Lettere al direttore

Mario Malandrone: “C’è una costante che ci accomuna a quasi tutte le frazioni: esser trascurati”

Riceviamo e pubblichiamo


Per chi come me è cresciuto e abita a Località Canova, sono due i mondi di riferimento, la Torretta e il Palucco. Anzi spesso gli abitanti di Canova vengono associati a quelli del Palucco. Due frazioni , un torrente comune il Borbore per le passeggiate.
E un fiume comune di traffico: la provinciale per Torino, un tempo la Statale 10.
Problemi simili: pochissima attenzione da parte delle amministrazioni, una strada in cui sembra impossibile dare una regola vera e rispettata sulla velocità.
Canova e la parte terminale del Palucco hanno la fortuna di avere un servizio pubblico, le frazioni Palucco e Revignano no.
Il Palucco è però il posto dove comprare il pane, il pane dell’infanzia e da pochi anni ha una farmacia d’eccellenza.
Insomma le due frazioni hanno problemi analoghi, ma anche particolarità che in qualche modo ci si invidia.

Eppure anni fa (circa 20) arrivò per il Palucco una nuova urbanizzazione, urbanizzazione che avrebbe dovuto portare benefici.
La vicenda però negli anni si è complicata, ma 5 anni fa finalmente parevano sbloccati i fondi per potere dare un po’ di sicurezza ai pedoni nel tratto del Palucco. parcheggi adeguati per i negozi, illuminazione degna, una rotatoria, una sistemata alla sede stradale.
E negli ultimi 4 anni sulla scorta di questo, si sono sentiti annunci.
Il primo era quello del programma del Sindaco, rendere belle le porte d’accesso della città. E’ chiaro che per un abitante del Palucco o Canova, si sia pensato alla cura delle frazioni da cui con pochi km si è nel centro urbano.

Poi sono arrivati annunci, sopraluoghi per mettere in atto i miglioramenti dovuti. Sempre disattesi. A ogni anno ricominciava la richiesta degli abitanti, le interrogazioni delle minoranze (ormai diventate un copia incolla) a cui si è risposto con nuovi annunci.
Sembra che risolvere le problematiche su quella strada, sia quasi come affrontare una controversia internazionale.
Nell’ultima interrogazione si è pure chiamato in causa il PNRR, il recovery fund.
E intanto la strada continua a essere pericolosa, l’asfalto sempre più alto, i parcheggi sempre affidati alla fantasia di chi si reca negli ottimi esercizi commerciali, l’illuminazione sempre scarsa, le avventure di pedoni e ciclisti sempre più ardue. C’è una costante che ci accomuna a quasi tutte le frazioni: esser trascurati.

L’ultima notizia è la preoccupazione per la filiale a Vaglierano.
Anche rendere sicuri gli attraversamenti pedonali, il cotrollo della velocità sembrano tema da sottoporre alle Nazioni Unite. Stride un po’ con la priorità sulla sicurezza tanto propagandata durante la campagna elettorale.

E così questa piccola frazione va avanti per la caparbietà di chi ci vive, di chi sfida nella quotidianità l’insicurezza e per chi lavora e grazie alla propria eccellenza funziona nonostante i servizi essenziali vengano promessi e mai realizzati.
Il fiume stradale continua il suo corso e noi abitanti della frazione continuiamo a sfidarne i pericoli, nonostante urbanizzazioni, politici amanti della sicurezza, che però si arenano sulla sicurezza stradale. Promesse mai mantenute, che speriamo non siano nuovamente esibite da chi da quattro anni le ripete nella prossima campagna elettorale.

Mario Malandrone
Ambiente Asti