Lettere al direttore

La Commissione Mensa Cittadina Asti : “Ci chiediamo se l’Amministrazione intenda proseguire il tavolo di confronto con noi”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta della Commissione Mensa Cittadina.


Mensa scolastica: sorprese sotto l’albero…

E’ consuetudine per ciascuno di noi scambiarsi auguri e doni prima del Natale e sicuramente tutte le famiglie di bimbi/e e ragazzi/e che usufruiscono del servizio di refezione scolastica hanno gradito gli auguri inviati personalmente dal Sig.Sindaco Maurizio Rasero e dall’Assessore alle Politiche Giovanili, Asili Nido, Istruzione e Pari Opportunità Elisa Pietragalla. A molte di quelle famiglie (ma non a tutte e non si sa perchè) sono giunti infatti via mail inaspettati auguri dall’Amministrazione due giorni prima di Natale.

Ma il fatto veramente sorprendente è che, unitamente agli auguri, l’Amministrazione ha proposto due quesiti rapidi, a cui chiede cortesemente di dare riscontro, sempre via mail, entro (e pensiamo non oltre) il 31/12/2021.
Ecco i punti a cui rispondere:
“1 se vi ritenete soddisfatti del servizio somministrato nel suo complesso, nonostante la situazione attuale di pandemia che ancora ne condiziona lo svolgimento
2 se preferite la proposta di un menu “più semplice” che riscontri maggiormente le aspettative e il gradimento dei ragazzi, ovvero di un menù composto da alcuni piatti meno graditi dagli stessi ma che rispettino i principi di una sana e maggior variegata alimentazione e che consentano alla mensa scolastica di proporsi come un momento educativo” ”

Certamente tra una tombolata e una mano di “Mercante in fiera” le famiglie avranno occasione di ritrovarsi e riflettere insieme sulle risposte da dare urgentemente ai quesiti posti. Anzi, magari potrebbe essere un nuovo “gioco” da proporre ad amici e parenti, a mo’ di Trivial Pursuit sulla mensa astigiana.

Come Commissione Mensa Cittadina, però, al di là di ogni facile commento umoristico, ci preme porre alcune importantissime osservazioni.
Prima di tutto ribadiamo ancora una volta che sin all’inizio dell’anno, così come durante tutto l’anno scorso, la CMC invia settimanalmente report dettagliati e puntuali sul servizio di refezione scolastica, grazie alla costante collaborazione dei docenti, sentinelle attente e vigili di un servizio a cui prestano quotidianamente attenzione. I report settimanali non sostituiscono, ma integrano, le molteplici segnalazioni di disservizi che personalmente i docenti inviano agli uffici e insieme a queste certamente costituiscono punto di osservazione privilegiato dello stato del servizio, con dati oggettivi e rilevabili.

Dall’inizio dell’anno, così come per l’anno precedente, ci sentiamo dire che la pandemia condiziona ogni aspetto dello svolgimento del servizio e che, per questo motivo, è impossibile risolvere alcune delle criticità evidenziate quest’anno come l’anno precedente. In definitiva, inutile chiedere un impossibile miglioramento su certi aspetti.
Sempre quest’anno, come anche alla fine dell’anno scolastico scorso, la CMC ha promosso un questionario di gradimento sul menù autunnale rivolto a tutte le famiglie. Un questionario dettagliato, i cui risultati, prima di essere divulgati, sono stati presentati e discussi durante un confronto con l’Amministrazione appena qualche giorno fa, dopo un’elaborazione puntuale e rigorosa delle risposte raccolte da ben 571 famiglie.

A fronte delle osservazioni precedenti ci chiediamo i motivi di un’urgenza tale da spingere l’Amministrazione a richiedere nuovamente alle famiglie di esprimersi, entro il 31 dicembre, con uno strumento di indagine non certamente riconducibile a strumenti di ricerca formalizzati e standardizzati, in grado di misurare in modo oggettivo e impersonale dati da sottoporre ad analisi statistica e di conseguenza generalizzabili.
Come CMC abbiamo ribadito certamente, anche durante l’ultimo incontro con l’Amministrazione, la necessità di indagini di customer satisfaction per misurare il grado di qualità percepita da parte dei destinatari del servizio di refezione scolastica. Ma siamo consapevoli che, come per tutti gli strumenti di ricerca, anche per i questionari, la fase di costruzione e preparazione sia fondamentale per l’ottenimento di risultati significativi, perché può condizionare il tipo di elaborazione che si intende eseguire nella fase successiva. Il processo di costruzione di un questionario prevede alcuni passaggi fondamentali, dalla cui coerenza dipendono strettamente la qualità e la quantità di informazioni conseguite e della loro interpretazione. Successivamente l’elaborazione dei dati raccolti non potrà che avvenire tramite metodi e tecniche di natura statistica.

A fronte di tali osservazioni ci chiediamo, dunque, secondo quali modalità rigorose saranno trattate le risposte ricevute in modo per nulla impersonale e oggettivo. E in quale modo i dati verranno analizzati e interpretati. Come le migliori indagini statistiche ci insegnano, l’analisi del gradimento dell’utenza non può fondarsi certamente su una banale intervista costituita da due domande a risposta aperta, a meno che il campione che si pensa di monitorare non sia estremamente ridotto e perciò stesso non rappresentativo.

Al di là di tali osservazioni di carattere tecnico, ci preme soffermarci maggiormente sul secondo quesito posto alle famiglie che riportiamo nuovamente: “se preferite la proposta di un menu “più semplice” che riscontri maggiormente le aspettative e il gradimento dei ragazzi, ovvero di un menù composto da alcuni piatti meno graditi dagli stessi ma che rispettino i principi di una sana e maggior variegata alimentazione e che consentano alla mensa scolastica di proporsi come un momento educativo”
Lascia sgomenti la modalità dicotomica in base alla quale un menu più semplice gradito ai ragazzi sia da contrapporre necessariamente a piatti meno graditi, ma che rispettano “i principi di una sana e maggior variegata alimentazione e che consentano alla mensa scolastica di proporsi come un momento educativo”. Come se mangiar sano dovesse necessariamente significare mangiare contrariamente ai propri gusti. Oppure come se i ragazzi, in quanto tali, necessariamente amino cibo non sano e non vario.

Da sempre crediamo che la mensa debba essere vissuta necessariamente come un momento educativo fondamentale. Da sempre sottolineiamo che la mensa scolastica non possa che rispettare i principi di una sana e variegata alimentazione, nel pieno rispetto delle indicazioni dello IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) . Ribadiamo: non della CMC, ma dello IARC e dell’OMS!.
Tutti sappiamo, o dovremmo sapere, che una dieta sana (che prevede la giusta quantità e varietà di alimenti diversi) consente di crescere e svilupparsi normalmente durante l’infanzia e di mantenere le funzioni normali nell’età adulta, in modo da raggiungere la vecchiaia con la minor quantità possibile di patologie e disfunzioni.
Tutti sappiamo, o dovremmo sapere, che una mensa sana e varia, non significa complicata o cattiva, ma, al contrario, ricca di proposte attente alla salute dei bambini senza perdere di vista il gusto, mettendo al centro le cucine e la competenza dei cuochi. Ricordiamo, infatti, che il cibo consumato a scuola è il risultato di diversi know how necessari per realizzare un pasto di qualità: materie prime scelte con cura, ingredienti selezionati, ricette semplici e ben curate, tempi e modalità di preparazione adeguati al consumo scolastico, attenzione al gusto, alla forma, al colore e alla consistenza di tutti i piatti, modalità di presentazione e impiattamento gradevoli e stuzzicanti, tempi e luoghi adatti al consumo del pasto e, ovviamente, temperature sempre a norma.

Ci sembrava che anche l’Amministrazione comunale perseguisse gli obiettivi appena accennati. Ci sembrava che ci accomunasse la stessa idea di mensa scolastica. Come CMC sottolineiamo ancora una volta con forza che l’obiettivo del servizio di refezione scolastica dovrebbe essere quello di garantire cibo buono, sano, vario e di qualità: nessuna di queste componenti dovrebbe mai venire messa in discussione. Mai!
Viste le considerazioni fin qui espresse ci sembra che la modalità di indagine proposta dall’Amministrazione non solo delegittimi mesi e mesi di lavoro assiduo e puntuale della CMC, ma certamente rappresenti un modo per veicolare un messaggio distorto e ingannevole alle famiglie. Un modo destabilizzante in cui la domanda sottesa sembra essere: “conta di più che la pancia di vostro figlio sia piena o che mangi cose sane?”

Durante questo ultimo anno e mezzo, ma anche durante gli anni precedenti, abbiamo sempre cercato un confronto costruttivo con l’Amministrazione. E questo nonostante le problematiche oggettive e circostanziate messe in evidenza dalla CMC, nonostante la presenza di criticità ripetute nel tempo e mai risolte.
Ci chiediamo, dunque, se l’Amministrazione intenda proseguire il tavolo di confronto con la CMC che rappresenta un organo legittimato dalla stessa Amministrazione e i cui compiti precipui sono stabiliti dall’art. 1 delle Linee Guida per la costituzione e il funzionamento delle commissioni mensa.
Ci chiediamo se dopo svariati momenti di confronto, mail, riscontri, ecc. il lavoro della CMC venga da tale Amministrazione riconosciuto e valorizzato.

Ci chiediamo se veramente si voglia perseguire l’obiettivo di monitorare e migliorare il servizio di ristorazione scolastica che in questi ultimi mesi ha ricevuto maggiore attenzione da parte di tutta l’opinione pubblica.
Ci chiediamo cosa si voglia per i bambini e i ragazzi che quotidianamente consumano il pasto a scuola.
Ci chiediamo ancora una volta quale sia l’idea di mensa scolastica che si voglia realizzare per la nostra città.

La Commissione Mensa Cittadina

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