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Giornata della Memoria: la storia di un violino e di Guido, il più piccolo astigiano deportato

Guido Foà aveva otto anni. Da un giorno all’altro gli dissero che non poteva più andare a scuola con i suoi amici perché era ebreo. Con i suoi genitori scappò da Torino ad Asti, nella speranza di potersi salvare. Invece fu arrestato e portato nel campo di concentramento di Auschwitz. Qui fu immediatamente caricato su un camion, diretto alla camera a gas.

Insieme a lui furono catturati anche la mamma Estella e il papà Italo. Nessuno di loro fece più ritorno.

La tragica storia di questo bambino è stata ripresa dalla ricercatrice storica Nicoletta Fasano nel racconto, “Il violino”: qui la vicenda vera di Guido, il più piccolo astigiano deportato, si intreccia con un storia inventata in cui l’autrice immagina questo bambino suonare un violino.

“L’idea mi è venuta durante una Giornata della Cultura ebraica quando una donna si presentò alla sinagoga di Asti con un vecchio violino dicendo che era appartenuto ad un bambino scomparso da Asti, di cui non si sapeva nulla. Tenendo quel piccolo violino in mano capii che era giusto assegnargli un padrone e fu allora che pensai a Guido Foà” spiega Nicoletta.

Da lì l’idea di scrivere un racconto e salvare il piccolo Guido dall’oblio. “Nella cultura ebraica la memoria è fondamentale. Finché si pronuncia il nome delle persone che non ci sono più, si salvano dalla dimenticanza e continuano in qualche modo a vivere. Ho voluto dare una nuova vita attraverso il ricordo, che è poi anche il senso della Giornata della Memoria: trasformare la storia in atti e azioni concrete per non dimenticare”.

Il racconto “Il violino” è stato ripreso dall’autrice teatrale Patrizia Camatel che ha proposto lo spettacolo “Guido suonava il violino”. La protagonista è una ricercatrice che, come in un giallo, deve risolvere il mistero che circonda questo piccolo strumento.

“Quando lessi il racconto di Nicoletta per la prima volta – spiega Patrizia – mi emozionai molto. Nella mia mente si susseguivano immagini che poi ho cercato di trasformare in scene teatrali. Ho trasformato le mie creazioni mentali in realtà per poterle condividere con il pubblico”.

Patrizia per lavoro va alla ricerca di storie che potrebbero andare perdute e le trasforma in opere teatrali. “Le storie antiche rischiano di morire ma se io le racconto, do loro una seconda possibilità. Così quando vado nelle scuole faccio un patto con i ragazzi: devono raccontare a qualche amico o familiare le storie che ascoltano da me, così non andranno mai perse”.

Ci sono storie che non devono mai essere dimenticate, soprattutto se sono drammatiche. La Giornata della Memoria che ricorda le vittime dell’Olocausto, vuole proprio evidenziare questo. “Ogni volta che raccontiamo la storia di Guido – concludono Patrizia e Nicoletta – il violino sembra prendere vita,  sembra voler parlare e lasciarci un messaggio: non dimenticate, continuate a raccontare la mia storia, solo così si ricorderà il nome del piccolo Guido”.


Lo spettacolo “Guido suonava violino”  sarà presentato al Teatro Balbo di Canelli, giovedì 27 gennaio alle ore 21 (leggi QUI)


Cosa si intende per Olocausto?  Si intende lo sterminio, a partire dalla seconda metà del XX secolo, degli ebrei d’Europa e di tutte le categorie di persone ritenute “indesiderabili” o “inferiori” per motivi politici o razziali dai nazisti.