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Racconti di Halloween: “La clessidra della paura”

Era una giornata come tutte le altre e mi stavo preparando per andare a scuola.
Visto che ci dovevamo preparare per la riunione di questa mattina, siamo andati a scuola prima del solito e, mancando pochi giorni ad Halloween, subito all’entrata della scuola c’erano parecchie zucche spaventose con tante caramelle all’interno, molti fantasmi appesi alla porta e del fumo che fuoriusciva dall’ingresso.
Insomma, la scuola Parini era diventata una scuola spaventosissima.

Stavamo salendo le scale per andare in classe come tutti i giorni e ad un tratto vediamo la porta della terza A che si stava muovendo da sola, facendo un gran rumore.
Noi non sapevamo più cosa fare!!
Era addirittura molto spaventata la professoressa Bianchetto!!
Ma con tanto coraggio la professoressa si avvicinò molto lentamente e guardò la porta con grande sospetto.
Ma tutto ad un tratto la porta si fermò… guardò meglio e vide la bidella che stava pulendo.
D’altronde non potevano essere dei fantasmi o degli zombie… non esistono!!

Quindi siamo entrati in classe e abbiamo iniziato le lezioni. Alle 9.41, suonata la campanella dell’intervallo, siamo scesi tutti in cortile per fare merenda.
Giocando in cortile trovammo un oggetto particolare, e cioè un’antica clessidra che guardavamo tutti insieme; mi sono accorta che non era una clessidra normale: all’interno di essa c’era una tempesta di sabbia.
La presi in mano e una grande luce uscì dalla clessidra e tutti noi venimmo risucchiati dentro… il nostro mondo cambiò del tutto in un attimo; non eravamo più a scuola ma in un paese triste e oscuro, senza nessuno.
Avevamo molta paura, non capivamo come tornare a casa e soprattutto… cosa ci facevamo lì?

Ci siamo fatti forza e abbiamo iniziato ad esplorare il paese grigie e tristi, ma tutte addobbate per la festa di Halloween… ma perché? Del resto non c’era nessuno e le case non erano abitate…
Anita, all’improvviso, trovò una lattina di Coca-Cola e un sacchetto vuoto di patatine…allora qualcuno c’era…?!
Continuammo a camminare e io dissi ai miei amici che era meglio tenere gli occhi ben aperti perché avevo l’impressione che qualcuno o qualcosa ci stesse fissando!!
Infatti un’ombra velocissima attraversò la strada facendoci spaventare e urlare come matti… chi era?

Io e i miei amici ci guardammo in faccia e tutti insieme inseguimmo l’ombra correndo velocissimi per non farcela scappare.
Tutto ad un tratto l’ombra si fermò senza voltarsi e noi, che eravamo fermi dietro di lei, pieni di paura aspettavamo che si girasse per guardarla in faccia…
Dopo poco si girò e… oh mamma, era un ragazzino come noi!!
Ci siamo avvicinati e abbiamo chiesto come si chiamasse e cosa ci facesse lì.
Il suo nome era Federico.

Lui ha iniziato a raccontarci la sua storia; da tempo era solo in quella città grigia e spaventosa e ci era arrivato proprio come noi, e cioè giocando con una clessidra e cercava in tutti i modi di tornare a casa, ma non trovava nessun modo per poter tornare dai suoi genitori e dagli amici.
Io presi la clessidra in mano e guardandola pensai che poteva servirci per poter aiutare Federico e tutti noi. Mentre pensavamo a come tornare, Federico ci disse che era ora di nasconderci dentro una casa perché era quasi ora che uscissero i “Mostri di Halloween”…
Erano persone tristissime mascherate per Halloween…indossavano maschere spaventose: chi era vestito da zombie, chi da fantasma, chi da vampira, e davano la caccia agli intrusi, tutti gli anni proprio ad Halloween.

Dopo esserci nascosti a pensare a come usare la clessidra, e all’improvviso, una piccola luce lampeggiava dentro.
Senza farlo apposta mi è caduta dalle mani… oh noooo! E adesso?
Appena caduta per terra ho visto, insieme ai miei amici e a Federico, i pezzi della clessidra che si trasformavano in una piccola pergamena con una scritta sopra.
C’era scritta una formula magica che dovevamo ripetere tre volte e così potevamo uscire da quel mondo triste e soprattutto pauroso insieme al nostro amico.
Ci siamo messi in cerchio, presi per mano, abbiamo iniziato a ripetere per tre volte la formula e…. una forte luce bianca e accecante ci circondò e in un attimo ci ritrovammo nel giardino della scuola, chi sulla panchina, chi in mezzo alle aiuole, chi in mezzo ai fiori a gambe all’aria… Federico non vedeva l’ora di correre a casa da mamma e papà e ci ringraziò tantissimo per non averlo aiutato.
Noi non potevamo credere a cosa ci era successo, eravamo proprio senza parole… ma subito tutto tornò come prima, infatti la professoressa Bianchetto arrivò dicendo che l’intervallo era finito e che dovevamo tornare in classe per fare una prova…
Così la mattina di Halloween a scuola finì ma nessuno la dimenticherà mai!!

Rebecca Gerbi
Classe 1D Scuola Media Parini per AtnewsKids.it