Convocato nel pomeriggio il tavolo regionale sulla vertenza della ex Embraco

Garantito il massimo impegno dell’assessore Chiorino per restituire ai lavoratori la dignità perduta

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L’Assessore al lavoro della Regione Piemonte ha convocato questo pomeriggio in videoconferenza una nuova seduta del tavolo regionale sulla vertenza Ex Embraco dopo la pausa estiva. La proroga dell’ammortizzatore sociale garantirà un breve respiro alle 391 famiglie di Riva di Chieri fino al prossimo 22 gennaio. Ora la preoccupazione maggiore è orientata verso l’imminente scadenza dell’ammortizzatore sociale, unita alla mancata comunicazione di un “piano B” alternativo a Italcomp per conto del Ministero. Nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato la Prefettura, i sindaci, le parti sociali e i lavoratori: in relazione al continuo ed assordante silenzio da parte del Ministero di fronte alle innumerevoli richieste di convocazione, l’assessore ha ribadito il massimo impegno per ottenere il miglior risultato possibile, soprattutto nei confronti dei lavoratori che continuano ad essere ignorati dallo Stato e restituire loro quella dignità di cui sono stati privati per troppo tempo.

Non sono mancate sollecitazioni da parte dei sindaci coinvolti al tavolo unitamente alle parti sindacali. Per il primo cittadino di Chieri i lavoratori dell’ex Embraco e le loro famiglie non meritano il silenzio da parte del Mise e ribadisce la necessità di una interlocuzione urgente e doverosa con il ministro Giorgetti per incontrare le istituzioni locali ed i rappresentanti dei lavoratori, assumendosi la responsabilità di fare chiarezza sul progetto Italcomp come su eventuali scenari alternativi, che potrebbero consentire di assorbire la manodopera ex Embraco. Per il sindaco, questa vicenda non può spegnersi come per consunzione dopo anni di lotte, delusioni ed illusioni.

Per il sindacato FIM CISL le aspettative dopo l’ottenimento della proroga della cassa per cessata attività, sarebbero state auspicate verso una presa di responsabilità da parte del Mise, anche in considerazione alle dichiarazioni fatte durante l’esame congiunto: al contrario, invece, si è registrato, ancora una volta, un silenzio che sempre di più mostra una mancanza di coraggio nell’affrontare le organizzazioni sindacali una volta per tutte.

Per la UILM UIL, a distanza di svariati mesi dall’ultimo incontro al Mise, questo atteggiamento si pone ancora una volta uno schiaffo morale ai lavoratori ex Embraco con la convocazione al Ministero esclusivamente per ACC di Mel. Il segretario ribadisce l’immediata necessità di un progetto per non lasciare soli al proprio destino tutti i lavoratori e le loro famiglie.

Forte preoccupazione anche da parte della FIOM CIGIL che ricorda come mancando pochi mesi allo scadere degli ammortizzatori sociali e il tempo non può, e non deve, passare invano. Secondo la FIOM torinese il Governo deve convocare subito il tavolo di crisi e dare delle risposte chiare e concrete ai 400 lavoratrici e lavoratori.Una crisi che è cominciata nell’ottobre del 2017 e già quattro maledetti anni sono passati. Nel corso dell’incontro il rappresentante sindacale ha sottolineato come sia una inaccettabile che su quattro governi, dopo avere promesso soluzioni, tre abbiano fallito, e l’attuale ministro sia completamente sordo e disinteressato. Un appello è stato fatto nei confronti del Presidente della Regione per riprendere il discorso del piano B richiamato in una lettera condivisa da tutti ed inviata a maggio. La Fiom Cgil richiama tutte le Istituzioni, il Consiglio Regionale e la Giunta, i Consigli Comunali e i Sindaci, i Parlamentari del territorio, nel sentirsi coinvolti per farsi sentire anche organizzando una grande mobilitazione congiunta sotto i palazzi del Governo.

Per il segretario della UGL Metalmeccanici Torino resta alto lo stato di attenzione unito allo sconforto ed alla delusione di un Ministero assente e distante da quelle che sono le reali politiche attive di sviluppo del tessuto occupazionale del Paese e nello specifico della Ex Embraco. Il Sindacato ribadisce l’ipotesi di una autoconvocazione al Mise in caso di mancate risposte.

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