I prossimi appuntamenti di Acli Asti con la rassegna “Senza perdere la Tenerezza”

Nell’ambito della rassegna “Senza perdere la Tenerezza”, realizzata da Acli Asti, Pastorale sociale e del lavoro e Progetto culturale della diocesi di Asti, Rete Welcoming Asti e Ass. Noix de Cola si segnalano i prossimi appuntamenti che si terranno presso il Circolo Acli Foyer delle Famiglie l’8 e 9 luglio prossimi.

L’8 luglio alle ore 18 salotto letterario con due libri che trattano del ruolo della donna nella realtà e nell’immaginario: “Dove Dio ha nome di donna”, di monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti (ed.EMI) e “Bambine sulle tracce di inesorabili passioni” di Daniela Grassi, Acli di Asti (Leggère controvento ed.); alle 21.30 spettacolo teatrale “io e Matteo” con Marco Gobetti.

Il 9 luglio alle 18 incontro sul significato e i percorsi della sanità nel momento attuale e in prospettiva, di cui verrà inviata al più presto la locandina; alle 22 proiezione del film documentario “Ghiaccio” di Tommaso Clavarino a cura di Noix de Kola.

senza perdere la tenerezza 9 luglio

Di seguito la sinossi del film:

GHIACCIO di Tomaso Clavarino (Italia, 2019, 80 min)

Sinossi: Val Pellice, provincia di Torino. Una valle che come tante si sta spopolando. Paesi nei quali, a causa della crisi migratoria che ha investito il bacino del Mediterraneo, negli ultimi anni sono arrivati a vivere decine, centinaia, di richiedenti asilo; tra loro Kebba, James, Edward, Seedia, Lamin e Joseph. Arrivano da Gambia e Sierra Leone, e tra di loro hanno in comune molte cose: scappano da conflitti, minacce e persecuzioni, hanno intrapreso un lungo viaggio per raggiungere l’Italia, e ora si ritrovano a vivere in una valle dove il clima non è di certo ospitale in attesa che una commissione che sa poco o nulla di loro gli dica se dovranno essere imbarcati su di un volo per il loro paese di origine o se, invece, potranno provare a costruirsi una vita nuova in Italia, in Europa. Ma questi sei ragazzi non hanno in comune solo il limbo nel quale sono costretti a vivere, hanno in comune anche il fatto di essere parte dell’unica squadra Europea di curling composta interamente da richiedenti asilo. La possibilità di partecipare ad un campionato nazionale li mette davanti ad una nuova sfida, riuscirà un elemento del tutto nuovo, il ghiaccio, ad aiutarli a trovare una collocazione nella loro nuova vita?

L’autore: A volte la sola fotografia non basta a raccontare una storia. Non basta perché di storie di migranti ne sentiamo e vediamo tutti giorni , e allora l’unico modo per provare a dire qualcosa di nuovo, di diverso, su di un tema molto dibattuto è immergersi dentro di esso. Lo si può fare con la fotografia, certamente, ma la storia di Kebba, Seedia, James, Edward, Lamin e Joseph, è fatta di silenzi, di suoni, di movimenti, di parole, ed è per questo che ho deciso di provare a raccontarla utilizzando un mezzo diverso da quello che mi è più usuale. Una sfida, sicuramente, ma anche nuovi stimoli, nuovi metodi di lavoro. La domanda che mi faccio spesso, da quando ho iniziato a lavorare a questa storia nel giugno 2017, è: perché voler raccontare in un documentario la vita di questi ragazzi? Perché la loro e non quella di altri migranti arrivati sul territorio italiano? E la risposta è semplice: perché questi ragazzi sono la risposta a chi, in Italia, e nel resto del mondo, pensa che i richiedenti asilo siano dei “parassiti” in grado, solamente, di sfruttare le risorse che gli Stati ospitanti mettono loro a disposizione.