Lettere al direttore

Crisi impianti natatori: i Sindaci Rasero, Migliasso e Nosenzo scrivono a Draghi e a Cirio

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei Sindaci Maurizio Rasero (Asti), Simone Nosenzo (Nizza Monferrato) e Davide Migliasso (San Damiano d’Asti) sulla crisi degli impianti natatori inviata al Presidente del Consiglio Draghi ed al Presidente della Regione Piemonte Cirio.


Al Presidente Consiglio dei Ministri
Dott. Mario Draghi
Al Presidente della Regione Piemonte
Dott. Alberto Cirio
Loro Sedi

Oggetto: crisi impianti natatori

Nelle scorse settimane, il Presidente della Federazione Italiana Nuoto Piemonte e Valle d’Aosta, insieme ad alcune Federazioni ed Enti, ha sensibilizzato i sindaci del territorio in ordine alle difficoltà economiche che i gestori degli impianti natatori stanno affrontando a causa dell’emergenza pandemica.
Quali Sindaci non possiamo che condividere quanto segnalato dai Presidenti e farci portavoce delle criticità emerse riconoscendo l’alto valore sociale dello sport e degli impianti in cui le discipline vengono praticate.

Le piscine, infatti, sono strutture che erogano servizi voluti e realizzati dalle amministrazioni e rappresentano un patrimonio pubblico non solo economico, ma soprattutto sociale: sono un polo aggregativo dalle caratteristiche uniche perché frequentate da numeri elevatissimi di utenti di tutte le fasce anagrafiche e sociali. Hanno progetti in essere con scuole, centri disabili, centri anziani, università della terza età, SUISM, centri di recupero, utenti del nuoto libero, master, scuola nuoto e collaborano con almeno cinque federazioni Sportive (FIN-FINP-FITRI- FIPSAS-FIPM) ed altri numerosi enti di promozione sportiva.

La storia di questi impianti vede negli ultimi trent’anni un sostanziale passaggio da gestioni dirette del comparto pubblico, estremamente costose, a gestioni affidate a società sportive, i cui utili, molto spesso, sono stati reinvestiti negli impianti stessi ed hanno contribuito alla crescita di molti atleti, nonché alla divulgazione dello sport di base a favore di migliaia di sportivi, agonisti e non.

Nel corso degli anni le condizioni contrattuali sono mutate, soprattutto, per l’aumento dei praticanti e, in moltissimi casi, si è arrivati alla totale gestione degli impianti stessi da parte del settore privato, manutenzioni comprese.

Oggi la pandemia ha portato ad una drastica riduzione delle presenze a cui si aggiungono le limitazioni in fatto di capienza degli impianti fino a poco tempo fa del 70% ed ad oggi del 50%.

Durante i lunghi mesi di lock down (oltre 300 giorni di chiusura completa) i gestori delle piscine hanno pagato energia (luce, gas e acqua) senza la possibilità di svolgere attività su impianti di proprietà pubblica. Anche se i consumi sono stati ridotti, i costi fissi hanno inciso pesantemente e le manutenzioni e la conduzione dono state molto onerose, per evitare il deperimento degli impianti.

Oggi, a tutto ciò si aggiunge il caro energia, con aumenti delle utenze elettriche e termiche in percentuali devastanti, dal 70% al 100% di rincari sul costo totale delle bollette, rispetto al periodo pre- pandemico.

Le piscine sono impianti energivori per eccellenza e questa situazione, se non si interviene immediatamente, porterà al default per la maggior parte delle strutture. Molti impianti, infatti, chiuderanno e le amministrazioni, purtroppo, si troveranno a gestire situazioni complicate. Oltre che il gravissimo danno per la perdita di anni di lavoro, di professionalità, di consolidati servizi di natura sociale e sportiva, si verificheranno ripercussioni pesanti anche sul patrimonio impiantistico pubblico. Una piscina chiusa subisce un deperimento strutturale e tecnologico velocissimo: dopo mesi di chiusura necessita di importanti interventi manutentivi. Il Piemonte ha un patrimonio impiantistico natatorio il cui valore ammonta ad oltre 150 milioni di euro.

In questa situazione i gestori non hanno più la possibilità di sostenere autonomamente queste attività: gli aumenti relativi alle utenze di energia termica ed elettrica minano gravemente i piani economici finanziari programmati.
Ritengo quindi che occorra un sostegno nella creazione di un ammortizzatore del “caro bollette”, con un aiuto da parte delle istituzioni, nonché la creazione di un fondo regionale a sostegno dei comuni proprietari di impianti natatori, affinché si possano sostenere le attività senza interruzioni.

Con la speranza che questo accorato appello venga accolto, porgiamo cordiali saluti.

Il Sindaco di San Damiano     Il Sindaco di Asti      Il Sindaco di Nizza M.to
Davide Migliasso                       Maurizio Rasero          Simone Nosenzo