Il Frutteto della memoria di Tigliole cerca nuovi volontari

Trentadue piante di antiche varietà da frutto crescono a due passi dalla chiesa romanica di San Lorenzo a Tigliole.
Il Frutteto della Memoria ha una storia speciale: gli alberelli sono stati piantati dai bambini della scuola dodici anni fa e, nei diversi periodi dell’anno, accuditi con pazienza da un gruppo di volontari che hanno visto crescere le piante, eseguito potature e trattamenti, raccolto i frutti.

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Un’attività silenziosa, ma costante e appassionata, supportata dal Comune: “Il nostro personale – conferma il sindaco Daniele Basso – garantisce la pulizia e la manutenzione dell’area. Nel tempo il Frutteto, con le vecchie cultivar che hanno intorno a sé tigli secolari e alberi ad alto fusto, ha contribuito a rendere ancora più suggestivo il paesaggio”.
Meli, peschi, ciliegi vegetano accanto a albicocchi, susini e alcuni frutti minori grazie alla cura dei volontari Ilario Malandrone, Renzo Arduini, Mirella Torta che ricordano: “Nel giardino-frutteto la natura diventa amica e offre i suoi frutti migliori. I bambini della scuola che hanno assistito alla piantumazione ancora oggi lo visitano nelle diverse stagioni“. C’è però bisogno di rinforzare la squadra, anche per ampliare il frutteto. Un progetto che si preparava a decollare quando è arrivata la pandemia e che si ripropone adesso: chi ha tempo e voglia di dare una mano può contattare il 333.9649377 dal lunedì al venerdì (ore 11-13).

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Giulia Gherlone, intanto, titolare delle Officine Italiane Zard di Baldichieri ha dotato gratuitamente il pomario delle targhette con il nome delle singole piante.
Il Frutteto della Memoria di Tigliole fa parte di una piccola rete dedicata alle antiche cultivar e attuata nel 2009 nell’ambito della rassegna Verdeterra, ideata dalla giornalista Laura Nosenzo e fortemente voluta dalla Provincia di Asti (ha coperto le spese di acquisto delle piante). Gli altri tre frutteti sono stati fatti nascere, soprattutto con finalità didattiche, nel Parco naturale di Rocchetta Tanaro, nel Parco delle Rocche di Antignano e nell’area verde di via Pero a San Damiano: luoghi ideali, insieme al sito di Tigliole, per custodire la memoria della terra e insegnare ai giovani la biodiversità.

“Quest’anno – raccontano i volontari – dopo due stagioni di potatura difficile in situazione di pandemia (non potersi incontrare per osservare le piante e decidere cosa fare insieme è stato davvero triste), come sempre più spesso accade, una gelata tardiva, dopo un periodo di grande caldo in marzo, ha compromesso pesantemente la fioritura e quindi la produzione di frutta. Bisogna comunque curare le piante. Non ci perdiamo d’animo e speriamo in una nuova stagione per la nostra vita e la nostra frutta”.

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