Riparte la cooperazione astigiana per il Senegal: intervista-bilancio a Cesare Quaglia

Riceviamo e pubblichiamo l’intervista raccolta da Mario Malandrone (insegnante al CPIA di Asti) a Cesare Quaglia,  agricoltore e volontario del CPAS Comitato Pavia Asti Senegal Onlus (Cooperiamo per un altro sviluppo) sul progetto di cooperazione che ha come partner il Comune di Asti e il CPIA.


Il 6 marzo del 2020, in un’atmosfera surreale a Malpensa (vigilia del lockdown) nel viaggio di ritorno ci scambiavamo idee e racconti di come stava andando il progetto di cooperazione in Casamance.

A marzo 2020 tornavo dalla Casamance in una Malpensa semideserta, dopo una missione molto importante: a “maison CPAS” a Ziguinchor ospitavamo tre medici specializzandi in pediatria per lo scambio sanitario che il CPAS promuove con il San Matteo di Pavia l’Università e il comune di Pavia e l’ospedale regionale di Ziguinchor.

Eravamo nella terza fase di “Rafforziamo le donne contadine”, progetto realizzato con il Comune di Asti. Era una fase molto interessante in cui si vedevano nettamente i frutti del lavoro sulla formazione delle donne. C’era anche preoccupazione relativa alla pandemia crescente in Italia.

cooperazione senegal

Sono ormai 15 anni che il Comune di Asti è impegnato in Senegal, 15 anni di progressi, un altro passaggio storico, l’inizio e lo sviluppo della cooperazione in Senegal, che bilancio ne fai?

L’esperienza in Senegal dura da 15 anni. Nel 2006 il comune di asti rispondendo alla sollecitazione dei senegalesi di Asti dell’associazione ASIAP in collaborazione con CPAS onlus, ha promosso e sostenuto progetti di cooperazione decentrata in Senegal, nella regione della Casamance ed in particolare con il comune di Koubaolan nella zona del Kalounayes, nel villaggio di Koubanao vi è il progetto del Comune di Asti “Rafforziamo le donne contadine”. .

Koubanao si trova in una zona territoriale omogenea tra il fiume Casamance e la foresta tropicale del Kalounayes, nell’area geografica a nord est di Ziguinchor e a sud di Bignona, i due centri urbani più importanti della Bassa Casamance.

Il bilancio è positivo perchè grazie ai fondi messi a disposizione della regione Piemonte con il programma Piemonte & Sahel il comune di Asti ed il CPAS, a volte scambiandosi anche i ruoli di titolare e partner, hanno sviluppato diversi progetti. E’ importante il ruolo delle comunità locali in Senegal e del partner l’associazione KDES; una storia di collaborazione di cooperazione e di amicizia tra persone e territori, la coerenza dello sviluppo locale, l’attenzione per l’agricoltura, dell’autosufficienza alimentare alla micro-meccanizzazione del lavoro nelle risaie, dall’approvvigionamento di sementi locali e biologiche agli orti, formazione professionale per donne e giovani, sostenibilità ambientale, microimpresa. Tutti progetti che prevedono oltre alla formazione, investimenti in microcredito con l’obiettivo dell’emancipazione socio economica, rafforzando l’attività agricola, in particolare delle donne e dei giovani.

In questa ripartenza in pandemia, dopo un anno e 5 mesi di sospensione, celebro i miei vent’anni di esperienze africane con la cooperazione allo sviluppo,la mia esperienza iniziò con Coldiretti nel progetto Giubileo della Regione Piemonte.

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Come la pandemia ha influenzato il progetto di cooperazione del Comune di Asti?

Il progetto è stato momentaneamente sospeso da marzo 2020 per le contingenti restrizioni di carattere sanitario anche in Senegal, adesso si riparte, Comune di asti Cpas e KDES non hanno mollato il tiro, c’è maggior entusiasmo proprio perché la sfida non è scontata, nonostante la profonda esperienza maturata negli anni.

Oggi 6 agosto 2021 è una data da segnare nell’archivio dei ricordi, si riparte per il Senegal, a che punto è il progetto?

E’ impressa della memoria, la definisco ritorno e andata in Senegal, Koubalan-Asti A/R.Il progetto è riattivato, abbiamo ottenuto una proroga dalla Regione Piemonte,che è l’ente finanziatore, fino ad ottobre, quindi durante la stagione delle piogge cercheremo di svolgere tutte le attività previste sospese, in particolare i tre corsi di formazione di orticoltura agroecologia – microimpresa e protezione ambientale più l’attivazione del fondo di credito per l’attività di orticoltura a disposizione delle donne partecipanti, che svolgono nell’orto didattico a Koubanao.

Quali sviluppi futuri? Il Senegal è un paese anagraficamente giovane, c’è una sfida climatica, di sovranità alimentare, ma anche un grande patrimonio artistico culturale, come unire tutti questi temi?

Rispetto a cultura terra e sostenibilità la cooperazione è già impegnata. La mia riflessione attuale è che la sfida è globale, non può e non deve essere portata avanti con un unico punto di vista, eurocentrico. Direi che serve rendersi conto che le dinamiche sviluppate, in un contesto così giovane in forte crescita economica e demografica, sono al di là della nostra “normale visione globale” i paradigmi dello sviluppo socio economico devono essere tenuti insieme e rimessi in discussione perché i maggiori attori in Africa, molto forti e presenti più dell’Europa, sono extra europei, il Senegal è “un avamposto del progresso”.

Restando sul concreto siamo già proiettati nel futuro con altri due progetti:

1) start-up e partenariati territoriali per un percorso comune; progetto a regia diretta della regione Piemonte ente finanziatore e titolare, prevede il rafforzamento di alcune start-up di giovani senegalesi della zona di Koubalan, oggi attive con un precedente progetto denominato “Percorsi Creativi e futuri innovativi” finanziato dal ministero dell’interno e promosso dal settore affari internazionali della Regione Piemonte

2) Comune di Asti e Cpas per la zona di Koubalan sono partner della regione piemonte nel progetto RETI AL LAVORO promosso dalla stessa e finanziato a bando dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri) che prevede di contribuire al rafforzamento delle istituzioni locali senegalesi nelle politiche di lavoro e formazione per i giovani senegalesi;

3) il prossimo progetto è in elaborazione, non posso dir altro ma sarà innovativo, con attenzione alle culture che uniscono e in continuità con le finalità di cui abbiamo parlato.

Il Kalounayes è un territorio con una propria e forte identità che mi ricorda in senso etnografico, con le dovute differenze di geografia e ambientali, le mie radici tra Astesana e Monferrato: c’è un ponte molto interessante tra Asti e l’Africa.

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