L’istituto Monti di Asti intitola la sua biblioteca a Erica Zanutto

Riceviamo e pubblichiamo


Per Erica

Il giorno 25 novembre 2021, alcuni docenti della scuola, insieme alla famiglia, al sottoscritto dirigente, agli addetti della Croce Rossa e dell’ASL che per anni di lei si sono presi cura, a parenti ed amici, si sono incontrati in una cerimonia sobria e raccolta per rendere perenne il ricordo di Erica mediante l’intitolazione a lei della biblioteca interna, che diventerà pertanto la Biblioteca Erica dell’Istituto “A. Monti”.

Erica è stata una delle nostre migliori studentesse, diplomatasi con lode nell’anno scolastico 2019/20.
Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla sono rimasti fortemente colpiti dalla sua personalità (forte in casa, in patria, si scopre nell’etimologia del suo nome), connotata da volitività e pazienza, due doti che le hanno permesso di raggiungere un livello altissimo di risultati nello studio, nonostante la malattia fortemente invalidante.

Tra i fortunati, io stesso mi sono recato a casa sua come atto di valorizzazione del grande lavoro svolto dalle insegnanti della scuola e per apprezzare i risultati scolastici di una ragazza che, più ne sentivo parlare, più mi incuriosiva conoscere per le sue doti; ho nel cuore quella visita, e poi il successivo colloquio a distanza prima dell’Esame di stato.

Insieme a Clara, Lia e Marisa, tre docenti della scuola, sono entrato nella sua camera, nella sua vita quotidiana, abbiamo assaggiato i pasticcini preparati dalla sua meravigliosa mamma ed abbiamo chiacchierato, tutti insieme, mentre io apprezzavo la maturità che Erica sapeva dimostrare anche in quell’occasione, che si potrebbe immaginare così difficile per lei, e che invece Ella rese facile per tutti.

Poi arrivò il Covid, e così il nostro secondo incontro avvenne a distanza: sentendo delle sue intenzioni di futuri studi in campo psicologico, proposi di far collaborare la scuola con Lei non appena avesse intrapreso la carriera universitaria, convinto della qualità del contributo di studio che avrebbe potuto apportare alla nostra istituzione.

Scherzammo sul fatto che la costrizione del lockdown, che obbligava milioni di studenti a casa, fosse da lei stata abbondantemente vissuta con anticipo di anni e che questa condizione di colloquio a distanza l’avrebbe addirittura facilitata… Purtroppo non ebbi modo di seguire il suo colloquio, che fu eccellente.

Siamo tutti personalmente molto orgogliosi di poter vantare Erica come nostra studentessa, detto senza retorica, ma con la consapevolezza che Erica è “una dei nostri, una del Monti”, per quel naturale senso identitario che ci rende tutti speciali non appena varchiamo quel portone.
Intitolarle la biblioteca è un atto simbolico ma anche un atto dovuto; a marzo tutti noi abbiamo avuto lo stesso pensiero: uno spazio, quello più significativo, doveva portare il suo nome.

Erica era una ragazza dalla rara intelligenza. Nei suoi occhi c’erano curiosità e tristezza, tanta consapevolezza e luce, una luce che orienta e vivifica, grazie alla quale tutti coloro che l’hanno frequentata si sono arricchiti. Proprio questo ci ha spinti a scegliere la biblioteca: il patrimonio che questo luogo racchiude è infatti strumento di ricchezza culturale e valoriale per decine di ragazzi che vi si avvicinano e che avranno ora nell’esempio di Erica una risorsa unica in più. Il suo nome, la sua personalità e il nostro ricordo contribuiranno a raggiungere quanto affermava Marguerite Yourcenar nel suo capolavoro, Memorie di Adriano: «Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire».

L’Istituto “A. Monti”