Sicurezza sul lavoro, le proposte al Tavolo territoriale di Cgil, Cisl e Uil di Asti

Anche la Provincia di Asti partecipa ai tristi primati degli infortuni e dei morti sul lavoro.

Per questo motivo la Cgil, la Cisl e la Uil di asti hanno deciso di produrre un documento da inviare al tavolo dello sviluppo per provare a proporre e trovare soluzioni condivise per fermare questa strage. Le proposte inviate sono state illustrate questa mattina, lunedì 11 ottobre, durante la conferenza stampa online sul tema “La sicurezza sul lavoro è un bene comune” indetta dalle tre sigle sindacali con gli interventi di Luca Quagliotti, segretario generale Cgil Asti, Marco Ciani, segretario generale Cisl Asti Alessandria (presente anche Stefano Calella) e Armando Dagna, segretario generale UIL Asti Cuneo.

In apertura di conferenza sono stati resi noti alcuni dati che spiegano il motivo per cui è necessario un documento sulla sicurezza ad Asti. “In Italia aumentano gli infortuni, ad agosto 2021 si sono registrati l’8,48% di infortuni sul lavoro in più rispetto allo stesso periodo del 2020, ad Asti si registra un dato negativo del 5,27%. 1186 infortuni contro 1252, ma il dato 2020 è falsato dalle denunce collegate alla pandemia, se si fa riferimento al 2019 Asti, ad agosto 2021, è in linea. La media nazionale è di 3 morti al giorno, il Piemonte ha 4 province ai primi 25 posti della classifica pubblicata da vega engineering e l’astigiano è collocato al 25 posto per indice di incidenza per i morti sul lavoro; tra le quattro province piemontesi comparabili (Asti, Biella, Vercelli e Vco), Asti è quella che ha il numero di infortuni e di morti sul lavoro maggiori.
Le malattie professionali in Piemonte sono in aumento, nel periodo gen-ago2021 sono 282 in più rispetto al periodo gen-ago 2020 (+46,6%) e anche ad Asti aumentano le denunce di malattia professionale (+15 tra gen-ago 2021 e analogo periodo 2020 pari al + 35,71%)” i dati esposti dai sindacati che commentano “Anche per questi motivi abbiamo deciso di provare a cambiare le cose presentando una proposta di discussione sulla Sicurezza nei posti di lavoro ad Asti”.

Si passa poi ad analizzare le proposte, che vedono tre argomenti principali:
1) Rivedere i dvr (documenti valutazione del rischio) che sono uno degli elementi più importante nella costruzione dei percorsi di sicurezza.
– Occorre che tutte le aziende rivedano i loro dvr adeguandoli alle questioni di genere e che considerino la presenza dei lavoratori stranieri al proprio interno;
– nei dvr vengano considerati i lavoratori somministrati e quelli dei servizi terzializzati 2) Servizi ispettivi
– Coordinamento costante tra servizi ispettivi
– Potenziamento degli organici ispettivi
– Condivisione delle banche dati
3) Formazione
– Un adeguata formazione è fondamentale per prevenire gli infortuni
Anche in questo caso la formazione deve riguardare tutte le maestranze presenti all’interno dell’azienda dirette ed indirette; è proprio il personale delle ditte in appalto che ha incidenti sul lavoro, spesso mortali.

Secondo i sindacati bisogna “Includere per incidere”: il contesto l’inclusione all’interno del dvr delle questioni di genere è necessaria perché:
1. È prevista dalla legge art.28 dlgs 81/2008
2. La nascita dei dvr è datata e prevede, spesso, una declinazione al maschile.
I vantaggi
– un incremento nella capacità di gestire e affrontare il rischio, con relativa riduzione del rischio infortunistico;
– una riduzione dello stress da lavoro correlato individuale;
– un significativo aumento nella spinta all’innovazione, favorita da un equilibrio nel team di lavoro;
– un aumento della produttività.

Su questo tema si apre un discorso importante sugli stranieri: “la popolazione straniera rappresenta nella nostra provincia l’11,19% degli abitanti. Prevedere forme di formazione in lingua o con lingue veicolari è importante per far comprendere meglio i rischi e le procedure. Prevedere un affiancamento iniziale con lavoratori di pari nazionalità o vicinanza geografica” spiegano i sindacati.
La formazione riveste un importanza capitale per le aziende. Un lavoratore formato è un lavoratore consapevole. Chi forma? Ovviamente le agenzie formative specializzate, noi pensiamo sia anche utile che vi sia un rapporto diretto con i servizi ispettivi che non hanno solo il compito di reprimere o, peggio, constatare la dinamica infortunistica, ma anche quello di prevenire”.
Sulla scelta delle agenzie è chiaro il pensiero dei sindacati: “Il mondo delle agenzie formative è piuttosto «variegato». Spesso la formazione viene attivata solo per accedere ai fondi europei; potrebbero essere coinvolti, nella costruzione dei percorsi formativi, gli enti bilaterali ed ai fondi professionali”.

Infine si parla di informare per prevenire, partendo dalla domanda “Chi informa?”. “Ovviamente informare spetta ai datori di lavoro ma… attraverso le risorse che potrebbero mettere gli enti bilaterali, i fondi professionali, la Fondazione Cr Asti, si potrebbe organizzare una grande campagna informativa nei luoghi di lavoro finalizzata alla prevenzione. Partiamo dalle scuole coinvolgendo le direzioni scolastica ed utilizzando le risorse degli enti bilaterali, dei fondi professionali, la Fondazione CR Asti, è necessario organizzare una grande campagna informativa nelle scuole finalizzata a dare una prima informazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro” la proposta dei sindacati che in conclusione elencano gli argomenti su cui, secondo il loro pensiero, informare e formare:
-La conoscenza dei diritti e doveri ai vari livelli,
– l’approfondimento dei rischi connessi all’attività dell’impresa in generale e specifici,
– l’analisi dei comportamenti interni ed esterni al luogo di lavoro,
– le misure e le attività di protezione e prevenzione individuata, compreso l’utilizzo appropriato dei dispositivi di protezione,
– la conoscenza delle procedure di sicurezza e soccorso,
– le principali cause e la frequenza degli eventi infortunistici,
– la costruzione di piani per la salute e sicurezza che considerino le differenze di genere, la presenza di lavoratori stranieri,
– come trasformare in risorsa la compresenza di lavoratori con contratti differenti all’interno dello stesso sito.