Ospite al TG1 “Non sapevamo di essere girasoli”, il nuovo libro dell’astigiana Maria Luisa Mosele

“Non sapevamo di essere girasoli”: questo il nuovo libro della Prof.ssa Maria Luisa Mosele, che dopo essere stato presentato nel mese di giugno al Circolo Nosenzo di Asti nell’ambito de “I Lunedì del Circolo”, è stato ospite nei giorni scorsi al TG1 Billy “Il vizio di leggere” in onda settimanalmente alle 13.50 dopo il notiziario dell’ora di pranzo.

Maestra elementare per oltre 40 anni e dirigente scolastica in seguito, l’autrice descrive così nel servizio Rai lo straordinario racconto di una professoressa in una scuola di periferia: “Marilena, giovane insegnante protagonista del romanzo, viene osteggiata da un sistema scolastico emarginante che cerca colpevoli esterni per giustificare i propri errori“.

Mosele, da un’idea nata grazie ad un articolo del 2015 pubblicato sulla Stampa riguardante la crisi educativa odierna, vuole far riflettere il lettore su temi a lei molto cari quali bullismo, violenze e uso di stupefacenti: tutti aspetti evidenziati dal sistema scolastico attuale.

Partendo dal presupposto che “nell’educazione non esistono ricette“, è Marilena per prima a mettersi in discussione, prendendo inizialmente le distanze dagli stessi colleghi che troppo spesso “fanno gli insegnanti” invece di “esserlo“.

non sapevamo di essere girasoli - maria luisa mosele

Un rapporto stretto ma nello stesso tempo distaccato quello tra docente e alunno, dove rispetto, fiducia e valorizzazione reciproca sono alla base. Come racconta la scrittrice, infatti, “i ragazzi vinceranno le diffidenze verso Marilena quando percepiranno che lei è lì per aiutarli“. Un intreccio di storie che coinvolge anche i genitori, i quali, spesso chiamati a partecipare attivamente alla vita scolastica dei propri figli, diventano parte integrante di un microcosmo che troppo spesso rimane in conflitto fra le sue parti.

Il romanzo, volto a sottolineare la possibilità di rendere la scuola un luogo di aiuto trilaterale che mette da parte odio e ostilità, vuole far vincere empatia e verità mettendo sullo stesso piano tutti gli elementi che la compongono. “I girasoli – conclude Maria Luisa – sono simbolo di rinascita: segneranno il passaggio dallo spettro di un’istituzione che emargina al volto bello di una comunità inclusiva, che pone al centro le persone“.