“Nella scuola dei Serravalle d’Asti non esiste alcun progetto Bimbisvegli”

Il maestro Giampiero Monaca ha interrotto lo sciopero della fame. La dirigente scolastica Graziella Ventimiglia ha rotto il riserbo.

Al centro della discussione la didattica denominata “Bimbisvegli” della scuola primaria di Serravalle d’Asti, facente parte del V circolo. In queste ultime settimane, in modo particolare da quando il maestro Monaca ha iniziato la sua protesta con un digiuno che va avanti dallo scorso  6 giugno con lo slogan “ho fame di risposte”, il plesso della frazione astigiana è arrivato agli onori delle cronache nazionali. Bimbisvegli e il suo creatore hanno raccolto diverse dimostrazioni di solidarietà  tra queste quelle dell’ex Ministra dell’Istruzione on. Lucia Azzolina, padre Alex Zanotelli e Adriano Fontani del “Comitato Nazionale contro Mobbing-Bossing Scolastico”.

In tutto questo tempo la dirigente scolastica Ventimiglia, pur sollecitata da più fronti, ha preferito seguire una linea di riserbo e silenzio, non rispondendo alle numerose accuse e cercando di mantenere la questione il più possibile all’interno dell’istituzione scolastica, senza buttare benzina sul fuoco per evitare di alimentare polemiche.

Alcuni giorni fa è stata recapitata alla dirigente scolastica la relazione degli ispettori dell’Ufficio Scolastico Regionale (contattato dallo stesso Monaca) di cui Ventimiglia ha mandato una sintesi a corpo docente e famiglie.

“La commissione ispettiva dell’ Ufficio Scolastico Regionale, chiamata a valutare le specificitá della didattica applicata nel progetto Bimbisvegli ha emesso le sue conclusioni – commenta Monaca – Ne è stata inviata a tutti i docenti del 5 circolo e a tutte le famiglie degli alunni iscritti a Serravalle, una sintesi ancora parziale, che però motiva ad un discreto ottimismo. Bimbisvegli è scuola e si tratta di ‘strategia didattica attiva e motivante che sollecita i percorsi di apprendimento anche in setting informali e in attività di outdoor’. La strategia didattica fa riferimento all’orientamento complessivo che l’insegnante assume in quanto facilitatore dei processi di apprendimento, in questo caso si tratta di strategia euristica, tale cioè da stimolare la partecipazione degli alunni, il loro coinvolgimento e la negoziazione dei significati”.

presidio scuola serravalle

Monaca non nasconde un certo ottimismo e speranza per un percorso più condiviso e collaborativo, ma in realtà Bimbisvegli, esperienza didattica di scuola aperta e diffusa all’aperto, insediatasi quattro anni fa a Serravalle, trasferendo un progetto sviluppatosi nei precedenti 12 anni in un’altra scuola astigiana, non è denominato dall’USR come metodologia o progetto, come tiene ad evidenziare Ventimiglia.

“Le prime conclusioni da parte di USR hanno rilevato che non esiste alcun progetto ‘bimbisvegli’, né, peraltro, quello del maestro è un metodo ma una “normale” strategia didattica, pure apprezzabile dal punto di vista teorico, con criticità, invece, nella realizzazione concreta, che il docente può ovviamente continuare a praticare, nella sua sacrosanta libertà d’insegnamento, nella classe e nelle discipline che gli saranno assegnate, ma che non può essere assolutamente considerata un approccio didattico del plesso di Serravalle; non esiste insomma alcuna scuola bimbisvegli”.

“Il Collegio docenti – ricostruisce ancora Ventimiglia – nel giugno 2019 si è già espresso, in merito all’utilizzo dell’approccio metodologico in questione, tutelando appunto la libertà didattica del docente Monaca Giampiero, ma anche di ogni altro insegnante, col decretare la non estendibilità di tale approccio a tutti i docenti di un plesso della nostra scuola, e questo proprio, lo si ribadisce, a garanzia della sacrosanta libertà d’insegnamento che cammina di pari passo allo sviluppo autonomo e critico del percorso professionale di crescita e di rafforzamento delle competenze dell’insegnante. Il maestro Monaca ha, peraltro e ovviamente, continuato ad applicare tale sua strategia didattica, anche successivamente a tale deliberazione collegiale, e tale sacrosanta libertà d’insegnamento sarà da lui esercitata anche nel prossimo futuro, in cui, se vorrà, potrà presentare, questa volta sì, un progetto – per la classe/le classi e le discipline che gli saranno assegnati e in necessaria eventuale condivisione con i colleghi di tale classe/i – agli organi collegiali che, nel rispetto dell’art. 3 del Regolamento dell’Autonomia scolastica (D.P.R. 275/1999), potranno autorizzare l’esperienza, se la ritengono adeguata ed innovativa e, soprattutto, praticabile nel rispetto delle normative vigenti, inserendola appunto nel Piano dell’Offerta Formativa”.

Cosa significa tutto questo? In estrema sintesi che non esiste un progetto né una metodologia, ma esiste la libertà di insegnamento dell’insegnante.  Questo approccio per diventare progetto ha necessità di una validazione da parte del Collegio docenti rientrando nel cosiddetto PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa). Monaca, che conosce molto bene il mondo della scuola, ne è conscio e infatti conclude: “Non possiamo negare che vi sia ancora molto da fare per costuire ponti e tessere legami in modo da motivare una percezione positiva o perlomeno di tolleranza da parte di chi per anni ha guardato con scetticismo l’esperienza didattica di Bimbisvegli. Per dare una reale praticabilità alla auspicata validazione istituzionale, sarà indispensabile che bimbisvegli venga finalmente inserito nel PTOF del 5 circolo, disinnescando ogni confusione. Mettiamoci dunque al tavolo per consentire la prosecuzione della realtà progettuale di Bimbisvegli”.