Dalla Regione Piemonte 500mila euro per le tartufaie

La Terza commissione (presidente Claudio Leone) ha approvato all’unanimità la delibera per la concessione delle indennità per conservare e valorizzare il patrimonio tartufigeno piemontese. Lo stanziamento – ha spiegato l’assessore alle Foreste Fabio Carosso – è di circa 500.000 euro (proveniente dal fondo dei tesserini della raccolta), verrà assegnato l’importo di 18 euro per ogni pianta sotto le quale è stato dimostrato che, negli ultimi tre anni, è avvenuta la raccolta del prelibato bianco “Tuber magnatum”, fino a un massimo di 25 piante a ettaro.

Per ottenere l’indennità vengono considerati gli esemplari di alcune specie di querce, pioppi, salici, tigli, carpini e nocciolo che hanno una riconosciuta capacità di favorire la crescita dei tartufi. Possono presentare la richiesta i proprietari dei terreni o quanti conducono le superfici boschive interessate. I beneficiari devono impegnarsi, per cinque anni, a mantenere gli alberi secondo un Piano di coltura e conservazione, permettendo, nel contempo, la libera raccolta del “Tuber” ai cercatori muniti di tesserino nelle zone dove le piante sono radicate. Non possono ottenere il contributo gli esemplari che ricadono nelle tartufaie controllate, in quelle coltivate e, in generale, dove non è possibile effettuare la ricerca e la raccolta libera.

Sono intervenuti i consiglieri Ivano Martinetti (M5s), Monica Canalis e Maurizio Marello (Pd) e Valter Marin (Lega) che hanno sottolineato l’importanza del settore tartufigeno per il Piemonte.

La commissione ha poi dato il via libera, sempre all’unanimità al Regolamento regionale per la vivaistica forestale. “Oggi, dopo oltre dieci anni, riusciamo a chiudere la partita per avere regole chiare” ha sottolineato Carosso.

Per vivaistica forestale si intendono la raccolta a scopo di produzione vivaistica, la produzione, la cessione a qualsiasi titolo e la commercializzazione di materiale di moltiplicazione o di propagazione forestale destinato al rimboschimento, all’imboschimento, all’arboricoltura da legno, alla rinaturalizzazione e alla sistemazione del territorio. Tra i compiti della Regione, ribadisce il Regolamento, c’è la tutela della biodiversità e la diffusione delle specie arboree e arbustive autoctone indigene del territorio piemontese e la produzione di materiale forestale di propagazione per finalità di tutela e valorizzazione del patrimonio forestale. Per questo viene individuata una rete di popolamenti da seme e la stessa Regione gestisce veri e propri vivai.

Sono intervenuti Carlo Riva Vercellotti (FdI), che si è soffermato sui ritardi e sul personale dei vivai;  Canalis, che ha rimarcato l’importanza della gestione delle foreste in Piemonte, per la quale bisogna trovare convergenze e  Angelo Dago (Lega), che ha evidenziato l’importanza di avere un Regolamento.