Il territorio di Alessandria e Asti: boom dell’export nel 1° semestre 2021 (+32,5%)

Tra i principali Paesi di destinazione del vino monferrino gli Stati Uniti, la Germania, la Francia e il Regno Unito

Con la riforma del sistema camerale, a quasi un anno dalla nascita della nuova Camera di commercio di Alessandria – Asti, sono numerose le iniziative e i progetti avviati sui territori delle due province.

La nuova Camera di commercio alla data del 30 giugno 2021 conta oltre 65.000 aziende iscritte al Registro delle Imprese, il 15,2% del tessuto imprenditoriale regionale e l’1,07% di quello nazionale. Il tessuto imprenditoriale assorbe oltre 171.000 lavoratori di cui 48.000 in qualità di collaboratore familiare e 123.000 in qualità di addetti subordinati.
La struttura aziendale è molto parcellizzata, con il 70,6% delle aziende che ha al massimo un addetto, il 29% che si colloca nella fascia da 2 a 49 addetti e soltanto lo 0,5% che ha da 50 addetti in su.
Il “peso” della componente di piccole e medie imprese è molto importante, non solo in Italia, ma anche all’interno dello scenario economico e produttivo internazionale. Emerge infatti che nell’area dell’OCSE (37 Paesi distribuiti in vari continenti), le PMI sono i principali motori della produttività in molte aree e regioni e rappresentano circa il 60% dell’occupazione complessiva e tra il 50% e il 60% del valore aggiunto prodotto.

Se da un lato la struttura imprenditoriale medio piccola ha dimostrato una maggiore capacità di adattamento e di flessibilità nel lungo periodo di crisi congiunturale che ha caratterizzato l’economia del nostro Paese, dall’altro lato la dimensione medio-piccola può essere un fattore di debolezza in quanto le imprese hanno minore capacità di controllo dei mercati, sono più vulnerabili ai processi evolutivi in atto, hanno più difficoltà ad attuare significativi processi di innovazione e a raggiungere volumi produttivi sufficienti a coprire la domanda internazionale.
Sotto il profilo settoriale emerge la seguente distribuzione imprenditoriale:

distribuzione imprenditoriale

Le imprese che operano nel settore agricolo sono poco più di 13.300 e rappresentano circa il 20% del totale, quasi il doppio rispetto alla media regionale e nazionale che si attesta intorno al 12%. La vitivinicoltura è il settore più rilevante con circa 4.800 imprese e impiega circa il 38% dei lavoratori complessivi del comparto.
A seguito dell’aggregazione, il territorio di competenza della Camera di commercio di Alessandria-Asti comprende il 59% della superficie vitata e della produzione di vino del Piemonte (superando la provincia di Cuneo). La superficie coltivata a vite delle due province, con riferimento all’anno 2020, è pari a 24.710 ettari. La produzione totale di uva supera i 2 milioni 100 mila quintali, corrispondenti a una produzione vinicola di oltre 1 milione e 500 mila ettolitri, il 59% della produzione piemontese.

Ciò che caratterizza in particolare il distretto aggregato è l’elevata qualità, con oltre il 76% della produzione rappresentata da vini DOC e DOCG. Sono 10 le DOCG e 20 le Doc dell’area che spaziano dalla Barbera al Gavi, dal Grignolino al Cortese, dal Moscato alla Freisa e che fanno della Camera di commercio di Alessandria-Asti la prima in Italia in tema di vitivinicoltura.

Produzione vitivinicola Alessandria - Asti annata 2020

La vitivinicoltura caratterizza le due province non soltanto sul piano economico, ma anche sotto il profilo della cultura, delle tradizioni e della caratterizzazione del paesaggio. Nel 2014 l’area del Monferrato (che si sviluppa tra Alessandria e Asti), con le Langhe ed il Roero, è entrata a far parte della World Heritage List Unesco. Il riconoscimento al “Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” ha inteso tutelare l’insieme geografico-sociale e culturale di una zona tra le più integre d’Italia, dove da secoli il territorio viene plasmato dall’uomo e dalla coltivazione della vite.

Il valore aggiunto prodotto dal settore agricolo nel 2018 (ultimo dato disponibile), pari 424,2 milioni di euro, rappresenta soltanto il 2,6% del totale e risulta particolarmente contenuto se rapportato al fatto che le imprese agricole costituiscono un quinto dell’intero sistema imprenditoriale. Le motivazioni sono differenti. La redditività in agricoltura è condizionata da molteplici fattori che spesso sfuggono al controllo degli imprenditori. Il mercato è instabile e i prezzi dei prodotti non sono sufficientemente remunerativi poiché risentono degli effetti della globalizzazione, della forte concorrenza di vecchi e nuovi esportatori, dell’evoluzione dei consumi, delle sperequazioni all’interno della filiera (cresce il potere contrattuale della catena distributiva a scapito della componente agricola e di quella della trasformazione). Anche i cambiamenti climatici hanno effetti rilevanti in tal senso.

Il settore agroalimentare ed enologico riveste un ruolo di primo piano, non solo in ambito agricolo, ma anche in quello manifatturiero. Sono oltre 850 le imprese dell’agroindustria a cui si aggiungono, ragionando in termini di filiera, le imprese del comparto dell’enomeccanica e quelle di installazione e manutenzione macchine, per un totale di 1.700 aziende e oltre 12.000 addetti. Va ricordato che in provincia di Asti, nell’area a Sud di Asti, si è sviluppato, a partire dagli anni ’60, il distretto industriale dell’enomeccanica specializzato nella produzione di macchinari e attrezzature in grado di supportare ogni fase della produzione vitivinicola: dai macchinari per l’agricoltura alle linee di imbottigliamento, dalle etichettatrici agli imballaggi.

Il valore aggiunto prodotto dall’industria in senso stretto per l’anno 2018 (ultimo dato disponibile) ha raggiunto 3.748 milioni di euro, corrispondenti al 23,2% del valore aggiunto totale.

Il settore turistico è un comparto che nel corso dagli anni ha registrato dati in costante crescita. Purtroppo il settore è stato fortemente penalizzato dalla pandemia, ma il periodo estivo ha dimostrato buone capacità di ripresa, con il ritorno di numerosi turisti stranieri interessati a vacanze all’aria aperta, lontano dalle mete troppo affollate. Le imprese turistiche sono 4.300, più del 90% riferite ad attività di ristorazione. Grazie all’impegno degli operatori nella ricerca della qualità attraverso l’utilizzo di materie prime eccellenti e la valorizzazione delle antiche ricette della tradizione piemontese, il territorio è diventato un punto di richiamo per gourmet e appassionati del buon bere e della buona cucina.

Il valore aggiunto prodotto dai settori commercio e turismo ammonta a 4.024,2 milioni di euro e rappresenta il 25% del totale territoriale.

Il commercio con l’estero

Dai dati appena resi disponibili dall’lstat, il valore delle esportazioni nel 1° semestre 2021 con riferimento al territorio aggregato di Alessandria e di Asti ha sfiorato i 4.625 milioni di euro, a fronte di importazioni per 2.514 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale risulta pertanto positivo per 2.111 milioni di euro, registrando un incremento di 467 milioni di euro rispetto ai primi sei mesi del 2020.

Nel 1° semestre, nonostante i problemi collegati alla terza ondata epidemiologica, il commercio con l’estero delle province di Alessandria e Asti ha evidenziato un trend in forte crescita registrando un aumento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente del 32,5% per le esportazioni e del 36% con riferimento alle importazioni. Guardando ai dati delle singole province l’export astigiano è cresciuto del 44%, mentre quello alessandrino si è attestato a + 26,6%. I risultati conseguiti da Asti e Alessandria, per quanto siano ancora leggermente inferiori ai volumi delle transazioni del periodo pre-Covid, sono superiori alla media regionale che si attesta intorno a un +30% sia per l’import che per l’export e alla media nazionale (+24%).

tabella camera commercio

Pressoché tutti i settori hanno evidenziato dati in sensibile crescita. Il volume di vendite oltre confine di vino e distillati si è attestato a 377,5 milioni di euro, con un’incidenza dell’8% sul totale dell’export delle due province e una variazione del +24% rispetto al primo semestre 2020. Gli Stati Uniti sono il partner commerciale più importante: nei primi 6 mesi dell’anno hanno acquistato dalle aziende astigiane e alessandrine prodotti alcolici per oltre 113 milioni di euro, con un incremento del 67% rispetto allo stesso periodo 2020. Seguono, in ordine per volume d’affari, la Germania (55 milioni di euro, +13%), la Francia (18 milioni di euro, -18%), il Regno Unito (16 milioni di euro, –21%), il Belgio (13 milioni di euro, -19%), la Svezia (10 milioni di euro, +42%), la Polonia, la Danimarca e la Svizzera con oltre 9 milioni di euro e acquisti in crescita rispettivamente del 61%, 52% e 15%. Tra i Paesi che, pur con volumi più ridotti, hanno visto crescere sensibilmente la domanda di vino abbiamo la Croazia (+265%), la Lituania (+198%), gli Emirati Arabi (+193%), la Romania (+147%), la Corea del Sud (+112%) e la Cina (+69%).

Guardando agli altri prodotti, risultano particolarmente richiesti all’estero i macchinari e le apparecchiature, tra cui quelli dell’enomeccanica, che, con vendite per 727 milioni di euro incidono per il 16% sull’export totale segnando un incremento del 42% rispetto al 2020, l’oreficeria con un volume di export intorno ai 700 milioni di euro, pari al 15,1% del totale e con un incremento del 36% sull’anno precedente, i prodotti chimici (630 milioni, +16%), i prodotti metallurgici (554 milioni, + +60%), mezzi di trasporto, parti e accessori per autoveicoli (538 milioni, +47%), articoli in gomma e materie plastiche (352 milioni, +20%).

Commercio con l’estero – Confronto prodotti esportati 1° semestre 2021/2020

Analizzando la destinazione dei prodotti, l’Europa, con 2.927 milioni di euro, assorbe più del 63% dell’export delle province di Asti e Alessandria, confermandosi quale principale bacino di riferimento. In ambito europeo i principali partner commerciali sono la Germania (558,6 milioni di euro, +33%), la Francia (555 milioni, +119%), l’Irlanda (259 milioni, +177%), la Spagna (201 milioni, +108%), la Turchia (164 milioni, +110%), il Regno Unito (129 milioni, +80), la Polonia (126 milioni, +132%) e la Svizzera (122 milioni, +93%).

Il mercato americano ha acquistato beni per 1 miliardo 26 milioni di euro, di cui 434 milioni assorbiti dagli Stati Uniti, 373 dal Brasile e 116 dal Messico. Nel continente asiatico sono stati esportati prodotti per 549 milioni di euro, il 29% in più rispetto allo stesso periodo 2020. I principali Paesi partner in Oriente sono la Cina che ha acquistato prodotti per 131 milioni di euro (+137%), Hong Kong (130 milioni, +158%), l’India (62 milioni, +172%), il Giappone (56 milioni, +75%).

L’export verso l’Africa ammonta a 98 milioni di euro (+16,6%). In Oceania sono state vendute merci per 25 milioni di euro, che rappresentano soltanto lo 0,5% del totale, con una contrazione del 5% rispetto all’anno precedente.

Commercio con l’estero: i principali Paesi di destinazione