Presidio dei sindacati della Scuola davanti alla Prefettura di Asti (foto e video) fotogallery

Oggi pomeriggio, mercoledì 9 giugno, è in corso un presidio unitario organizzato dai sindacati del comparto scuola della Provincia di Asti con l’obiettivo di cambiare il decreto e adeguarlo al patto firmato il 20 maggio “per la Scuola al centro del Paese”.

Secondo gli organizzatori, Il Patto per la Scuola riconosce l’impegno profuso da tutto il personale durante la pandemia. Le misure che si vorrebbero ottenere sono la stabilizzazione di tutti i precari sia abilitati e specializzati sia con 3 anni di servizio, la stabilizzazione dei DSGA facenti funzione con 3 anni di servizio, il superamento dei blocchi sulla mobilità del personale, il rafforzamento degli organici del personale docente, educativo ed ATA a partire dalla conferma dell’organico Covid, la riduzione del numero massimo di alunni per classe, la partecipazione a un nuovo concorso anche in caso di mancato superamento del precedente.

Di seguito gli interventi dei rappresentanti sindacali

Di seguito il testo della lettera inviata al Prefetto dalle organizzazioni sindacali

Alla cortese attenzione
di S.E. Il PREFETTO
Piazza Alfieri, 33
14100 Asti AT

Illustrissimo Signor Prefetto,
le scriventi 00.SS. territoriali del comparto Scuola desiderano rappresentarLe i motivi della mobilitazione odierna che parte integrante della mobilitazione nazionale indetta dalle segreterie di FLC CGIL, CISL SCUOLA FSUR, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL e ANIEF.

II “Patto per la Scuola al centro del Paese”, firmato in data 20 maggio 2021 dal Ministro dell’Istruzione Bianchi e dalle 00.SS. confederali, riconosce la valenza strategica che l’investimento in conoscenza riveste per le prospettive di ripresa e di avvio della crescita del nostro Paese, ed afferma la necessità di rilanciare l’intero sistema di istruzione e formazione attraverso un modello di interventi strutturali ed organici.
Ricorrere a provvedimenti frammentati, a soluzioni – tampone per rimediare solo alle evidenti criticità che manifestano all’avvio di ogni anno scolastico, comprometterebbe una visione di insieme del sistema scuola, indispensabile se si vuole rafforzare il sistema stesso nel contesto europeo ed internazionale.

Per questi motivi i soggetti firmatari del Patto hanno concordato una serie di obiettivi, tra i quali:
– la necessità di programmare un efficace piano di reclutamento finalizzato ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il primo di settembre di ogni anno;
– rendere le procedure per il reclutamento del personale regolari, perseguendo l’obiettivo di non alimentare il precariato;
– assicurare la continuità didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici;
– prevedere efficaci politiche salariali con il prossimo rinnovo del contratto, tramite le risorse di cui al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale;
– valorizzare tutto il personale della scuola attraverso un programma di formazione continua;
– disegnare un modello organizzativo-gestionale a tutti i livelli, che si avvalga del sistema delle relazioni sindacali quale punto di confronto.

II Decreto Sostegni bis, predisposto dal Governo, è però intervenuto sulle stesse materie evidenziate nel Patto senza istituire alcun confronto con i “tecnici”, facendo rientrare la Scuola in un articolato, mentre lo sviluppo dei punti enunciati nel Patto avrebbe richiesto un decreto a sè stante.

Per questo le Organizzazioni sindacali sopra citate hanno indetto una manifestazione di protesta davanti a Montecitorio, per chiedere alle forte politiche di impegnarsi a cambiare il provvedimento durate l’iter di conversione in legge.

Queste le richieste dei sindacati:
– stabilizzare tutti i precari sia abilitati e specializzati sia con 3 anni di servizio
– stabilizzare i DSGA facenti funzione con 3 anni di servizio
– superare i blocchi sulla mobilità del personale
– rafforzare gli organici del personale docente, educativo ed ATA a partire dalla conferma dell’organico Covid
– ridurre il numero massimo di alunni per classe
– consentire la partecipazione a un nuovo concorso anche in caso di di mancato superamento del precedente, contrariamente a quanto previsto dal decreto.

La semplificazione dei concorsi ordinari come atto politico per porre rimedio ai posti vacanti in organico non risolverà il problema del reclutarnento del personale, poichè si prevede che, una volta utilizzate le graduatorie concorsuali e le GaE residue, resteranno, presumibilmente, oltre 30.000 posti da coprire con le GPS. Alla luce di quanto prevede oggi il decreto, ovvero che per le assunzioni da GPS ci si debba limitare agli aspiranti in I fascia e con più di 36 mesi di servizio, si potranno assumere solo 4.197 docenti.

Analogamente, per quanto riguarda il personale ATA, i pesanti tagli degii ultimi anni si sono scontrati con le nuove esigenze imposte dall’emergenza sanitaria, e solo grazie all’inserimento di risorse “fresche” da destinare ai cosiddetti “contratti Covid” é stato possibile superare le criticità da subito emerse; ora la misura congiunturale deve diventare strutturale; per questo chiediamo che le dotazioni finanziarie impiegate per questi contratti temporanei siano trasformate in posti, almeno in organico di fatto.

La scuola ha dimostrato di sapere far fronte all’emergenza grazie all’impegno di tutte le figure professionali della comunità educante; se ora vogliamo che sia protagonista di quel processo di rinnovamento che è nello spirito del PNRR, nel quale la scuola stessa compare da protagonista, è necessario che ii confronto prosegua tenendo in considerazione le reali esigenze, che solo un tavolo “tecnico”, con la partecipazione di tutti gli attori può garantire.

Per questo chiediamo che le proposte delle 00.SS. siano ascoltate e realizzate in sede politica.