Piano straordinario qualità aria, Coldiretti Asti: “Urgente ridefinire gli interventi per evitare blocco attività agricola”

“E’ prioritario rivalutare le modalità di intervento e la portata delle limitazioni introdotte con il provvedimento straordinario assunto lo scorso mese di febbraio, al fine di ridefinire un’azione che sia coordinata con quanto adottato dalle altre Regioni del Bacino Padano; le misure attualmente introdotte, infatti, penalizzano eccessivamente il settore agricolo rischiando di generare pesanti ripercussioni, sia in termini di gestione del ciclo produttivo, che sul fronte della tenuta economica, in un periodo già fortemente condizionato da un andamento altalenante dei mercati, per effetto della pandemia”.

E’ quanto affermano Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti e Diego Furia direttore di Coldiretti Asti alla luce del fatto che il 15 settembre prossimo verrà riattivato il meccanismo del semaforo, introdotto con la delibera del 26 febbraio 2021.

“Consapevoli che servono interventi appropriati aventi lo scopo di promuovere un miglioramento della situazione attuale per cui è bene mettere in cantiere progettualità, favorite anche dal Recovery Plan, che mirino a migliorare, valutando tutti i fattori e concause, la qualità dell’aria, promuovendo progetti di economia circolare nel rispetto di una dimensione territoriale equilibrata, è necessario adottare misure più eque e graduali rispetto anche ad altri ambiti e fattori quali il traffico dei veicoli o il riscaldamento civile. Non può essere l’agricoltura – ricordano ancora Reggio e Furia – praticamente l’unico settore a dover sostenere il prezzo di tale processo quando, oltretutto, il comparto zootecnico, negli ultimi 30 anni, è stato capace di ridurre del 23% le emissioni di ammoniaca in atmosfera ed ha dimostrato di riuscire a soddisfare i target di contenimento delle emissioni. Auspichiamo un immediato riscontro dalla Regione per rivedere tali misure, con specifico riferimento agli aspetti di maggiore criticità, poiché è imprescindibile una rivalutazione delle limitazioni per poter assicurare le produzioni piemontesi fondamentali per la catena alimentare”.