La produzione manifatturiera in Provincia di Asti torna a crescere nei primi mesi del 2021 (+3,9%)

I risultati del I trimestre sono positivi, ma non ancora sufficienti per recuperare le perdite causate dalla pandemia

L’indagine sulla congiuntura economica piemontese che ha coinvolto un campione di 1.796 imprese manifatturiere, con un totale di 89.530 addetti e quasi 49 miliardi di euro di fatturato, condotta trimestralmente da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali, ha evidenziato, con riferimento ai primi tre mesi dell’anno, un quadro d’insieme positivo con un incremento medio della produzione regionale del 5%, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Provincia di Asti: il I trimestre 2021 in sintesi
Produzione industriale: +3,9% rispetto al I trimestre 2020
Ordinativi interni: +3,7% rispetto al I trimestre 2020
Ordinativi esteri: +9,2% rispetto al I trimestre 2020
Fatturato totale: +3,6% rispetto al I trimestre 2020
di cui estero: +7,6% rispetto al I trimestre 2020
Occupazione: -0,1% rispetto al I trimestre 2020
Grado di utilizzo degli impianti: 63,9% (55,8% nel I trim 2020, 60,1% nel I trim 2019)

La provincia di Asti ha registrato una crescita del 3,9%, lievemente inferiore al dato medio piemontese, ma in progressivo miglioramento rispetto al 2020 in cui gli effetti delle restrizioni per il contenimento della pandemia avevano determinato una sensibile contrazione produttiva (con una punta massima di -14% nel 2° trim. 2020). Considerato che già il 1° trimestre 2020 aveva risentito delle conseguenze del lock down evidenziando una flessione della produzione, il completo recupero delle perdite causate dalla pandemia richiederà tempi lunghi.

Andamento della produzione manifatturiera negli ultimi 10 anni

Guardando all’andamento dei singoli comparti produttivi, il settore trainante è quello metallurgico e meccanico che evidenzia i risultati migliori con un incremento della produzione dell’8,8%, seguito dalle industrie chimiche, della gomma e plastica che registrano un aumento del 4,4%. Il settore alimentare, con un +0,1%, si mantiene stazionario, mentre vini e distillati fanno registrare un calo dell’1,2%; infine gli altri settori di attività (materiali da costruzione, legno, mobili, tessile abbigliamento) evidenziano una crescita media del 3,2%.
Con riferimento alla classe dimensionale le medie imprese (da 50 a 249 addetti) hanno conseguito maggiori performance produttive (+6,1%) rispetto a quelle di minori dimensioni che hanno registrato una crescita di produzione del 2,9% e alle grandi imprese (2,1%).

Andamento della produzione per settore di attività

Risulta positivo anche l’andamento degli altri indicatori. Gli ordinativi interni sono cresciuti del 3,7%, quota che sale al 9,2% per gli ordinativi esteri, grazie soprattutto all’apporto dell’industria meccanica. Il fatturato totale registra un aumento del 3,6%, fino ad arrivare al 7,6% se si prende come riferimento il solo mercato estero. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 63,9%, superiore non soltanto al dato del I trimestre 2020 (55,8%), ma anche a quello registrato nei primi tre mesi del 2019 (60,1%). L’occupazione si mantiene in linea con l’anno precedente.

“I dati congiunturali del primo trimestre dell’anno sono incoraggianti – commenta il Presidente della Camera di commercio di Alessandria – Asti, Gian Paolo Coscia – il Piemonte ha reagito con forza e capacità di adattamento alle difficoltà causate dalla grave emergenza sanitaria che ha colpito le economie di tutto il mondo. C’è ancora molto da fare, ma le risorse che l’Europa ci metterà a disposizione saranno di aiuto nel percorso verso la ripresa. Mi auguro anche che possano favorire una sempre maggiore diffusione dei processi di digitalizzazione e innovazione ancora carenti in particolare nelle imprese di piccole dimensioni”.

FOCUS DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Per comprendere meglio qual è il grado di digitalizzazione del comparto manifatturiero piemontese, l’indagine del I trimestre 2021 ha monitorato attraverso uno specifico questionario la diffusione dei servizi e delle tecnologie digitali.
Dall’indagine emerge una notevole differenza sul piano tecnologico e innovativo a seconda della dimensione aziendale. I dati elaborati evidenziano che in media in Piemonte il 41% delle aziende
manifatturiere si avvale di tecnologie digitali, contro un 59% che dichiara di non utilizzarle affatto. La percentuale delle imprese che non si avvalgono di tecnologie digitali sale al 65,4% per la provincia di Asti, superando di oltre 6 punti percentuale la media regionale. Guardando ai dati in relazione alla classe dimensionale, vediamo che tutte le grandi imprese con oltre 250 addetti dichiarano di utilizzare tecnologie digitali, mentre il dato diminuisce man mano che si riduce la dimensione, scendendo all’88,7% nelle medie imprese (da 50 a 249 addetti), al 63,5% nelle piccole imprese da 10 a 49 addetti, per arrivare al 20% nel caso delle microimprese fino a 9 addetti. Considerato l’alto numero di microimprese che in provincia di Asti rappresentano il 96% del totale, si spiega la ragione della maggiore incidenza di aziende ancora non digitalizzate.
Tra i servizi e le tecnologie più diffuse troviamo i software gestionali (ERP, CSR, SCM, etc.) in uso nel 30% circa delle imprese astigiane, seguono i sensori per monitorare la produzione (13,3%), il controllo digitale di movimento anche attraverso la robotica (6%), i software di business intelligence/data analytics 6%. La percentuale delle imprese astigiane che utilizzano servizi di cloud computing è passata dal 13,6% del periodo precedente la pandemia al 21,8% durante il primo lock down.

Tecnologie/servizi digitali utilizzati dalle imprese astigiane e piemontesi a confronto

Per quanto riguarda le previsioni future soltanto il 5,2% delle imprese astigiane si dichiara intenzionato ad introdurre nuove tecnologie nei prossimi 12 mesi, mente il 7% dice di voler espandere le tecnologie già in parte presenti in azienda.
Con riferimento alle spese sostenute, solo il 7% delle imprese ha usufruito di agevolazioni pubbliche.
I principali ostacoli alla digitalizzazione evidenziati dalle imprese astigiane sono gli alti costi da sostenere per i progetti di innovazione digitale, la mancanza di personale qualificato, i problemi organizzativi e di regolamentazione (ad esempio le incertezze burocratiche e normative) e l’elevato carico fiscale.