Malandrone: “Gli arazzi sono importanti, ma perchè tornano nel PNRR alla voce multicultura, inclusione e coesione?”

Sul piano strategico di sviluppo dell’Astigiano, osservazioni critiche di Mario Malandrone. Il consigliere comunale di Ambiente Asti punta il dito sull’insufficiente spazio riservato al sociale e sul non aver messo “intorno a un tavolo le realtà del territorio che si occupano di migrazioni, esclusioni sociali, povertà, istruzione e multicultura”.

In particolare, critica l’inserimento del Museo degli Arazzi tra i progetti del documento: “Gli arazzi sono importanti, ma perché tornano nel Pnrr alla voce multicultura, inclusione e coesione? Perché troviamo il progetto per la realizzazione del museo degli arazzi come proposta per arrivare a un territorio multiculturale, inclusivo e coeso?”.

Malandrone punta poi l’attenzione sui problemi di una città “che ha sempre più quartieri ghetto, con il problema del campo rom da risolvere, con povertà che aumenta a tanti livelli, con dispersione scolastica da recuperare”, sottolineando azioni che invece sarebbero necessarie come “investire in istruzione e nell’abitare, progetti che colmino divari digitali, su luoghi di coesione, formazione e istruzione, esperienze culturali”.

“La città ha azioni virtuose sul tema – precisa Malandrone – scuole all’avanguardia, terzo settore, volontariato, progetti che indagano iniziative sulla coesione sociale, centri interculturali. Realtà che si occupano di questi temi hanno fatto proposte, ma nulla ha scalfito la convinzione che un arazzo salverà la coesione sociale”.

Secondo Malandrone, inoltre, il lavoro di analisi e sintesi “poteva essere fatto dal polo Astiss” (“nel suo comitato scientifico ci sono importanti docenti e intellettuali, oltre a essere sede di un master sullo sviluppo locale”) e aggiunge: “Il problema è l’enorme spazio vuoti di idee da colmare e lo riempiono con l’arazzo”. E conclude: “Non è mai troppo tardi per correggere errori, ritessiamo almeno questo punto”.

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