Lettere al direttore

Soccorso alpino: “Fiducia nel sistema dell’emergenza piemontese”

Riceviamo e pubblichiamo


Dopo l’incidente in cui hanno perso la vita due giovani donne sul Monte Rosa, il Soccorso Alpino e
Speleologico Piemontese (SASP) prende la parola per sottolineare ancora una volta la propria fiducia nel
sistema dell’emergenza piemontese e nel suo funzionamento tempestivo e capillare. Il servizio regionale
del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, grazie al compito affidatogli dalle leggi della
Repubblica Italiana, interviene a supporto del complesso meccanismo con cui viene fornita una risposta a tutte le emergenze provenienti dalla montagna e dai territori caratterizzati da terreno impervio nella
Regione Piemonte.

Innanzitutto la principale forma di collaborazione riguarda il Dipartimento Interaziendale Emergenza
Sanitaria Territoriale 118 piemontese con cui il SASP opera in convenzione fornendo le proprie competenze tecniche in tutte le missioni che si svolgono in montagna e su terreno impervio. Il Soccorso Alpino fornisce un tecnico, presente h24 nella centrale del 118 di Grugliasco, che ha il compito di localizzare con precisione gli infortunati e di organizzare le operazioni di soccorso alpino in stretta collaborazione con il personale sanitario. Inoltre mette a disposizione i tecnici che fanno parte delle equipe di elisoccorso con la funzione di garantire la sicurezza a terra del personale sanitario.

Le missioni di soccorso sanitario operate con le eliambulanze sono le più complesse da un punto di vista
tecnico e per la tempo-dipendenza della loro riuscita. Esse vengono attivate dal Numero Unico delle
Emergenze 112 che, dalla sua introduzione, ha fornito un utilissimo filtro in grado di dirottare verso altri
corpi le chiamate non pertinenti, o stoppando quelle non essenziali, e fornendo ulteriore efficienza ed
efficacia all’intero sistema.
Inoltre, la capacità di dialogo e di collaborazione delle 50 stazioni di Soccorso Alpino dislocate sulle
montagne piemontesi si manifesta sul territorio in una serie di protocolli di collaborazione siglati con altri corpi dello Stato. In primis con il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza il cui personale viene sempre attivato in caso di competenza. Oltre alla loro indubbia preparazione professionale, i soccorritori della GdF sono funzionari di Polizia Giudiziaria in grado di raggiungere gli scenari di intervento in montagna e di supportare i tecnici SASP.

L’altra realtà con cui il Soccorso Alpino collabora attivamente negli interventi è il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che, per la propria dotazione di mezzi aerei e non, fornisce spesso un imprescindibile supporto logistico nelle operazioni più complesse come le ricerche dispersi in cui è fondamentale un ampio dispiegamento di tecnici e strumentazione per il ritrovamento.
Infine, il più recente protocollo operativo è stato siglato con le Truppe Alpine dell’Esercito Italiano in
seguito ad alcune fortunate esercitazioni congiunte che hanno messo in risalto la complementarietà
tecnica e operativa che il Soccorso Alpino civile e militare sono in grado di dispiegare in caso di calamità
naturali.

Siamo orgogliosi – afferma Luca Giaj Arcota, presidente SASP – di essere parte attiva del complesso ma efficiente sistema di risposta alle emergenze che provengono dal territorio piemontese. Come abbiamo visto in alcune recenti operazioni, la collaborazione tra enti e corpi diversi è la maniera più tempestiva per risolvere scenari di intervento sempre più complicati. Per esempio durante la tragedia del Mottarone quando la prima eliambulanza è giunta sul luogo dell’incidente in meno di 10 minuti dalla chiamata d’emergenza e in seguito la collaborazione fattiva tra Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Protezione Civile ha consentito la messa in sicurezza dello scenario e la rapida rimozione dei corpi. Oppure l’operazione che in questi giorni ha consentito il ritrovamento di un escursionista disperso tra le montagne della Valle Gesso in Provincia di Cuneo. Anche in questo caso, grazie alla stretta collaborazione con i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e i Carabinieri, abbiamo saputo restituire ai famigliari in breve tempo il corpo del proprio caro, in un contesto dove le indicazioni a disposizione e le caratteristiche dell’area di ricerca rendevano assai improbabile un ritrovamento“.

«Il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese – prosegue Giaj Arcota – è composto da 1200 volontari, tutti appassionati di montagna in tutte le sue forme e declinazioni. Siamo i primi a frequentarla e a viverla in tutte le stagioni dell’anno e vogliamo che un numero sempre maggiore di persone si avvicini a questo territorio così importante e ricco nella nostra Regione. Dopo le restrizioni provocate dal Covid-19 le attività all’aria aperta rappresentano una fondamentale risorsa di benessere per gli abitanti della pianura e delle città, oltre che un’imprescindibile risorsa economica per le strutture turistiche delle terre alte. Come abbiamo visto nel 2020, un aumento di presenze in montagna comporta anche un aumento di lavoro per noi e per i nostri tecnici perché la fatalità e l’incidente sono sempre in agguato. Invitiamo tutti alla massima attenzione e prudenza, ma ripetiamo ancora una volta che siamo a disposizione per qualsiasi tipo di emergenza. Nella migliore tradizione filantropica che caratterizza il nostro corpo sin dalla sua nascita nel 1954, siamo sempre pronti a soccorrere tutti, in qualsiasi situazione».