Controlli dei Carabinieri sul reddito di cittadinanza: trovati 22 soggetti senza i requisiti, tra cui un intestatario di 23 auto

La capillare presenza sul territorio astigiano dei Comandi dell’Arma ha consentito di vagliare le posizioni di numerosi soggetti fruitori del reddito di cittadinanza, beneficio economico erogato dall’Inps a sostegno dei cittadini aventi diritto, in base ad alcuni parametri personali, lavorativi e reddituali, e vista la peculiare finalità del beneficio, tesa a compensare situazioni di grave disagio sociale che, soprattutto nel periodo pandemico, ha assunto una valenza ancor più significativa.

Gli accertamenti, tuttora in corso, a supporto del comparto di specialità dell’Arma, Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, hanno consentito, nel periodo febbraio-settembre 2021, di far emergere 22 posizioni di altrettanti soggetti i quali, a vario titolo, seppur non in possesso dei requisiti, avevano comunque avuto accesso al beneficio, producendo, all’ente erogatore, false attestazioni. Il sequestro preventivo delle carte sulle quali viene caricato l’importo mensile e l’avvio delle procedure di sospensione e revoca del beneficio ha consentito di arginare nell’immediatezza il danno erariale per le casse dello Stato che altrimenti sarebbe proseguito anche ben oltre la cifra di 150.000 euro, tra gli importi già accertati dai militari e quelli in via di definizione come indebitamente percepiti. I reati contestati sono l’art. 7 D.L. 4/2019 (indebita percezione del Reddito di Cittadinanza).

I controlli quotidiani e costanti condotti dai militari, su tutto il territorio, dei soggetti destinatari di misure cautelari o sottoposti a misure alternative alla detenzione, e pertanto esclusi dal beneficio, hanno subito evidenziato le anomalie connesse a chi, colpito da tali provvedimenti, aveva omesso di comunicarli all’ente erogatore.
L’attenta analisi degli elenchi dei cittadini extracomunitari richiedenti asilo, sia in entrata che in uscita dai programmi di accoglienza dei CAS della Provincia, ha permesso inoltre di accertare come alcuni di questi avevano falsamente dichiarato residenza in Italia da oltre dieci anni anche se di fatto vi erano giunti da meno di 4 anni.

L’intrinseca conoscenza delle situazioni di disagio dei nuclei familiari presenti in ogni Comune, e talvolta la vicinanza che ogni Comando esprime verso i più bisognosi, ha reso, paradossalmente, più evidenti le situazioni anomale. Come il caso del soggetto che percepiva il beneficio pur essendo intestatario di ben 23 autovetture, oppure soggetti che si sono ben guardati dal dichiarare la disponibilità di auto e moto di grossa cilindrata. Altro espediente molto diffuso è quello dei componenti lo stesso nucleo familiare che, seppur dimoranti presso la stessa abitazione, hanno falsamente dichiarato residenze diverse, talvolta fissandole in ruderi e cascinali fatiscenti e abbandonati e quindi non realmente abitati. L’emersione di questo stratagemma, accertata inizialmente nel Comune di Bubbio, ha fornito a quel Comando la possibilità di delineare e successivamente condividere a tutti i Comandi Arma, le strategie di aggressione al fenomeno utili ad avere un filo conduttore unitario ed attuale a livello provinciale di tutte le fattispecie che di volta in volta si configuravano.

Tra le modalità più diffuse, per non perdere il diritto al beneficio, restano comunque gli espedienti legati alle omesse comunicazioni delle variazioni reddituali all’interno degli stessi nuclei familiari, anche in questo caso, valutate ed accertate dal certosino lavoro condotto dai Comandi Stazione dell’Arma assieme ai Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro.
Grazie al lavoro svolto sono state attivate inoltre presso l’INPS le procedure per la sospensione e la revoca del reddito.