Ex Embraco: dalla Regione Piemonte pronto un piano d’azione formativa per la ricollocazione dei lavoratori

Per l’Assessore Chiorino: “Non abbandoneremo i lavoratori: confido nella collaborazione con il tessuto imprenditoriale piemontese"

Più informazioni su

“Una vertenza straordinaria che meritava un impegno del Governo della stessa portata – commenta l’assessore al lavoro Elena Chiorino al termine del tavolo di crisi con il Mise e le parti coinvolte sulla vertenza della ex Embraco – con l’incontro di questa mattina è stata messa la parola “fine” alla vertenza della ex Embraco di Riva di Chieri con la conferma da parte del Mise che non è mai esistito un piano “B” che potesse garantire un progetto di reindustrializzazione importante per la nostra Regione e la nostra Nazione, non sono stati previsti altri ammortizzatori sociali, tantomeno non sono stati immaginati degli interventi economici mirati ad una ricollocazione dei lavoratori a supporto di quanto faremo come Regione. Grazie anche alla cattiva gestione dei Governi precedenti, che hanno incancrenito la situazione, oggi ci ritroviamo un po’ tutti con il “cerino in mano”. Ma come ho già detto, ci tengo a ribadire il concetto che la Regione, con le forze e gli strumenti a sua disposizione, continuerà ad essere al fianco dei lavoratori anche dopo il 22 gennaio, quando terminerà la cassa: ho promesso che non li abbandoneremo e così sarà. Abbiamo un piano di politiche attive concordato con i sindacati già pronto che potrà partire da febbraio: sono fiduciosa che la collaborazione tra i sindacati e il mondo imprenditoriale che si è dimostrato sensibile alla questione, permetterà di sciogliere le resistenze dettate dall’età anagrafica dei lavoratori attivando quell’ aggiornamento necessario delle competenze a tutti coloro che vorranno aderire al programma regionale per riavvicinarsi al mondo del lavoro”.

LA VOCE DEI SINDACATI
“L’incontro di oggi con il mise a dimostrato ancora una volta la volontà del Ministero hdi chiudere la vertenza Ex Embraco fonte di forte imbarazzo per che chi in questi quattro anni ha gestito la vicenda – dichiara Arcangelo Montemarano per Fim Cisl Torino – riteniamo come Fim che la priorità è definire al più presto con la Curatela la procedura di licenziamento collettivo affinché i lavoratori non rimangano dal 22 gennaio senza copertura retributiva. Se così non fosse sarebbe grave per tutti i lavoratori che già vivono una situazione economica drammatica. Ci saremmo aspettati strumenti sulla formazione e ricollocazione straordinari ,considerata l’età media dei lavoratori molto alta , invece si scaricano le responsabilità di un piano di ricollocazione tutto sulla regione Piemonte utilizzando strumenti non del tutto sufficienti per la riqualificazione dei lavoratori.”

Per quanto riguarda FIOM – CGIL Torino, Ugo Bolognesi ha sottolineato come: “Anche oggi da parte del Mise non sono arrivate risposte e atti concreti per ridare alle lavoratrici e ai lavoratori Embraco quanto gli è stato ingiustamente sottratto: la dignità del lavoro. Whirpool si ritiene, attraverso i propri legali, assolta, e non si fa carico di nessuna responsabilità di quello che ha causato, riproponendo come unica possibile uscita un accordo individuale con un risarcimento irrisorio. La nostra richiesta di proroga di ammortizzatori sociali è stata nuovamente respinta, e alle nostre richieste di intervento attivo del Mise per la ricollocazione e il sostegno al reddito le risposte del Ministero oggi non sono state sufficienti e concrete. La cassa integrazione termina il 22 gennaio, la procedura di licenziamento continua, serve un piano serio di intervento a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori che renda possibile il loro rientro stabile al lavoro. Il Governo faccia il Governo!”

Per Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino: “Oggi il Mise ha confermato la fine degli ammortizzatori sociali il 22 gennaio e il licenziamento dei 377 lavoratori ancora coinvolti. Adesso è importante costituire la task force per la ricollocazione dei lavoratori insieme alla Regione Piemonte, all’Unione Industriale di Torino, e al ministero stesso. Il tavolo dovrà trovare gli strumenti necessari per ricollocare i lavoratori e dovrà seguire anche la vendita dell’immobile di Riva di Chieri affinché vengano in qualche modo risarciti i lavoratori. E’ fondamentale il coinvolgimento di tutte le parti sociali per dare finalmente una risposta positiva a lavoratori che ormai soffrono da più di 4 anni”.

Per Ciro Marino di UGL Metalmeccanici: “Con rammarico, oggi abbiamo appreso dal Mise, che per quanto riguarda la vertenza dei lavoratori della Ex Embraco non si parla più di reindustrializzazione. Ci rincresce che il Mise non abbia preso posizioni partecipando da spettatore in questa vicenda. Ci aspettavamo che si potesse trovare almeno una forma di ammortizzatori sociali, da permettere di affrontare, con un margine di respiro, quello che la Regione Piemonte ha messo in campo in termini di politiche attive, un percorso di formazione e riqualificazione professionale per un eventuale ricollocazione in altre realtà lavorative. un ampio respiro ai lavoratori per poterli collegare in un percorso di formazione e di riqualificazione professionale per un eventuale reinserimento in nuove realtà lavorative. – conclude. Questo fallimento non ha coinvolto solo i lavoratori, ma anche il governo che non è riuscito a dimostrare di saper fare impresa.”

Più informazioni su