nizza 2”.

Chiediamo alle forze politiche locali, al Sindaco, al Presidente della Regione, all’Assessore alla Sanità, al Direttore Generale, di valorizzare la sanità astigiana con progetti a lungo termine, smettendola di sgretolare anno dopo anno, il diritto alla salute e alle cure, non siamo cittadini di serie B. Chiediamo ai sindacalisti dell’ASL AT di riprendere la situazione in mano e tornare a fare il loro lavoro, rappresentandoci dignitosamente.
Se queste riflessioni cadranno nel nulla, continueremo inevitabilmente ad essere “spremuti e ignorati”.

Un gruppo di dipendenti dell’ASL AT

Più informazioni su