Il piano caldo 2021 dell’Asl di Asti: gli interventi a tutela dei più fragili e i consigli per una corretta alimentazione

Proteggere dagli effetti nocivi delle ondate di calore le persone più fragili, gli anziani soli, chi è affetto da malattie croniche, è l’obiettivo primario del Piano Caldo 2021 predisposto dall’Asl di Asti, sulla base del Piano nazionale del Ministero della Salute, in vigore ogni anno dal 2005.

Nella stagione estiva il calore eccessivo può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea e provocare disturbi di varia entità, da quelli lievi, come i semplici capogiri, a quelli più marcati come svenimenti o addirittura congestione, colpi di calore, disidratazione.

Le azioni di tutela della salute prendono come riferimento il sistema di monitoraggio di Regione e Arpa Piemonte, che ha sviluppato un bollettino previsionale del caldo in grado di misurare, con 72 ore di anticipo, il possibile “stress da calore” e quindi il disagio bioclimatico correlato per gli individui (https://www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_calore.pdf/at_download/file).

Sul territorio
Grazie alla collaborazione fra i medici dell’Asl e i medici di famiglia, che segnalano i propri assistiti vulnerabili e bisognosi di un sostegno, possono essere attivati a seconda delle necessità l’Assistenza domiciliare programmata (Adp), un intervento infermieristico domiciliare di valutazione, educazione terapeutica, monitoraggio e/o un intervento dei Servizi sociali territoriali.
Il sistema si integra con il consueto potenziamento, nel periodo estivo, del servizio di Continuità assistenziale (ex Guardia Medica), al quale settimanalmente vengono trasmessi gli elenchi dei pazienti a rischio e che potrebbero avere necessità di accesso al servizio. L’intercettazione di utenti fragili è svolta anche dal personale medico e infermieristico presso le Case della Salute.

In ospedale
Nel momento in cui si verifica un aumento di temperatura tale da causare la condizione di “forte disagio”, l’Asl attiva un “Gruppo di coordinamento” che mette in atto interventi specifici. Questi vengono modulati in base ai livelli di rischio: dal monitoraggio dell’afflusso dei pazienti al Pronto soccorso, alla ridefinizione dei posti letto, alla ridistribuzione di risorse di personale in Pronto Soccorso e dei carichi di lavoro all’interno dell’ospedale.
Sul sito del Ministero della Salute (https://www.salute.gov.it/portale/caldo/homeCaldo.jsp) è possibile trovare materiale informativo e di approfondimento.

“L’obiettivo del nostro Piano Caldo è di tutelare le persone più fragili, che possono risentire maggiormente degli effetti delle ondate di calore – sottolinea il direttore generale Asl At Flavio Boraso -. L’attività di prevenzione in questo caso è fondamentale, così come la collaborazione fra ospedale, medicina territoriale e medici di famiglia”.
Il Servizio Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Asl At ha inoltre preparato un decalogo (in allegato) con alcuni consigli sulla corretta alimentazione da adottare nei mesi estivi, per limitare il più possibile l’impatto delle ondate di calore.

I consigli degli esperti
1) Bere molta acqua, almeno 2 litri (otto bicchieri) al giorno, indipendentemente dallo stimolo della sete; si consiglia di bere piccole quantità di acqua ad intervalli regolari nella giornata; un’eccezione è rappresentata dalle persone con problemi a cuore, rene o fegato, che devono consultare il medico prima di aumentare l’assunzione di liquidi.
2) Non assumere bevande o cibi troppo freddi o ghiacciati, in quanto agiscono negativamente sui meccanismi di regolazione della temperatura corporea, aumentando la percezione di divario tra la calura esterna e la nostra temperatura interna; bevande e cibi freddi si possono comunque assumere avendo l’accortezza di berli o mangiarli lentamente.
3) Evitare o limitare al massimo le bevande alcoliche (vino, birra, superalcolici), in quanto provocando vasodilatazione, aumentano la sudorazione e quindi la disidratazione.
4) Limitare l’assunzione di bevande che contengono caffeina (caffè, tè, bevande a base di cola e bevande energetiche) e di bevande con un elevato contenuto di zuccheri (quali sciroppi, tè freddi, succhi di frutta, bibite gasate), perché aumentano la diuresi e quindi il rischio di disidratazione.
5) Consumare almeno 5 porzioni al giorno tra frutta fresca (melone, anguria, pesca, albicocca, frutti di bosco) e verdura (insalate, zucchine, carote, rapanelli, cetrioli, pomodori, peperoni), che rappresentano una fonte preziosa sia di acqua sia di minerali, vitamine e fibra; questi alimenti dovrebbero essere di stagione, ben maturi e consumati preferibilmente crudi.
6) Per incrementare l’assunzione di acqua, sono utili anche centrifugati ed estratti di frutta (ammesso che non ci siano limitazioni, come ad esempio intolleranza glucidica o diabete) e di verdura, che offrono il giusto reintegro di liquidi e micronutrienti.
7) Un’alternativa allo spuntino di metà pomeriggio possono essere frullati e gelati, meglio se artigianali e preparati con materie prime di qualità.
8) Ridurre il consumo di alimenti preconfezionati, inscatolati, ricchi di sale e di conservanti, in quanto il sale comporta una ritenzione di liquidi, con sensazione di gonfiore a mani e piedi, peggiorando la disidratazione.
9) Preferire metodi di cottura semplici: cibi al naturale oppure cotti al vapore, al cartoccio o alla griglia; sono da evitare o limitare il più possibile i fritti, i soffritti e i piatti troppo conditi ed elaborati, perché richiedono un grande impegno digestivo e possono determinare un controproducente innalzamento della temperatura corporea e un affaticamento gastrico.
10) Evitare pasti abbondanti, privilegiando un’alimentazione leggera e varia, suddivisa in tre pasti principali e uno o due spuntini.